StreEat Mood ad Avellino
Tira un vento nuovo, in Irpinia. Un vento giovane, che travolge tutto, a cominciare dall’atavica ingessatura della politica, abituata ai manuali Cencelli della distribuzione a pioggia a gruppi dalla provata fede di appartenenza e di schieramento. Si, da qualche tempo a questa parte notiamo un tenue risveglio dal torpore delle abusate sagre paesane che fino a qualche anno fa rappresentavano l’unica luce accesa sull’enogastronomia del territorio. E vi posso fare alcuni esempi, a cominciare da gennaio con la manifestazione in difesa della nostra terra Pizza no-triv), per passare poi a Terramirabilis dello scorso fine giugno a Mercogliano, che attraverso alcuni “espedienti” (il panino più lungo del mondo e la cucina di Montalbano) puntava l’obiettivo sulle risorse naturali dell’Irpinia per arrivare a mettere al centro i prodotti della terra e quindi il territorio, per approdare infine a Irpinia StreEat Mood dello scorso week-end, che attraverso una simpatica competizione tra chef, anche stellati, irpini e non, ai quali era stato affidato il tema del cibo di strada, ma con l’utilizzo di prodotti irpini, voleva accendere i riflettori sempre sulla terra irpina, sulle proprie risorse e sui suoi prodotti.
“E pur si muove”, diceva Galileo Galilei…io aggiungerei “nonostante tutto”!!! Nonostante la politica, che in città ed in provincia continua ad aggrovigliarsi nelle spartizioni di potere, nel “celolunghismo” esasperato dei gruppi, dei cespugli e delle individualità, tenendo fisso il riferimento del dito, piuttosto che della luna. Nonostante anche l’incomprensione di parte della popolazione avellinese, leggevo sulla rete alcuni commenti alla prima serata dell’evento nei quali, non l’uomo della strada, ma professionisti molto conosciuti in città si scagliavano contro la manifestazione sostenendo che la maggior parte dei prodotti che si volevano promuovere (il caciocavallo podolico, il Carmasciano, i Broccoli Aprilatici, il Taurasi, la Cipolla Ramata) poco c’entravano con Avellino in quanto venivano prodotti in provincia e quindi era lì che andavano promossi.
Un po’ come quando la compianta architetto Gae Aulenti, autrice dello stand Campania al Vinitaly 2005 (epoca bassoliniana), intervistata da un giornalista dell’Espresso che le chiedeva che tipo di rapporto avesse con il vino, rispose… “ad un aglianico preferisco un buon whiskey” !!! E addirittura la moglie di un amministratore di primo piano della città, anche lei nel passato impegnata in politica, commentando l’evento, scrive su fb…“Tanto di cappello ai “cuochi stellati”…ma volete mettere un bel panino fresco con la mortadella quando hai proprio fame?”. Ma vedendo sempre il bicchiere mezzo pieno, l’altra sera abbiamo anche notato una spumeggiante presenza dell’amministrazione comunale in Laura Nargi, che girava per gli stands con gli occhi luccicanti dalla contentezza. Ma d’altro canto la migliore risposta è venuta dal pubblico, che affollando le due serate della manifestazione, ha palesato il proprio grado di consenso a queste iniziative volte a “smuovere le acque” in una provincia, ma soprattutto in una città, che dorme sonni profondi, tutta affaccendata nelle “spartenze” di micro-poteri e di prebende, ormai insopportabili. Ampia parte del merito, nell’aver scrollato Avellino “la città dormiente”, è indubbiamento del direttore artistico dell’evento, il “folletto della gastronomia irpina”, al secolo Mirko Balzano. Irrequieto per natura, impersonifica l’antitesi della staticità, da quel piccolo corpo erutta idee alla stregua di un vulcano, tutte nuove, dissacranti, a volte irriguardose verso i mostri sacri della gastronomia nazionale, ma sempre vincenti…come ha dimostrato anche in questa occasione!!!
I rumors? Già si parla di una seconda edizione di Irpinia StreEat Mood versione natilizia, stiamo a vedere facendo il tifo…E dopo l’inconsueto “pippone” (di solito sono mooolto più “leggero”), veniamo ai piatti e agli chef presenti all’evento.
