L’ultima moda che beffa la legge: i ristoranti senza menu fisso!
di Marco Contursi
Purtroppo una recente negativa esperienza in un locale della immediata provincia salernitana mi costringe a ritornare su un argomento di cui trovo avvilente parlare nel 2017: la mancanza di un menu scritto.
Premetto che io sono uno dei sostenitori del menu scritto fuori al locale, affinchè uno sappia cosa trova e a che prezzo entrando, figuriamoci se neanche seduti, si può conoscere tutte le proposte e il relativo costo.
Questa in sintesi la mia esperienza. Ci accomodiamo in tre e il cameriere insiste per farci prendere un antipasto, da noi gentilmente declinato. Elenca allora un primo, spendendo parole lusinghiere e tralasciando di citarne altri, evidentemente per far prendere a tutti e tre la stessa portata. Dopo richiesta da parte nostra se ci fosse altro, ne elenca un altro svogliatamente. Prendiamo uno e uno e il cameriere ritorna alla carica con l’antipasto prospettando attese lunghe per il primo.
Chiediamo quindi un antipasto in forma ridotta (ma lo pagheremo per intero) e decliniamo l’offerta di vino da lui fatta con la solita formula “un bianco o un rosso”. Senza uno straccio di carta. Nel frattempo viene un tavolo di suoi conoscenti e magicamente si materializzano altri 3-4 primi tra le proposte da cui scegliere. Al di là delle discutibili preparazioni, fa rabbia che anche per i secondi, tutta carne da scegliere a peso, si chieda di farlo alla cieca e il rischio di farsi male la tasca è veramente alto per cui decliniamo.
Questa la sintesi di un pranzo mediocre, reso ancor più insopportabile dal non sapere quando si andava a spendere e dalle critiche entusiaste di diversi utenti su trip. E sinceramente trovo indegne che tante persone siano, in questo come in altri casi, disposte a tessere le lodi di posti dove ci si pone verso i clienti con così poca professionalità, per non dire altro. E questo comportamento squallido lo ritroviamo anche il locali di un certo livello o almeno che aspirano ad esserlo. Indipendentemente dal costo finale, è una mancanza di rispetto nei confronti del cliente che mangia, nervoso, con la paura di una brutta sorpresa a fine pasto oltre, a non avere una chiara visione delle pietanze offerte. D’altronde, se non c’è una volontà truffaldina, non si capisce perché i prezzi non vengano portati in visione visto che un cliente rendendosi conto di quello che spenderà, è più disposto a prendere altro, mentre se non conosce il costo , si frena. Chi non li mette, quindi, o è uno sciocco sprovveduto o è in mala fede. Tertium non datur.
Oltretutto è OBBLIGATORIO PER LEGGE. L’obbligo è stato ribadito nel 2000 con il decreto legislativo 84 che attua una direttiva europea (98/6/CE), come pure sussiste l’obbligo di indicare per iscritto gli allergeni ed eventuali prodotti congelati.
In alcune regioni italiane, con legge regionale si è deciso di obbligare gli esercenti a mettere i menu finanche fuori ma in Campania questo resta un miraggio.
La cosa più assurda è che se uno chiede il menù, viene guardato male dal cameriere e bollato come uno scocciatore, quando si sta solamente chiedendo il dovuto.
In Campania quello che è la normalità viene vista come l’eccezione con l’avvallo di tanti clienti che sorvolano su questa cosa. Fanno spallucce , ameno fin quando non capita loro di trovarsi bistecca a 100 euro al kg al momento del conto o una grigliata a 48 euro la porzione (capitato a me, anni fa in località di mare).
Se tutti iniziassero a boicottare i ristoranti che non portano il menù, fosse pure la migliore cucina al mondo, forse le cose cambierebbero ma in Campania siamo troppo sciatti per fare una qualsiasi forma di protesta sociale. Sarebbe cosa buona che anche la stampa specializzata, evitasse di citare ed elogiare locali che vengono meno a questa elementare regola di civiltà oltre che obbligo di legge. Soprattutto su cibi che si vendono a peso quali pesce, carne e sui vini, conoscere i prezzi è fondamentale per non ritrovarsi conti mostruosi e per mangiare rilassati.
Che dite? Vogliamo iniziare noi a dare il buon esempio boicottando i locali che non portano in visione il menù? Non è mai troppo tardi per chiedere di essere trattati da persone civili. Non è mai troppo tardi per iniziare ad esserlo: “Non basta indignarsi per cambiare il mondo”. Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa. Sennò si è CORREI!!!
15 Commenti
I commenti sono chiusi.
Capitata una serata simile in una trattoria a Castellammare di Stabia. Naturalmente eliminata dai contatti.
Bravo Marco! E aggiungo: ti siedi, chiedi il menù e, a risposta negativa, ti alzi e te ne vai!!!
Regola aurea mai entrare in un ristorante senza menù esposto.Tollerate solo trattorie di antica consuetudini.Far rispettare la legge da partte dei comuni.Come al solto a Napoli(ed al sud)legge non rispettata.Conseguenza turisti in fuga dai locali pubblici.
