10 anni di Brunello a Col di Lamo
di Monica Bianciardi
Mentre accendo la macchina rabbrividisco per l’intenso freddo. Sul bordo stradale gli alberi nel buio sembrano ripiegarsi verso terra per resistere all’intenso freddo proveniente dal Nord che fende l’aria ed il mio naso ormai gelido. Percorrendo la strada non incontro neppure una delle creature selvatiche che spesso attraversano la carreggiata sorprese dai fari dell’auto, anch’esse sembrano essersi rifugiate dentro la fitta macchia per proteggersi dalle folate gelide di questo periodo. La mia meta appare improvvisa ed illuminata ad un tratto dietro una curva. L’elegante struttura in mezzo ai vigneti ormai spogli mi rincuora regalandomi un senso di benessere al solo vederla.
Entro all’interno e trovo una raggiante Giovanna Neri la quale mi accoglie calorosamente in un clima festaiolo e rilassato.
Col di Lamo è un’azienda tutta al femminile di cui Giovanna Neri è proprietaria insieme alla figlia Diletta. Oggi festeggiano i 10 anni del loro Brunello che per l’occasione presenta un’etichetta disegnata dall’artista Fabrizio Sclavi. Giunta al suo decimo anno di produzione aziendale la presentazione dell’etichetta avviene proprio dentro la cantina recentemente rinnovata, epicentro emotivo e segno tangibile degli sforzi effettuati da Giovanna e Diletta. Un traguardo importante guadagnato attraverso l’impegno costante di chi segue da vicino ogni fase produttiva dei loro vini.
La limited edition è di sole mille bottiglie in formato magnum e contententi il Brunello 2013. L’etichetta connubio tra vino ed arte riporta un disegno che trae spunto da un disegno realizzato per Hermes su di un foulard poi non messo in produzione. Sclavi ha studiato all’Accademia di Brera, in seguito è diventato un importante illustratore nel mondo della moda dove ha avuto anche una straordinaria carriera giornalistica.
Il foulard ha colori sgargianti ed un disegno aereo leggero che sembra fluttuare intorno all’elegante collo della Magnum con l’etichetta il cui disegno riprende fedelmente il motivo del foulard. Il design della cantina composto da grandi vetrate, sembra suggerire un approccio consapevole e innovativo proiettato verso l’esterno di chi guarda avanti ma con uno sguardo attento al passato.
Dopo le presentazioni la festa ha inizio e vengo immediatamente dotata di un calice con cui assaggiare i vini in degustazione tra musica e buon cibo.
Decido di partire con il Rosso di Montalcino 2015 vino audace polposo e schietto. La maturazione è prolungata di un anno in più rispetto al disciplinare; vivace, croccante con struttura ben equilibrata gioca con ritmi incalzanti e polposi che lo rendono piacevolmente fruibile con i vassoi di affettati locali da cui attingo con gioia.
Proseguo con il Brunello 2011 colore intenso e limpido, inizialmente presenta una lieve riduzione che svanisce dopo pochi secondi ossigenando il bicchiere. Restio ad aprirsi in bocca è invece denso e saporito il cui frutto maturo è polposo ben definito da tannini fitti sferici e finale pulito.
Una bottiglia senza etichetta, spunta dalle retrovie nel frattempo la musica si alza di volume e con lei anche il livello alcolico generale. Più interessata al contenuto della bottiglia che alle danze decido di farmi tentare. Trattasi di Brunello 2012 non ancora etichettato perché preso dal magazzino. Non mi faccio sfuggire l’occasione e porgo il calice per l’assaggio.
Colore trasparente e luminoso. Naso perfetto di bella ampiezza da cui escono con finezza mazzi di fiori viola; aprendosi un po’ alla volta mostra un lato più sinuoso caratterizzato da frutti rossi e tratti agrumati, balsamico a non finire, pepe rosa. Palato teso, dinamico molto coerente con l’olfatto, sviluppo fresco, saporito, tannini cesellati, la struttura è slanciata in un lungo ritorno agrumato spalmato su una lunga persistenza.
Dopo un 2012 di tale livello ancora più incuriosita vorrei assaggiare anche la 2013 ed in mezzo ad un’allegria generale getto uno sguardo paziente alle bellissime Magnum.
Nella cantina risuonano delle note House e Tecno i brani si susseguono tra calici di vino e danze, Diletta insieme al DJ sceglie i brani più alla page per far scatenare gli ospiti. Quanto a me non perdo di vista l’obiettivo. Ad un certo punto Gianna da l’ordine di aprire una neonata bottiglia di Magnum.
Olfatto sobrio austero , determinato da un frutto rosso di perfetta maturazione, incenso alloro, pepe nero, sottofondo che riporta al sasso e alla terra umida. Palato incisivo, travolgente dinamico ben compensato dalla pienezza del frutto, tannino fitto e fine, stratificato e progressivo chiude su un finale lunghissimo di frutti rossi.
Il mio equilibrio cosmico in perfetto allineamento dopo l’ultimo vino mi porta a ringraziare Gianna e Diletta dell’esperienza. Consapevole che il Brunello di Col di Lamo 2013 farà sognare a lungo per i prossimi 20 anni a venire.
Epilogo “Rientro in albergo sognando una tisana, lotto con le piastre ad induzione….ma induzione “dè che”? Un quarto d’ora per trovare la busta del tè. Giro e rigiro le manopole ma la piastra resta più fredda delle mie mani. Alla fine rinununcio e vado a dormire ripensando con nostalgia ai bellissimi vini della serata e pensando che mai e poi mai tenterò più di fare un te od una tisana su di una piastra ad induzione.”