Paestum, il “maccaturo” in viaggio sulle strade della mozzarella
Maccaturo … what is this? È una parola antica, il grande tovagliolo usato per contenere il cibo da portare in campagna per trasportare cibo. Nel nostro caso è una “filosofia, un modo di vivere la cucina e la propria professione ideato e creato da: Paolo Barrale del Marennà di Sorbo Serpico, Giovanni Mariconda di Taberna Vulgi a Santo Stefano del Sole, Antonio Pisaniello della Locanda di Bu in Irpinia, Lorenzo Principe di Luna Galante a Nocera Superiore, Pasquale Torrente del Convento a Cetara e padrone di casa Raffaele Vitale di Casa del Nonno 13 a Mercato Sanseverino.
I prodi sono arrivati a Paestum, moderati da Luigi Cremona, per far conoscere l’idea e la coralità che sono alla base del “maccaturo”.
La “cerimonia” si svolge la domenica sera dopo una giornata pesante di lavoro. I componenti si presentano con qualcosa, un piatto, un’idea, sempre ricercando le origini, le proprie radici. Quattro le idee presentate: “ l’origine”, una sorta di raviolo ricavato dalla pelle della mammella della bufala.
A seguire la braciola di mozzarella, con la carne di bufalo e carciofo arrostito.
l’idea nasce dal divertimento, dalla voglia di stare insieme, di comunicare esperienze lungo il filo dell’amicizia e solidarietà.
Ancora allegria e semplicità per lo spaghetto freddo con acqua di pomodoro e mozzarella di bufala, proprio uno sfizio.
Ironica e ben riuscita la polpetta del ragù sovvertita: la carne con il ragù dentro una sfera croccante su purea di patate.
Il divertimento si chiude in dolcezza con un ricordo della torta alle noci con melassa di fichi del Cilento, sfusato amalfitano e sul fondo biscotto a base di noci e farina ideato e creato da Antonio Pisaniello della Locanda di Bu in Irpinia.
Insomma splendide menti, vivaci che si divertono e fanno divertire.
A cura di Giulia Cannada Bartoli
2 Commenti
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OOps una svista ti sei dimenticati della Locanda di bu …..ha preparato il dolce cara Giulia!!
Maccaturi, mesali mo ci manca solo lo stuoiavuoccolo.