Monreale, i rosati pugliesi e siciliani di Radici Wines
di Guido Falgares
Tra le tante esperienze formative e informative che ciascuno di noi può fare in tema di cibo, quella relativa al mondo del vino e ai suoi segreti si configura come un’esperienza unica e straordinariamente affascinante.
Sono tante le ragioni di quanto andiamo dicendo. Ma una di queste, non meno importante, riguarda proprio noi consumatori. Tutti, purché formati, dovremmo essere nelle condizioni di riconoscerne la qualità, le caratteristiche, le specificità, addirittura la provenienza geografica. Non servono macchinari, analisi da laboratorio, conoscenze scientifiche: serve farsi guidare e accompagnare da chi ha esperienza in questo campo, in un viaggio che coinvolge il gusto, certamente, ma che stimola la parte identitaria di ognuno di noi, in un gioco di specchi tra le nostre radici e quelle del frutto, con la sua storia e la sua identità. Ci si può riconoscere oppure, al contrario, avvertirne l’estraneità, ma pur sempre in una dimensione dialogica che, ribadiamo, non è data ma si apprende.
Tutto questo lo faccio da tempo nel corso di un lungo percorso formativo, che sta portando alcuni di noi a saperne di più sul vino e i suoi segreti.
È prevalso in me l’interesse per comprendere un suolo che può contenere in pochi grammi fino a un miliardo di organismi viventi che agisce sul suolo e sull’originalità della sua produzione.
È prevalso in me l’interesse per un vitigno che appartiene alla tradizione di quel suolo, di quel territorio.
Suolo e vitigno diventano, quindi, un inscindibile binomio per la salvaguardia delle tipicità locali.
E’ questo uno dei temi più attuali e decisivi per l’intero mondo vitivinicolo e per il suo sviluppo.
Fa parte di questo percorso l’ “Anteprima siciliana” di Radici Wines.
Francesca Tamburello organizzatrice di questa anteprima mi ha invitato, già per il secondo anno, a dare un contributo alla sua realizzazione.
Sono intervenuti nel corso di questi anni figure di prestigio nazionale e internazionale quali i giornalisti Franco Ziliani e Luciano Pignataro, ma anche professori e ricercatori universitari e imprenditori del settore.
Franco Ziliani e Luciano Pignataro sono con Nicola Campanile gli ideatori di “Radici Wines”; l’autorevole evento, intorno alla scintillante stella dello Autoctono del sud, che da tanti anni si svolge in Puglia e quest’anno si tiene, dal 5 al 10 giugno, a Carovigno nel Resort Masseria Caselli.
Qui i più autorevoli protagonisti del sistema vitivinicolo di Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia si confrontano per celebrare la straordinaria evoluzione dei vini da vitigno autoctono meridionale.
Venerdì 10 maggio alle ore 18,00 nella città di Monreale, in una affascinate sede “il ristorante degli aranci di Sergio e Angela Ciziceno, nella terrazza panoramica dalla quale si gode uno splendido cielo azzurro, un meraviglioso tramonto di un maggio fiorito e pieno di profumi, una magnifica vista sul golfo di Palermo, si è svolta l’importante ’“Anteprima siciliana” di Radici del Sud che ha lo scopo di individuare i vini che, in Sicilia, meglio rappresentano la tipicità del vitigno e del territorio di appartenenza.
Quest’anno i vitigni individuati per rappresentare con i loro vini la Sicilia sono il Catarratto, il Nero d’Avola e il Nerello Mascalese.
Le Cantine siciliane presenti:
Entellano, Buceci, Vivera, Tenuta Monte Gorna, Feudo Cavaliere, Xeravuli,
Disisa, Rapitalà, P.pe di Corleone, Barbera, Caruso&minini, Baglio del Cristo,
Cento passi, Calatrasi, Verovini, Tenuta Castellaro, Planeta, Patria, Tasca,
Marabino, Fattorie Azzolini.
