L’Anteprima di Arnaldo Caprai
di Antonio Di Spirito
Raccontare l’azienda Arnaldo Caprai Soc. Agr., significa, implicitamente, tracciare la storia moderna del Sagrantino.
Gli anni ’70 del secolo scorso, dopo il boom economico iniziato nel decennio precedente, sono ricordati come gli anni del risveglio di alcuni settori produttivi italiani. Quello del vino avviene qualche decennio dopo, ma Arnaldo Caprai, un imprenditore umbro nel settore tessile, sognava da sempre di avviare un’azienda agricola, soprattutto per la produzione di vino. Così nel 1971, acquista quarantacinque ettari di terreni a Montefalco, in località Torre, per realizzare il suo sogno; cinque ettari sono destinati alla coltivazione del sagrantino.
A quel tempo nell’Italia centro-meridionale non esistevano coltivazioni specializzate o grandi vigneti, ma i terreni erano sfruttati a seminativo-vitato. In Umbria la vite veniva coltivata a macchia di leopardo, talvolta anche a filare, ma cresceva con grano ed olio ed il sagrantino non era il vino più importante di Montefalco; gli veniva preferito il Montefalco Rosso, un vino a base sangiovese con aggiunta di sagrantino ed altri vitigni a bacca rossa, perché era più pronto e meno complicato.
Il sagrantino veniva consumato in occasioni particolari in versioni amabile, dolce e passito; forse per questo era allevato con una particolare forma di spalliera, detta “palmetta”: una vite allevata a cordone speronato bilaterale, ma a tre piani sovrapposti e la raccolta veniva effettuata in due o tre periodi successivi.
Ben presto Arnaldo Caprai si convince delle enormi potenzialità del quel vitigno autoctono e delle sue elevate possibilità per produrre un vino di alta qualità; acquisisce ulteriori terreni adiacenti alla tenuta ed inizia una lunga fase di sperimentazioni, in collaborazione con importanti università italiane.
Dal 1988 Marco Caprai, figlio di Arnaldo, conduce l’azienda con grande passione ed entusiasmo e con l’occhio sempre attento alle innovazioni offerte dal mercato per stare al passo con i tempi, sia in campo agronomico che enologico.
Nel 2015 Marco ingaggia il “Guru del vino”, il francese Michel Rolland, quale consulente enologico. Dopo cinque anni i cambiamenti sono notevoli: sostanzialmente il sagrantino di Caprai si è alleggerito e raffinato ed è pronto alla commercializzazione prima degli altri.
La rivoluzione tecnica portata dal famoso enologo, oltre alle pratiche maniacali sulla sanificazione continua delle attrezzature e degli ambienti di cantina, si concretizza soprattutto in una macerazione a freddo in barrique aperte poste in grandi contenitori refrigerati. L’uva viene posta a strati alternati con ghiaccio e grappoli interi; i vinaccioli vengono separati immediatamente; si effettuano tre rimontaggi al giorno con operazioni molto lente e continue.
Queste pratiche hanno portato risultati notevoli: il vino è diventato più seducente; pur preservandone il carattere; il tannino aggressivo e talvolta ruvido, risulta di molto arrotondato ed elegante. Non è più quel “vinone” palestrato di alcuni anni fa e, soprattutto, non bisogna aspettare un decennio per goderselo. L’anticipo della “prontezza” del vino ha indotto Marco Caprai a presentare i propri vini d’annata in anticipo rispetto alle altre cantine.
L’andamento climatico dell’annata 2019 è stato piuttosto irregolare: mentre aprile è stato piuttosto freddo, rallentando il germogliamento, e maggio molto piovoso (quasi il doppio della media stagionale degli anni precedenti), giugno, luglio ed agosto sono stati mesi molto caldi anche se, a tratti, si sono verificati degli episodi di piogge intense che hanno rallentato il processo di maturazione, leggermente più tardiva, ma con uve ben mature, di ottima qualità e di buona quantità.
L’occhio attento alla natura dei luoghi ed all’arte in essi diffusa, ha favorito l’incontro con Giulia Bernardelli, in arte Bernulia, un’artista mantovana che si esprime mettendo in risalto le sensazioni suscitate dai luoghi, dai loro odori, colori e paesaggi. Per ogni etichetta di Sagrantino di annata è stata creata un’opera che presentiamo abbinate all’etichetta in bottiglia.
Collepiano 2019
Il vino assume il nome dall’areale di produzione delle uve e sta ad indicare la dolce pendenza della collina. Le uve sono state raccolte tra la fine di settembre ed i primi di ottobre; il vino matura 18 mesi in barrique ed affina sei mesi in bottiglia.
Di colore rubino cupo ed intenso, profuma di frutta rossa in confettura, carrube, ha note vegetali, chiodi di garofano e note balsamiche; in bocca è asciutto e saporito con tannino vellutato; il sorso è fresco e minerale; lascia la bocca pulita nonostante la leggera nota amaricante finale.
Valdimaggio 2019
Le uve sono selezionate da un unico vigneto, Vigna del Lago, sintesi di accurata sperimentazione. La vendemmia è stata effettuata a cavallo tra settembre ed ottobre ed il vino matura 24 mesi in barrique; quindi, affina almeno per otto mesi in bottiglia.
Inizialmente pigro al naso, regala, poi, profumi di frutta rossa matura, note balsamiche, di grafite e minerali; il sorso è molto fresco, il tannino è vellutato e nasconde una residua e leggera durezza.
25 Anni 2019
Questo vino è stato prodotto per la prima volta nel 1993 per festeggiare i 25 anni di attività aziendale e nasce da una speciale selezione di uve sagrantino e, da allora, conserva il nome. Il vino matura 24 mesi in barrique ed affina almeno 8 mesi in bottiglia. Il colore è rubino scuro e compatto ed offre profumi di frutta rossa e nera matura, foglie di lauro, noce moscato e note balsamiche e mentolate; il sorso è fresco, materico, ricco di sapori fruttati, ha un tannino vellutato, anche se ancora scalpitante e non del tutto domo; buona sapidità e nota amaricante in chiusura.
Spinning Beauty 2012
Frutto dell’esperienza e della ricerca della bellezza e della perfezione, le uve sagrantino, rigorosa selezione del clone “Cobra”, provengono dal più antico vigneto sito a Monte della Torre. Il vino matura per ben otto anni in barrique per affinare poi otto mesi in bottiglia.
Profumi molto netti e nitidi floreali e fruttati, nota di lauro e qualche nota balsamica e d’incenso; il sorso, di gran corpo, ha sapori vellutati di frutta nera in confettura, è fresco, piacevole, scorrevole, con un tannino ancora intenso ed una chiusura leggermente speziata.
Passito 2018
Il “Sagrantino Passito” è il vino della tradizione, che spesso veniva abbinato a piatti di agnello. Le uve vengono raccolte tradizionalmente a fine ottobre e matura 15 mesi in barrique; quindi, osserva un lungo affinamento in bottiglia per almeno un anno. Cupo ed impenetrabile, offre profumi di confettura di frutta nera, accompagnata da note di spezie dolci orientali e qualche nota candita.
Il tannino è ancora un po’ polveroso, ma lo zucchero residuo e la freschezza rimettono il sorso in una carreggiata piacevole e persistente. Ideale per sacher torte e cioccolato.
2 Commenti
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Pe beve ce vò naso
Poi viene er sor palato
Ma prima c’è l’amore
De chi te n’ha parlato
Antonio ce lo mette,
Ascorti e voli via
Poi chiudi l’occhi, gusti,
E penzi “Mamma mia”
Grazie,
RM
Ma grazie Renzo!