Morbino 2008 Bianco Basilicata igt
VINI LA LUCE
Uva: moscato 60%, malvasia bianca di Basilicata 40%
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Michele La Luce (Foto di Giulia Cannada Bartoli)
Il mio personale Oscar dei Grandi Vini da Piccole Vigne provati a Castelvenere (Bn) a fine agosto, non va in Campania, ma in Basilicata. Il motivo non è dovuto al fatto che non sia stata emozionata da straordinarie piccole vinificazioni di Greco di Tufo, o Fiano, come quelle di Centrella e Cantina dell’Angelo in Irpinia e di San Giovanni Tresinus in Cilento.
La ragione sta nel coraggio e nel risultato ottenuto da Michele La Luce, viticoltore appassionato insediato in Vulture da generazioni a Ginestra, piccola frazione tra Venosa e Barile nel cuore della produzione dell’Aglianico del Vulture.
La Lucania non vanta particolari tradizioni di vinificazione di bianchi se non la consolidata spumantizzazione di moscato, malvasia e, ultimamente, Aglianico. I vitigni bianchi utilizzati dalla maggior parte delle aziende locali sono Fiano di Avellino e Greco.
Il mercato, soprattutto la ristorazione, pressa i produttori per il completamento della gamma. Ecco che allora Michele La Luce decide di avviare nel 2008 una piccola produzione di bianco, appena 3.500 bottiglie. Naturalmente non intende allinearsi alle mode, s’ispira invece alla tradizione locale della spumantizzazione di moscato e malvasia e va all’avventura verso la vinificazione in versione ferma di questi due vitigni in uvaggio.
Il nome Morbino, attribuito anche all’etichetta da tempo a catalogo, dello spumante charmat, deriva dalla posizione dei vigneti, a circa 450 slm, confinanti con Contrada Morbano, famosa per la produzione del Moscato Spumante. L’esposizione delle vigne mantiene le uve sempre al sole, e il piacevole venticello del Vulture contribuisce a preservarne la sanità e prevenire oidio e peronospora.) I terreni calcareo – argillosi e magmosi, naturalmente d’origine vulcanica, infondono al vino una precisa matrice minerale, portato all’equilibrio nei profumi e nella struttura dalla buone escursione termica e dalla serietà del lavoro, in vigna di Michele e in cantina di Sergio Paternoster.
La fermentazione è breve, a bassa temperatura con criomacerazione e decantazione a freddo. Il vino si stabilizza fino a dicembre per poi affinare in bottiglia almeno 4 mesi. Prima dell’imbottigliamento viene portato anche sotto lo zero. Ne risulta un colore giallo paglierino molto tenue, addirittura bianco carta, con fantastici profumi varietali.
La Malvasia Bianca di Basilicata viene tradizionalmente usata per produrre vini di buon livello qualitativo, ai quali conferisce oltre ai predetti caratteri aromatici, un’importante acidità fissa, fondamentale sia, per la spumantizzazione, sia, per la vinificazione tranquilla.
Ne viene fuori un bicchiere decisamente insolito, accattivante e beverino. Al naso ritrovo profumi varietali aromatici, tenui, morbidi e allo stesso tempo intensi, piacevoli effluvi agrumati e cedrini. Siamo al sud e quindi troviamo sentori di frutta matura e una struttura glicerica più importante. L’ingresso in bocca è una sorpresa: ci si aspetterebbe un vino tendente all’amabile, invece i sentori olfattivi si fondono elegantemente con netti e piacevoli picchi di freschezza ( acidità 6 gr./lt) sapidità, mineralità e lunga persistenza aromatica. Assenza totale di residuo zuccherino. Straordinaria morbidezza conferita dai 13, 5 – 14% gradi alcolici assolutamente poco percettibili al palato, dedicata a quel pubblico che si fa suggestionare dalla gradazione alcolica del vino come unico indice di gradimento. Ottimi riscontri sui mercati di Milano e Roma, mi racconta Michele.
Ho spesso affermato che il vino è frutto del suo territorio e che parte fondamentale del territorio è data dagli uomini, dalla loro cultura e dal loro modo di concepire la viticoltura. Bene questo Morbino Bianco è assolutamente figlio del suo terroir, tra Barile e Venosa (Pz) all’ombra del Vulture e del vignaiolo Michele La Luce: una persona, semplice, apparentemente timida, ma di ottima struttura e “persistenza”.
Gli abbinamenti? Lo vedo bene su delicati crudi di pesce accompagnati da verdure alla griglia, sul baccalà alla brace, sulla mozzarella di bufala aversana, zuppette di legumi estive, e ancora sugli spaghetti alla colatura di alici di Cetara di Pasquale Torrente del ristorante Al Convento.
In perfetta linea il prezzo: 6 euro franco cantina.
Scheda di Giulia Cannada Bartoli
Sede a Ginestra. Via Roma, contrada Serra del Tesoro. Tel./fax 0972.646145. Cell. 3476386630 www.vinilaluce.it. [email protected]. Enologo: Sergio Paternoster. Ettari: 6 di proprietà. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: aglianico, moscato, malvasia.