150 stagioni di Villa D’ Este: Wine Dinners – la cucina dell’Executive Chef Michele Zambanini abbinata ai vini di Gaja
Executive Chef Michele Zambanini e Davide Bertilaccio CEO
di Antonella Amodio
C’è solo la parola “bellezza” per descrivere Villa D’Este, lo storico Hotel 5 stelle lusso sul lago di Como, a Cernobbio, considerato uno degli esempi più belli di architettura del Cinquecento. Un luogo magico, dove si incrociano arte e storia, fascino e mito, che ha ospitato negli anni l’alta aristocrazia del mondo, reso ancora più magico in questo periodo dagli addobbi floreali a tema natalizio dal flower designer Vincenzo Dascanio, che ha vestito “a festa” la lussuosa struttura che compie ben 150 stagioni.
Per sottolineare questo importante compleanno Villa d’Este rimane aperta in via straordinaria per le festività di Natale e Capodanno, come afferma Davide Bertilaccio, CEO, dedicando cene a tema, con menù studiati dall’Executive Chef Michele Zambanini, in abbinamento alle più pregiate produzioni vinicole del mondo, selezionate dal Wine Manager Alex Bartoli.
7 Wine Dinners, sette serate esclusive che hanno preso il via a novembre, vedono abbinati ai piatti raffinati del Ristorante Veranda, vini icone, come Champagne Jacques Selosse, Krug, Cristal, Château d’Yquem, i vini di Gaja, selezioni di etichette di Brunello di Montalcino e Domaine de la Romanèe – Conti.
In un impeccabile ambiente ovattato, argenteria, fiori freschi, quadri e mobili importanti che concorrono a fare da cornice alla stupenda vista del giardino di scenografia barocca e al Lago di Como, il ristorante Veranda – situato all’interno dell’Edificio del Cardinale – con un servizio altamente professionale, ha dedicata una serata alle produzioni piemontesi di Gaja, che hanno visto creativi accordi gastronomici di cucina autentica della tradizione italiana e mediterranea:
Tartare di fassona, robiola di Roccaverano e tartufo d’Alba, servita in abbinamento ad Alteni di Brassica 2019, dove la vena di acidità e la freschezza del vino fanno gioco forte e la notevole sapidità sostiene brillantemente il piatto.
Plin di anatra, zucca e cicoria amara. Piatto di tecnica e accordi magistrali di sapori. Il Barbaresco 2018, con l’eleganza del nebbiolo e la sua struttura complessa ed equilibrata, ha trovato il giusto matrimonio.
Capriolo al ginepro, sedano rapa, cavolo rosso e salsa al pino mugo. Complice il perfetto andamento delle temperature nell’annata 2015, il Barbaresco è sontuoso, elegante e fine, con i tannini appena percepibili e grande giovinezza. Abbinamento magistrale, dove il piatto e il vino si accompagnano senza sovrastarsi.
Bonet al cioccolato, crumble di nocciola e sorbetto al nebbiolo
Bonet al cioccolato, crumble di nocciola e sorbetto al nebbiolo. Due annate per un dessert che merita l’applauso per il mix di leggerezza e freschezza, con il cioccolato che aggiunge una calibrata dolcezza. Il Barolo Sperss 2011 ha gioventù da vendere, con profumi di bacca rossa, liquirizia e tabacco dolce, mentre la 2001 ha complessità che manifesta nelle note di goudron e tartufo, nel sorso austero e nel finale instancabile.