La morte di Francesco Arrigoni: il ricordo di Carlo Macchi
Improvvisamente ieri è venuto a mancare a soli 52 anni il collega Francesco Arrigoni. Abbiamo voluto ricordarlo con questo articolo del suo amico Carlo Macchi insieme a Roberto Giuliani, Stefano Tesi e Kyle Phyllips.
La salma sarà esposta dal pomeriggio nella cappella di San Bernardino a Villa D’Adda (Bergamo). I funerali si svolgeranno domani alle 15.
In segno di lutto questo blog oggi sospende l’attività.
di Carlo Macchi
La morte di Francesco Arrigoni è un duro colpo per chi, come noi, ha vissuto la nascita e la crescita del giornalismo enogastronomico italiano. Tutti sapevano chi era, tutti conoscevano la sua storia che l’aveva visto prima con Veronelli, poi al Gambero Rosso, poi free lance sempre richiesto ma rigorosamente distante dai lustrini di quel mondo che aveva aiutato a crescere.
Pochi potevano dire di essergli amici e a me piace pensare che, se le nostre strade si fossero incrociate più spesso, forse potevamo diventarlo. Penso comunque di averlo conosciuto abbastanza per potere, anche a nome dei miei amici Kyle, Luciano, Roberto e Stefano, ricordarlo.
Non era facile entrare in confidenza con Francesco Arrigoni. Quello che molti definivano caratteraccio e che io ho sempre visto come ritrosa timidezza, lo portavano ad inquadrare le esternazioni di amicizia come preludi a possibili fregature e quindi a glissare più o meno elegantemente.
Gli ero simpatico forse perché, intuendo il personaggio, avevo aspettato che fosse lui ad avvicinarsi. Non lo avevo forzato, solo aspettato. Mi ricordo quando, dopo una manifestazione in cui era rimasto molto sulle sue, mi chiese di dargli una mano ad organizzare una cosa per i vini altoatesini a Firenze. Non dico che rimasi a bocca aperta ma quasi. “L’orso” Arrigoni che si avvicina per chiederti una mano? Una mano professionale, sia ben chiaro. La conoscenza e l’amicizia sono venute, forse, dopo.
In questo ci ha aiutato molto amare la montagna, anche se in maniera diversa. Lui preferendola da camminare, io da sciare. Purtroppo il suo amore per la montagna gli è stato fatale e adesso non posso non ricordarlo se non col suo passetto svelto e sicuro attraversare abetaie e salire crinali. Non gli stessi crinali che l’hanno visto per l’ultima volta vivo, ma quelli dell’Alto Adige, da lui molto amati.
Francesco Arrigoni era (quanto è brutto e duro usare forme passate) un uomo che amava il suo lavoro, amava farlo bene e soprattutto sopportava poco chi lo faceva senza la cura e l’attenzione per lui fondamentali. Purtroppo lo faceva anche capire chiaramente, da qui la favola del suo “caratteraccio”. Per me una vera favola perché tutte le volte che l’ho incontrato e visto all’opera ho solo registrato una persona estremamente educata, al limite della timidezza. Timidezza che traspariva solo se la discussione non si animava su tematiche a lui care. Anche in quel caso però mai sentito una parola fuori posto, mai niente di più che educato, anche se fermo e, al limite, tagliente.
Insomma, Francesco Arrigoni era una di quelle persone da cui sapevi perfettamente cosa aspettarti, nel bene e nel male. L’unica cosa che non ti saresti mai aspettato era di doverne parlare dopo la sua morte.
Questo, Francesco, è stato un colpo veramente basso e da te non ce lo saremmo mai aspettati. Sprizzavi vita da tutti i pori, come poco più di un mese fa in Alto Adige, quando commentavi la situazione politica italiana con chiarezza “Lumbard”, auspicando però un deciso cambio di rotta di Bossi e compagnia. Purtroppo la rotta l’hai invertita tu, andando verso luoghi oscuri.
Che la terra ti sia leggera e che i venti di montagna passino a trovarti.
Ciao Francesco
10 Commenti
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La notizia della dipartita di Francesco mi rattrista moltissimo. Ho avuto il piacere di conoscerlo e sopratutto di ospitarlo nella mia Locanda. Ringrazio il buon Dio che mi sia capitato. Ricorderò la sua competenza, la sua ironia e la sua dolcezza. Ricorderò, sempre, le parole di incoraggiamento che ogni volta che lo incontravo mi regalava. Conserverò il ricordo di una vera persona per bene.
