Pizza Report, la risposta ironica di Ciro Salvo a Milena Gabanelli:-)


Pizza Report

Oggi, sei ottobre, nasce la pizza a cui nessuno aveva prima pensato: la Pizza Report bella bruciata come mai si era visto a Napoli prima della trasmissione tv
La risposta ironica di Ciro Salvo alla Gabanelli rilanciata da Maurizio Cortese.

La risposta scientifica viene invece dal responsabile dell’istituto Zooprofilattico di Portici, Limone:
Le pizze, analizzate nel loro insieme (perchè non è che si mangia solo il bruciato sottostante) non contengono una quantità tale di cancerogeni da destare preoccupazione. Così, carte alla mano, Limone mostra che la quantità rilevata di benzoapirene, sostanza cancerogena, è «inferiore a 0,5 nanogrammi per grammo», a fronte dell’1,51 indicato da Report. Come per il benzoapirene, lo stesso vale per le altre sostanze cancerogene i cui valori, sommati, «non arrivano al limite massimo previsto» che, in base al regolamentoUe (n.835/2011 sui tenori massimi di idrocarburi policiclici aromatici nei prodotti alimentari) è di 30 nanogrammi per grammo.

Come mai Bernardo ha ignorato l’Istituto Regionale che controlla i cibi in Regione. Non lo riteneva attendibile? E allora perché non lo ha confrontato con quello di altri istituti?
Forse perchè questo dati smontano da soli il 50% dell’impianto accusatorio costuito a tavolino.

8 Commenti

  1. dopo il caffè, la pizza : la gabbanelli si scomoda per una inchiesta su lavoratori che lavorano in media 10 ore al giorno e sera tardi in una italia dove la gente muore di cancro a taranto o presso le antenne di alcune radio, dove la corru ( p.s. zione e la clientela sono a livelli intollerabili e renzi saluta un manager che licenzia e paga le tasse in svizzera e porta la fiat in olanda ; anch’io voglio pagare le tasse per un altro stato; credo che stavolta la gabbanelli meriti il premio ” emilio fede ” , senza offesa per l’anziano emilio ( p.s per ora nessun paziente deceduto per malfunzionamento pacemaker , ben più scandaloso il servizio sul laboratorio di stato )

  2. ma cosa state difendendo? il giornalista dell’inchiesta è Bernardo Iovine, di origine aversana, è sono certo che l’ultima cosa che vuole è affossare la pizza napoletana a favore di non si è capito bene quale altra pseudo pizza. Perchè invece di prendere posizione per fede (che già di fede ce ne sono tante in giro e nessuna è mai proficua) non si prende lo spunto per informarsi. Certo i danni da farine raffinate riguardano tutto il comparto, pane, pasta, biscotti, dolci vari, ecc.., ma questo non significa che i danni sono meno reali. Questa munnezza che oggi spacciano per farina deriva da grani modificati geneticamente dove il livello di glutine è portato alle stelle così i pizzaioli si divertono a far roteare le pizze i pastaioli si atteggiano che la loro pasta non scuoce, i pasticcieri son contenti di poter sparare lievito chimico, i panettieri non hanno difficoltà a far crescere le bollicine nel pane, insomma son tutti contenti fatto salvo la salute dei consumatori. Questa specie di colla si attacca all’intestino e ne distrugge i villi che dovrebbero assorbire i nutrimenti, ne conseguono gonfiori, mal di pancia se non le sempre più diffuse intolleranze. Cosa altro ha detto di male? ah già che mangiare gli idrocarburi che si formano dalla farina bruciata fa male, e qual’è la scoperta? Oppure che l’olio che viene utilizzato è della peggiore qualità, per non parlare del pomodoro e della pseudo-mozzarella utilizzata. Ma cosa vogliamo difendere’ se proprio ci teniamo allora difendiamo quei 3-4 artigiani della pizza che scelgono i loro prodotti, che curano la lavorazione e che tengono a cuore la salute di chi gli porta denaro. Fermo restando che sono d’accordo sul fatto che andrebbe divulgato anche quanto siano velenosi tutte quelle schifezze del mulino bianco e similari.

  3. Sicuramente ci sono dei pizzaioli e casari che producono i loro prodotti con professionalità e onestà…lode a loro.!!!!!!
    Purtroppo vi sono moltissimi operatori commerciali (in tutti i settori) che guardano solamente l’interesse economico pretendendo dai fornitori di prodotti “finiti” (Surgelati , A.T.M., S.V., ecc.) o materie prime, delle condizioni commerciali e prezzi sempre più rivolti verso il basso infischiandosene della qualità (che per loro costa cara) e della salute dei consumatori che, costretti dalle poche o scarse possibilità economiche, sono facile preda di questi signori. Sono state, recentemente, scoperte delle società e aziende che immettevano sul mercato prodotti vecchi e scaduti da molto tempo ricomponendoli e preconfezionandoli….in questi casi sarebbe giusto e opportuno divulgare i nomi delle aziende e dei loro titolari affibbiandoli, inoltre, una dura condanna per tentato omicidio.( pensate…quanta gente e bambini ogni giorno mangiano queste porcherie ).
    Grazie per l’attenzione.
    RENZO
    P.S. è la prima volta in vita mia che scrivo un commento…fate come Vi pare.!!!!!!!!!!!!

  4. Non so se Ciro Salvo sia quello di kalò 50 che ho battezzato “kakò 100” dopo aver gettato nella pattumiera una pizza da asporto talmente bruciacchiata che era immangiabile. La parte bruciata del cornicione si poteva togliere ma il fondo era irrecuperabile perchè molto sottile.
    Perciò, almeno per me, quella della foto non è la prima ma la seconda pizza “bella (anzi brutta, o meglio, bruttissima) bruciata”.

  5. ovunque c’e’ interesse si crea il dubbio per il beneficio dei pochi, attenti pizzaioli e operatori seri a non entrare nel gioco delle televisioni. Noi consciamo benissimo la quAlita’ e sappiamo benissimo i sacrifici che bisogna fare per strare al passo coi tempi non diamo sfogo a discussioni sterili.

  6. il servizio di report è un CUMULO ABNORME DI FALSITA’ e chi lo difende è in malafede

  7. Concordo in pieno con quello che ha scritto Nicola Ciccarelli, ed in più vorrei aggiungere che la pizza non è quella dei pizzaioli, personaggi oramai “pubblici” , che cercano di promuovere, giustamente, il loro brand attraverso manifestazioni ed assaggi, offrendo naturalmente prodotti controllati al massimo per pubblicizzare al meglio la “pizza”, ma bensì quella che quotidianamente “lavoratori” sfornano nella maggior parte dei casi fregandosene altamente della qualità dei prodotti. E allora dov’è lo scandalo provocato dalla Gabanelli? Provate ad andare a mangiare la pizza il sabato sera dai vari “la Notizia, Sorbillo,50 kalò, Starita, Di Napoli etc…….e vedrete che non è un granchè (ovviamente sempre meglio delle pizzerie classiche da asporto). La verità è che come tutte le cose bisogna avere equilibrio per capire che in ogni critica c’è sempre un fondo di verità. Questa storia della pizza, come quella del caffè o dell’acqua …mi fa venire in mente funiculì funiculà…(Lello Arena) adesso il prossimo colpo di grazia sarà sul mandolino……

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