Speciale Molise con AIS Cilento: la Tintilia in sei versioni


Da sinistra: Garbiele Di Blasio, delegato AIS Campobasso, il titolare dell’azienda Terresacre e Maria Sarnataro, delegata AIS Cilento e Vallo di Diano

di Novella Talamo

Continuano gli speciali organizzati dall’AIS Cilento sui vitigni autoctoni italiani.

All’hotel Cerere di Paestum è stata la volta dell’approfondimento sensoriale della Tintilia, interessante vitigno molisano proposto nell’interpretazione di sei cantine.

La serata, introdotta da Maria Sarnataro, delegata AIS Cilento e Vallo di Diano, è stata condotta dal delegato AIS di Campobasso Gabriele Di Blasio.

I lavori preliminari

Questa varietà, il cui nome deriva dall’etimo spagnolo “tinto”, ha una storia molto antica che affonda le sue radici forse addirittura alla fine del 1700 e nel 1900 il Sannio Rosso, composto proprio da uve Tintilia, fu premiato con la medaglia d’oro nell’ambito della mostra vinicola di Parigi.

Un traguardo importante è stato il riconoscimento della tanto attesa Doc  “Tintilia del Molise” nel 2011 (prima rientrava nella Doc Molise).

Ammesso nelle versioni Rosso, Rosso Riserva e Rosato, ha come territorio di elezione terreni collinari dell’entroterra non inferiori ai 200 metri sul livello del mare.

I 6 vini in degustazione

 

Un momento del servizio

Il risultato è un vino con un’impronta fortemente tipica che riporta ad ogni assaggio alle peculiarità del vitigno e del terroir.

Questi i sei vini in degustazione:

Tintilia 2009 di Cantine Angelo D’Uva di Larino

Colore rosso rubino scarico con tonalità e riflessi granati. Al naso emergono profumi di frutta rossa, in particolare prugna, susina e confettura. In bocca la chiusura è sigillata da un finale di liquirizia. Si apprezzano una bella freschezza e sapidità.

Tintilia 2009 di Cantine Catabbo di San Martino in Pensilis

Colore rosso rubino con riflessi porpora. Al naso si distingue un deciso impatto floreale con prevalenza di sentori di rosa e frutta a polpa rossa a cui si accompagnano note balsamiche e speziate delicate di pepe. Finale piacevolmente persistente.

Questa interpretazione di Cantine Catabbo rappresenta un’espressione matura con tannini più morbidi e delicati rispetto a quella precedente.

La sala

Tintilia 2008 Rutilia di Cantine Salvatore Pasquale di Ururi

Colore rosso rubino. Al naso note fruttate, quasi di confettura, e vegetali. Al gusto è pieno ed equilibrato con tannini morbidi ed eleganti.

Tintilia 2008 di Cantine Terresacre di Montenero di Bisaccia

Colore rosso rubino, al naso più ampio rispetto ai precedenti con sentori fruttati, floreali di violetta e rosa, vegetali e speziati. Presenta le note più evolute rispetto agli altri campioni in degustazione in relazione al fatto che è l’unica Tintilia delle sei che ha fatto sosta in legno.

Chiusura di liquirizia, tannini morbidi e buona persistenza gusto olfattiva.

Tintilia 2008 di Cianfagna di Acquaviva Collecroce

Colore rosso rubino intenso con evidenti sentori di mora selvatica e amarena. Tannini in evidenza.

Tintilia 2007 di Cantine Cipressi di San Felice del Molise

Colore rosso rubino. Al naso note fruttate evolute di carruba matura e confettura di castagne e speziate

La Tintilia si abbina bene non solo ai piatti semplici, rustici e genuini della cucina molisana ma anche a tutto pasto, in particolare a primi con sughi rossi e paste ripiene al forno, secondi strutturati a base di carne e formaggi di media stagionatura.

Per la serata è stato proposto in abbinamento un piatto misto di prodotti del salumificio Santo Jacopo di Monte San Giacomo (Sa). Tra questi il “caciocavallo dell’emigrante”, frutto del recupero di una tecnica nata per opera dei nostri emigranti che, non potendo portare i salumi Oltreoceano a causa della proibizione imposta dalle leggi sanitarie americane, nascondevano salsicce e soppressate nel caciocavallo.

 

Un momento dell’analisi visiva

La Tintilia, pertanto, grazie alle sue doti di freschezza olfattiva, equilibrio, versatilità e in un certo qual modo di compostezza complessiva, è il vitigno attraverso cui deve irradiarsi il futuro vitivinicolo di questa regione che ha una tradizione enogastronomica secolare ma che sicuramente meriterebbe di essere maggiormente divulgata e conosciuta.

Foto di Novella Talamo

2 Commenti

  1. Brava Novella, bel servizio.
    Mi dispiace di non aver potuto partecipare. Sai per caso chi è quel sommelier meno giovane, occhialuto e baffuto? Grazie.
    Abbracci

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