Francesca Tamburello ha ringraziato il Comune di Monreale, la Provincia Regionale di Palermo, il Credito siciliano, l’Istituto della Vite e dell’Olio, la Rai, il T.G.S., TRM-Palermo, i giornalisti, gli ospiti, le Cantine;
il Sindaco di Monreale avv. Filippo Di Matteo ha portato il saluto della cittadinanza.
I tanti ospiti, guidati dai produttori e dai sommeliers, hanno quindi iniziato il percorso tra i “banchi d’assaggio” predisposti nella terrazza panoramica.
Le ceramiche ornamentali della signora Maria Grazia Bonsignore arricchivano tali banchi; alcune di queste ceramiche, identificative del territorio, sono state regalate agli organizzatori.
A rendere più piacevole il pomeriggio è stata la presenza di Nino “’u ballerinu” che ha offerto a tutti “’u pane cà meusa”
(pane con la milza). Tipico piatto della cucina di strada palermitana, considerata la più antica e ineguagliabile cucina gestita anticamente dai “buffittieri” e che perdura nel tempo grazie al gusto di palermitani doc come Nino.
Al termine della prima parte la sensazione era che il tempo fosse volato. Tutti desiderosi di cibarsi di quante più informazioni possibili, senza farsi scappare una sola parola. Curiosità? Non crediamo. Forse i vitigni della tradizione e il loro vino richiamano il nostro transpersonale, le nostre radici culturali, i nostri avi, le nostre terre, insomma chi ci ha preceduto. Il vino sollecita, ma soprattutto evoca e provoca insieme. Ci ricorda chi siamo, da dove proveniamo e forse dove andremo, se non staremo attenti a tutelare la terra e i suoi frutti.
Come accade spesso in queste occasioni, quando cioè gli ospiti sono di così grande competenza, il tema in oggetto, accanto a questioni tecniche, ha assunto una dimensione valoriale (il suolo, i vitigni autoctoni, l’originalità della produzione, l’ambiente, la qualità).
Alle ore 21,00 ci trasferiamo nell’attigua sala ristorante che è apparecchiata in modo sobrio ed elegante; qui i rosati di Puglia hanno incontrato i rosati di Sicilia
Rosati Pugliesi:
Pietraventosa (BA); Palamà Metiusco(Cutrofiano Lecce); Libera Terra Alberelli de la Santa( IGP Salento); Mjere di Michele Calò. È presente il produttore della cantina Palamà.
Rosati Siciliani:
Paolo Cali “Osa!” (Vittoria); Caruso & Minini “Tàsari”(Marsala);
Tasca d’Almerita” Le Rose”; Tasca d’Almerita Brut rosé” (Regaleali- Palermo); Marabino “Rosanera”(Noto); Cantine Barbera “La Bambina” 2012(Menfi); Cossentino” Rosa del Sud” (Partinico); Ajello “Rosato” (Mazara del Vallo); Principe di Corleone –Pollara -Rosato(Corleone). Sono presenti i produttori delle cantine Cali e Principe di Corleone.
La tavola è un luogo d’incontro e scambio d’idee, esperienze, azioni e di tutto ciò che rafforza i legami tra le persone. Franco Ziliani e Luciano Pignataro, nel corso dell’ottima cena, ci hanno parlato prima del concetto del vino rosato e poi dei rosati di Puglia e di Sicilia in degustazione:
alcuni con un colore che ricorda più i toni del giallo che quelli del rosa, un profilo aromatico floreale ed una discreta sapidità al palato;
altri con colori più accesi, tendenti al fucsia e con nasi intensi dominati da una frutta agrumata, al palato un tocco di freschezza e di sapidità;
altri, ancora, con colori definiti proprio dalle tonalità del rosso ed una struttura ricca, potente, con profili fruttati, speziati e minerali di grande complessità.
Il racconto è stato molto gradevole alla presenza di un pubblico interessato e coinvolto come non mai.
Molto dipende poi da cosa riesce a risvegliare nel nostro cuore ciò che percepisce il palato.
Arrivederci all’anno prossimo.
Foto di Guido Falgares