La pizza napoletana di Giuseppe Pignalosa sposa il Chiaretto all’Anteprima di Lazise
Il Bardolino Chiaretto si è candidato a partner ideale della pizza d’autore, tant’è che fino a maggio il Consorzio di tutela bardolinese ha programmato un tour in alcune delle migliori pizzerie italiane, dalla Sicilia al Piemonte. L’abbinata pizza-Chiaretto verrà ribadita anche all’Anteprima dell’annata 2015 del classico rosé gardesano, che si presenterà al pubblico a Lazise, sulla riva veneta del lago d Garda, domenica 6 e lunedì 7 marzo insieme con il Lugana e con il Bardolino. A realizzare a Lazise la pizza per la stampa in arrivo da venticinque paesi del mondo sarà uno dei più noti pizzaioli napoletani, Giuseppe Pignalosa, patron della pizzeria Le Parùle di Ercolano, in piena area vesuviana.
È proprio il territorio del Vesuvio e la sua tradizione contadina quello che Giuseppe Pignalosa ama “raccontare” attraverso le sue pizze, utilizzando i prodotti dell’orto, resi ancora più saporiti dai suoli vulcanici di Ercolano, e seguendo il ciclo delle stagioni. Non è un caso che abbia voluto intitolare la sua pizzeria Le Parùle, che nella lingua napoletana significa “gli orti”. Grazie proprio al progetto volto a sostenere i contadini del territorio, Le Parùle è stata anche riconosciuta come “pizzeria dell’Alleanza” da parte di Slow Food.
Le pizze di Giuseppe Pignalosa seguono lo stile classico napoletano, ma questo creativo pizzaiolo ha voluto comunque adattare alla tradizione uno studio personale delle farine e della lievitazione che gli consente di ottenere una pasta di altissima qualità. La lunga e lenta lievitazione e maturazione della pasta raggiungono circa trenta ore ed unite ad una idratazione del 70% permettono di ottenere una pizza particolarmente soffice e digeribile.
A Lazise, in abbinamento con il Chiaretto, preparerà la Scarulella, una pizza sulla quale è protagonista la scarola, un’indivia tipica dell’area della provincia di Napoli e molto amata dai napoletani. Sulla pizza è proposta in maniera tradizionale, ovvero con olive nere del Vesuvio, capperi di Salina e fior di latte dei Monti Lattari. Ovviamente in abbinata col Chiaretto non mancherà poi il grande classico della pizza napoletana, ossia la Margherita, fatta con il pomodoro San Marzano e il fior di latte.
6 Commenti
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Promuovere un vino veneto è veramente scontortante.Provate a chiedere un vino campano in un ristorante veneto non conoscono nemmeno i nomi.
Signora Elena, vado da anni all’Anteprima Bardolino e Chiaretto e gli organizzatori di questo importante evento del vino al quale partecipano almeno 100 giornalisti da tutto il mondo, sono estimatori dei vini e dei prodotti campani che non mancano mai di proporre alle cene inserite nel programma. La dice lunga il fatto che il Consorzio di Tutela Vini Bardolino e Chiaretto abbia voluto la pizza napoletana all’ Anteprima.Sono loro a promuovere un prodotto napoletano e non la Campania a promuovere un vino veneto. Il presidente Franco Cristoforetti nel suo ristorante stellato Oseleta ha scelto lo chef napoletano Giuseppe D’Aquino ed in menù ha moltissimi prodotti campani e piatti napoletani. Sempre sul lago di Garda c’è una ristoratrice che ha molti vini campani in carta e li propone agli ospiti con entusiasmo: è Susy Tezzon del ristorante Il Giardino delle Esperidi che ogni anno viene a caccia di prodotti e vini in Campania. Basta con i luoghi comuni.
Cara signora Elena, la veda sotto questo punto di vista: un vino rosato orgogliosamente italiano invita un interprete di una straordinaria espressione gastronomica italiana per rappresentare, insieme, l’eccellenza della cultura alimentare italiana a giornalisti provenienti da più di venti paesi del mondo. Noi siamo fieri di essere parte di questa straordinaria culla di culture materiali che è l’Italia, speriamo che possiamo esserlo tutti sempre un po’ di più. Dividerci in mille rivoli significa essere perdenti, ed è ciò che troppo spesso accade a noi italiani, purtroppo.
Se in Veneto non sanno manco i nomi dei vini campani è colpa dei produttori che non investono in promozione a differenza dei produttori veneti che sono ben conosciuti ovunque.
La pizza napoletana è un piatto universale e va abbinato con tutto quello che si beve nel mondo a tavola.
Infine cara Elena, le racconto un piccolo aneddoto: lo scorso anno il Consorzio Sannio ha organizzato un’azione di promozione dei propri vini con la Falanghina scegliendo Gino Sorbillo come testimonial
Sa che ci sono state critiche dentro il consorzio perché la si riteneva una diminutio? Incredibile ma vero!
E allora, sono coglioni i produttori veneti che scelgono la pizza napoletana (non dei veneti) in abbinamento o alcuni produttori campani, forse la maggioranza, che hanno a casa un veicolo pubblicitario enorme e mondiale e stanno ancora andando alle fiere pagate dalla regione in cui non combinano niente quando basterebbe un gemellaggio con un paio di pizzerie per consumare una produzione media annuale?
Viva il Veneto, Viva la Campania. E Viva la nostra Italia
Provocazione riuscita.
Non vedo l’ora di assaggiare la scarulella ! Vai Giuseppe