Nocera Inferiore, Serata Coldiretti alla Casa degli Angeli
di Giovanna Fasanino
La sintesi dello spirito di “Colti e mangiati” attraverso l’interpretazione dei prodotti della Campania per mano di due chef d’eccezione, uno dei quali, nocerino “doc”, dopo avere girato il Mondo, ha fortemente voluto portare la sua idea di cibo nella sua città natale (ma di lui parleremo più in là).
In una cornice affascinante e mai abbastanza conosciuta, la chiesa sconsacrata di Sant’Angelo in Grotta a Nocera Inferiore, nella loro “La casa degli Angeli” Agostino Petrosino e Carmine Nozzolino hanno interpretato una insolita varietà di prodotti provenienti da tutta la provincia salernitana e non solo: i salumi del Cilento, i fagioli di Casalbuono, i latticini di Buonabitacolo, i cruschi nella variante del Vallo di Diano, le nocciole di Giffoni, il cipollotto nocerino, la scarola e gli ortaggi di Sarno come il pollo ruspante. Il risultato? Ad accogliere gli ospiti tocchetti di cioccolato bianco salato con nocciola di Giffoni, peperoncino, fior di sale e pistacchi di Bronte che hanno dato il benvenuto insieme ad una simpatica composizione di cruditè in olio.
A seguire, soufflé di cipollotto nocerino con “contorno di salumi “Santo Iacono” di Monte San Giacomo e la ricotta dei fratelli Rinaldi di Buonabitacolo.
Zuppa di fagioli di Casalbuono con cipollotto e fave di cacao. Fagioli che oltre alla squisita bontà serbano un altro particolare: il loro produttore è una donna, una giovane donna di Casalbuono, Rosa Barbato che ha preferito l’agricoltura agli studi in lettere, investendo su ben sette cultivar.
Il primo piatto è stata una sorpresa di sapore: spaghetti con pomodoro San Marzano e gelatina di caciocavallo silano, anche questo dei fratelli Rinaldi di Buonabitacolo. A seguire, il pollo ruspante di Michelangelo Corrado su cialda di patate e scarole. Un assaggio di pecorino prodotto dall’azienda di famiglia di Paola Passaro di Giungano.
Il dolce? Mela annurca caramellata e bon bon di sorbetto di mirtilli.
Il dibattito a margine della cena ha coinvolto prima con l’aspetto archeologicho: la dottoressa Angela Corolla, archeologa e ricercatrice presso l’Università di Salerno ha illustrato la storia e le caratteristiche architettoniche del luogo che ospita il ristorante. Dalla cornice al piatto il passo è stato breve, sempre in tema “km 0”: una vivace parentesi sulle varietà di maialino presenti in Campania resa possibile dall’intervento di Raffaele D’Angiolillo che ad Ascea alleva suini e che ha portato l’attenzione sulla “pelatella”. Intervento a cui ha fatto eco quello del dottore veterinario Gaetano Pagliuca, responsabile controlli sui prodotti ittici per l’Asl sa1 di Nocera Inferiore: “i prodotti italiani rispettano una filiera seria e rigida, che rende possibili tracciabilità e sicurezza – ha sottolineato Pagliuca – alle quali fa, purtroppo, da contraltare un’importazione di prodotti dall’estero, da paesi che non rispettano i nostri stessi protocolli di sicurezza. Dunque, in un’ottica di sicurezza è preferibile consumare prodotti italiani e quanto più a noi vicini”. Ad illustrare i gioiellini del Vallo di Diano, il presidente della Coldiretti Sezione di Teggiano, Vincenzo Casella, che non ha mancato di sottolineare come la riscoperta della tradizione agricola e zootecnica del Vallo passi attraverso l’impegno dei più giovani: “Assistiamo ad una rinascita dell’imprenditoria agricola grazie all’impegno di tanti ragazzi, che scelgono di investire sul proprio territorio e sulle sue tipicità” . Vittorio Sangiorgio presidente di Coldiretti Salerno, invece, ha lanciato il progetto Cooperative amiche di Coldiretti, teso a raccogliere adesioni da parte, appunto di cooperative di qualunque genere. Una nuova scommessa in cui Coldiretti crede molto, come anche crede nel progetto di un turismo a vocazione gastronomica al cui sviluppo si sta lavorando grazie alla collaborazione con ILO di Luca Auletta e Donatella Caselli, pilasti dello stesso percorso di “Colti e Mangiati”. Progetti, riscoperta del territorio e dei suoi prodotti che non possono prescindere dall’educazione alimentare – il punto sul tema ad ogni incontro è affidato alla dottoressa Antonella Milite, nutrizionista – ed alla “istruzione” degli chef di domani, su cui molto punta il professore Gerarado Califano, già vice preside dell’istituto alberghiero di Nocera Inferiore che, insieme al professore Pepe, alterna tradizione e cultura nei suoi interventi ad ogni tappa del progetto.
Un intervento rispetto all’educazione anche dei più piccoli a cui dedica molte delle sue energie una mamma chef che nell’Agro tutti conoscono e che è stata presente alla serata a Casa degli Angeli: Philly d’Uva, chef a domicilio, punto di riferimento di Coldiretti in cucina.
“Coinvolgere nella promozione dei prodotti d’eccellenza direttamente i ristoratori, che ne sono i primi fruitori ed interpreti – ha sottolineato in conclusione di serata, Agostino Petrosino – si rivelerà nel medio periodo un ottimo volano per dare giusta visibilità al lavoro di tante aziende e persone serie”. Sicuramente tanto di tutto ciò passerà dalle sue mani!
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