Mi associo al dolore di tutti……NON “verso luoghi oscuri”…….per me credente,ora si trova nella beatitudine eterna a chiacchierare col Maestro di sempre,Veronelli davanti a un buon bicchiere di Barolo.Sono sicuro che è stata la prima persona che è andata ad accoglierlo nel suo ingresso nella terra della luce.Che questo pensiero possa anche se poco alleviare le sofferenze dei suoi cari.
Mai avuto il piacere ma letto sì, e diverse volte. La vita è proprio un bagliore, un istante…
arrivasti in punta di piedi era marzo 2004 pranzasti a mezzogiorno, eri da me grazie a qualche amico della penisola sorrentina, il mese dopo una pagina parlava di me e di cetara sul corriere della sera pagina nazionale ed anche grazie a te oggi si parla di colatura tradizionale di cetara , sarà un bel viaggiio il tuo e quando ti raggiungo porterò com me alici e burrro
tvb franz
ricordo ancora la tua visita presso la mia osteria e lo stupore che provasti nel vedere le viti centenarie di Tintore.Quella visita rimane per me un ricordo indelebile che mi ha portato a farmi crescere; grazie a te si e’ parlato di noi su un quotidiano di rilevanza nazionale. CIAO FRANCESCO.
Mi ero ripromesso di evitare polemiche ma questa cosa mi ha particolarmente infastidito.Dei tanti che quotidianamente scrivono su questo blog ( spesso tanto per…..),nessuno ha lasciato un pensiero di condoglianze per la dipartita di Arrigoni.Eppure era giusto farlo per chi è stato una figura importante della gastronomia.Non mi venite a dire che è meglio stare in silenzio perché credo che sia doveroso lasciare anche solo un piccolo pensiero per attestare la stima ha chi tanto ha fatto per il mondo del cibo di cui siamo appassionati.Ma la cosa che più mi ha fatto cadere le braccia è che c’è stato chi (2) non solo non si è mostrato dispiaciuto ma ha addirittura riaperto una polemica (oltretutto scrivendo cazzate) su un post vecchio del 9 luglio,violando così l’astensione dai lavori indetta da Pignataro in segno di omaggio ad Arrigoni…….Io ho atteso la mezzanotte per dirvi: PIGLIATEVE SCUORNO!!!!!!!
p.s. il mio plauso a Pasquale Torrente e Luigi Reale ,molto bello e garbato il vostro ricordo.
ha chi senza h.scusate il refuso.
Io penso che il modo che ciascuno sceglie per affrontare un lutto, vicino o lontano che sia, ricada nella sfera delle scelte prettamente personali, quindi “insindacabili”.
Ci sono vari modi di manifestare vicinanza e cordoglio, fra questi, anche scrivere un pensiero su un blog.
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Ciao
Fuori luogo, fuori tempo, fuori di testa: caro Contursi, l’unico a dovesse vergogna’ qua è lei. Abbi bontà!
Caro Francesco, sono triste, sono colpito. 21 anni di conoscenza, di amicizia, di rispetto, di dibattiti, di discussioni. Ci siamo conosciuti al desco di Gino Veronelli nel 1990 se mi ricordo bene, c’era un gruppo di giovanissimi intelligenti attivi e attenti curiosi degustatori, appassionati, sinceri, felici di parlare di vino e cibi, sicuri di essere dei privilegiati……di fare un mestiere fortunato. Ma Fra, tu, sdrammatizzavi sempre. Mi hai fatto alcune interviste interessanti, fosti il primo a intervistarmi quando arrivai in Franciacorta, per 9 anni ne discutemmo, rilasciai a te l’ultima mia intervista in Franciacorta. Fosti fra i primi a capire il valore e il futuro non solo enologico del Franciacorta Saten, scelta difficile a quel tempo. Perdo un amico, indimenticabile, fra i pochi ad essere schietto, all’apparenza anche scontroso. Si perde un signore del nostro mondo di gourmand e di innamorati del vino italiano, soprattutto anche di bollicine. Giornata molto triste.