Spaghetti con lupini, gamberi e un pizzico di orto
di Virginia Di Falco
Una ricetta di mare, a cavallo tra primavera ed estate: qualche gambero, dei lupini per bilanciare la sapidità e, se siete fortunati come me e avete in frigo qualche zucchina o taccola bio aggiungete al piatto un po’ di verde dell’orto, che non guasta mai.
- Tempo di preparazione 15 minuti
- Tempo di cottura 30 minuti
Ingredienti per 2 persone
- 200 gr di spaghetti
- 500 gr di lupini
- 300 gr di gamberi
- 2 fagioli lardarelli (taccole) -- possibilmente non trattati
- 1 zucchina media (possibilmente bio)
- 2 spicchi di aglio
- olio extravergine di oliva e sale q.b.
- pepe, a piacere
Preparazione
Tagliare a julienne la parte verde della zucchina e a striscette diagonali le due taccole. Far bollire un litro di acqua e scottarvi le verdure per non più di tre o quattro minuti.
Poi scolarle sotto l'acqua fredda (meglio se ghiacciata) per non far perdere il colore verde. Tenerle da parte.
Lavare i gamberi e lasciarli andare per cinque minuti in una padella con l'olio e uno spicchio di aglio. Una volta raffreddati, togliere il guscio e metterli da parte.
Con i gusci, un cucchiaino d'olio, lo spicchio d'aglio utilizzato e mezzo bicchiere d'acqua in un pentolino fare un fumetto leggero che servirà a meglio amalgamare gli spaghetti con tutti gli ingredienti.
Filtrate con l'aiuto di un passino e tenetelo da parte.
In un'altra padella con coperchio fare aprire i lupini, facendo attenzione a non farli asciugare troppo. Mentre gli spaghetti cuociono, assemblare in una padella larga tutti gli ingredienti: le verdure fatte saltare un minuto con olio e aglio, i gamberi, i lupini e un po' di fumetto.
Scolare la pasta "al chiodo" e spadellare per un minuto uno.
Servire subito e aggiungere solo a tavola, se si vuole, un pizzico di pepe macinato al momento.
Vini abbinati: Biancolella d'Ischia
Un commento
I commenti sono chiusi.
Buono, mi piace. Ritenterei alla maniera di Don Alfonso, cioè facendo aprire i lupini a caldo nello stesso recipiente con le verdure, ma è un dettaglio. Mi chiedo invece se non sia il caso di abbandonare l’avverbio “possibilmente (non trattate/bio in riferimento alle verdure)”, e prescrivere invece ai lettori che cosa devono comprare e che cosa soprattutto NON devono comprare…