Marco confermo anche a noi successo qualche anno fa ad Atrani in un ristorante, pagato un bel po un secondo di pesce senza sapere prima il costo (forse abbiamo sbagliato noi a non chiedere prima) comunque dopo quasi 40 anni di frequentazione di locali io trovo fastidioso chiedere il costo di una pietanza e tieni presente che qualche giorno dopo eravamo a cena alla Caravella di Amalfi, e li tu hai il menù scritto chiaro con tutti i costi dei piatti, e quindi sai già prima il costo finale di un pranzo o della cena .
@Giulio, è fastidioso chiedere prima, soprattutto se si condivide il tavolo…, ma sentirsi gabbati dopo ed irrimediabilmente è ancora più fastidioso, in un negozio possiamo sempre dire, se lo tenga, se il prezzo è da furto, non possiamo fare lo stesso con un fuori carta che ci siamo già “pappati”…credo che i ristoratori giochino col nostro imbarazzo, mentre dovrebbero essere loro a vergognarsi, altro che elemosinare un diritto a bassa voce come cospiratori…purtroppo comunque la si giri, svanisce la magia di stare a tavola sereni
Tutto ok, dove sono i nomi? Diamo un esempio concreto, non ci fermiamo alla solita mezza notizia.
Non servono nomi, almeno in questo caso; è sufficiente che, quando uno trova locali così, non dia loro nemmeno il tempo di rimediare, quindi alzarsi (o non sedersi) ed andarsene senza tante parole…. una volta, due e tre, o cambiano o chiudono!
Non è una moda. Nella maggior parte dei casi non sono ristoratori, ma gente improvvisata anche se da anni fanno ristorazione. Giusto boicottare i locali che non hanno il menu e la carta dei vini. Bravo Marco.
Scusami Marco…se nom ricordo male tu spesso chiedi di citare i nomi …
Ora “non serve” .. ?
il nome non l ho messo sia perche poi per par condicio dovrei metterne anche altri nella medesima situazione e ci sono anche locali piuttosto conosciuti, sia perchè l’articolo mira a sensibilizzare i lettori non a colpire il singolo ristorante. il problema è collettivo.Sono i clienti che devono svegliarsi e iniziare a ragionare come esseri civili e pensanti e snobbare decisamente chi non li considera tali.
bisognerebbe essere però coerenti …. se non ricordo male proprio tu chiedi “ai testimoni di turno” di fare i nomi ….e stavolta invece sei proprio tu a non farlo il nome ….
“mettiamoci daccordo” … o li chiedi/e si fanno …SEMPRE ..altrimenti “in questo caso” resta una “mezza notizia” ….
aggiungo …. se io so che un ristorante lavora cosi’ … NON CI VADO … se invece mi organizzo ..magari sono con persone con cui non voglio/posso fare “discussioni particolari” …e mi trovo all’improvviso in un locale del genere… mi risulterebbe difficile chiedere ai miei commensali …di alzarmi e andarmene …
Caro Omonimo Marco, premesso che non so a quale frase mia ti riferisca e estrapolata da quale discorso, ma per un attimo, mettiamo da parte la nostra indole forcaiola e ragioniamo. Se io ora facessi il nome, verrei meno all’etica di giornalista ( e io lo sono da 10 anni) poichè farei un uso personale del mezzo di comunicazione che ho, per colpire qualcuno. Qui io non ho una rubrica di recensioni “pure” ma una di segnalazioni di locali che visitati anonimamente mi sono piaciuti. Una cosa è scrivere su trip o sulla mia pagina facebook e una cosa qui.Per capirci, tu, nei commenti puoi scrivere il nome di qualcuno che ti ha trattato male, io, nell’articolo NO. A chi me l ha chiesto con messaggio privato l’ho detto. Ma qui, dove oltretutto sono ospite, non posso.Tutto qui. Nessuna mancanza di coerenza, solo rispetto del blog che m ospita e dell’iscrizione ad un ordine (quello dei giornalisti) che mi rende orgoglioso di definirmi tale.
Ora non ricordo quali erano i post ……se non sbaglio erano proprio su questo blog ma forse erano degli interventi e non articoli scritti da te quindi forse è diverso e capisco.
Il fatto è che troppo spesso si parla in generale di questi argomenti e non è certo per indole forcaiola che ho “chiesto il nome”.
Mi piacerebbe che si riuscisse a raggiungere un obiettivo pratico altrimenti si rischia solo di restare nella teoria.
Io quando ho potuto “mi sono alzato” ma come dicevo .. non sempre è possibile e alla fine chi lavora in tal modo non subisce “la dovuta pressione” , altro che forca……e magari se si tratta di un “locale famoso” la gente continua ad andarci e ne richiama altra ancora..
Spero almeno che tu abbia lasciato una recensione “pubblica” da qualche parte dove non eri soggetto a restrizioni ed al servizio di tutti e di quanto scrivi qui nell’articolo.
grazie comunque.
Cero che l ho fatto e pure molto cattiva ;-) L’indole forcaiola sono il primo ad averla quando vedo qualche ingiustizia, pure se non la subisco io in prima persona.