Prima serata:
Valentina Martone (Megaron): zucca, tartufo di Bagnoli e pomodorino confit
Enzo De Gisi (La Locandina): millefoglie alla nocciola mortarella
Paolo Parisi (Agriturismo Le Macchie): uovo all’ostrica
Michele Punzo (Tale’s Pub): polpette di mallone e provola affumicata
Luca Abbruzzino (Ristorante A. Abbruzzino-Alta Cucina Locale): trippa e patate
Francesco Nacci (Botrus): paccheri, purea di fave e peperoncini verdi
Nino Rossi (Villa Rossi): polpette di coda di vitello
Giovanni Mariconda (Degusta): la patata alla cenere con pesto di guanciale irpino e caprino Malvizza
Francesco Spagnuolo (Morabianca Resort): ditali, castagne e fonduta di caciocavallo
Gennaro Petruzziello (In Cantiere): rigatoni, caciocavallo e pepe di Sichuan
Seconda serata:
Cristian Torsiello (Osteria Arbustico): kepork
Francesco Fusco (Il Moera): crema di fave bianche, pancetta croccante, tuorlo d’uovo, pane e pecorino
Giovanni Arvonio (Taberna del Principe): noodles irpini
Carmine Di Donna (Hotel Romeo): cremoso alla nocciola
Riccardo Faggiano (Evù): panino con tonno fresco e papaccelle
Ada Pericolo (Gino e la Giraffa): cono salato
Marco Caputi (Maeba Restaurant): delizia al limone con pan di spagna con farina di grano saragolla
Emilio Grieco (I Santi): fusilli irpini al guanciale e caciocavallo di Capocastello, sfumati al fiano di Avellino
Luigi Salomone (Piazzetta Milù): rape e patate con la pizza di mais
Per la cronaca, la giuria (Mariatolmina Ciriello-presidente giornalista, Rosa D’Anna-blogger, Franco Pagliarulo-Ristoratore, Lello Tornatore- Pescatore del Calore) ha decretato vincente il piatto presentato da Michele Punzo del Tale’s Pub di Solofra “Polpette di mallone e provola affumicata”, al secondo posto Emilio Grieco de “ I Santi” di Mercogliano con “ Fusilli irpini al guanciale e caciocavallo di Capocastello, sfumati al fiano di Avellino, al terzo Enzo de Gisi de “ La Locandina” di Aiello del Sabato con “ Millefoglie alla nocciola Mortarella”.
Messi insieme, i tre piatti, potrebbero rappresentare un classico menù completo irpino!!! Oddio, mancherebbe il secondo…:D
8 Commenti
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Complimenti e auguri per un grandissimo successo a tutti. Grande Francesco! Purtroppo non siamo riusciti a venire ma ho sentito che e stato un successone! Mirko…quest’anno siamo mancati da Praia Art Hotel ma i tuoi piati rimangono nei nostri cuori!
Ci siamo stati domenica mattina venendo da Caserta con i bambini. Il corso centrale di Avellino pieno di stand vuoti. Pochi quelli aperti. Era possibile mangiare a pranzo qualcosa dietro prenotazione ma i tavoli erano all’aperto ,abbiamo evitato infatti poco dopo è arrivato un acquazzone. Probabilmente di sera il risultato è stato diverso ma di mattina è stato piuttosto deludente. Qualche suggerimento se si propongono anche a pranzo delle soluzioni per mangiare quanto meno una tenda in plastica siamo sempre a settembre. Gli stand che dire belli se fossero stati popolati noi siamo riusciti a vedere soli i salumi Ciarcia. Non si poteva tenerli aperti anche la mattina ? Si vuole evitare di rendere la manifestazione una sagra però in quei pochi stand aperti molti chiedevano dove poter comprare ,ad es. nel caso di Ciarcia, il prosciutto: presso la sede a Venticano ??? Tutto bello ma secondo me si poteva fare ampiamente di più. E se la manifestazione era orientata a una fruizione prevalentemente serale almeno specificare orari di apertura solo serali almeno si evitava di fare una passeggiata a vuoto. Un utente deluso.
Salve Maurizio
Purtroppo domenica a pranzo siamo stati penalizzati dal meteo.
Gli architetti hanno dovuto rispettare alcune regole tra cui quella di impattare il meno possibile.
Sicuramente non tutti hanno rispettato l’apertura domenicale… Ma non potevano chiamarli!!!
Gli sponsor oltretutto NON ERANO AUTORIZZATI A VENDERE!!! Altrimenti facevano concorrenza a noi dell’organizzazione che abbiamo organizzato questo evento in 10 giorni e con i nostri soldi QUASI 50.000€
ci sono stato domenica sera sig. maurizio nn si preoccupi ed il corso era semi vuoto e nn parliamo degli stand…..
ci siamo stati domenica sera sig. maurizio ed il corso era semi vuoto senza parlare degli stand
Ma Alex dove e’ stato? Avrà sbagliato città. Anche io c’ero domenica sera, gli stand erano tutti funzionanti e il corso era semipieno non semivuoto.
E vabe forse ero a quiresta vicino quintorno..che te devo di….mi sarò impazzito. .
Per aver portato fior di eccellenze enogastronomiche in una città, diciamo la verità, un po’ sonnacchiosa sul food (e non a caso la ristorazione più alta si trova in provincia), bisognerebbe solo dire grazie a Mirko Balzano e agli altri che si sono impegnati con lui. Poi tutto può essere migliorabile e criticabile, ma certi toni disfattistici sono fuori luogo.Caro Mirko, una parte della tua città vuol continuare a dormire e di quello che hai fatto ha sentito solo il rumore che gli ha interrotto il sonno.