A Ridosso interprete della Terra Madre Flegrea
di Gemma Russo
Strade che si incontrano e, poi, si dividono. Che s’avvolgono vorticosamente. Che, plastiche, si allungano ed accorciano, ipnotizzando l’occhio. Sono quelle, inaspettatamente, rese in un carpaccio di Polpo. In queste strade, perdo la mia strada. Spaziano, come spazia la mia mente, in quel momento.
Percorro con gli occhi quei vortici, ed inizia così una nuova tappa del “viaggio” in Terra Flegrea, con la Condotta Slow Food Campi Flegrei.
Questa volta, ad interpretare la Terra Madre è stato A Ridosso di Luigi Palumbo, storico ristoratore flegreo, aiutato, oggi, nella conduzione dal giovane figlio Antonio.
Iniziamo dal carpaccio di Polpo, pescato a Torregaveta, vestito con Carciofi flegrei tagliati finemente, punteggiati di pepe rosa. Ne apprezzo la marinatura, la morbida consistenza del polpo si sposa, piacevolmente, alla croccantezza del carciofo. Il Palamito, scottato appena appena, su letto di scarola, pinoli ed uvetta saluta l’inverno ormai alle porte.
Il pane bruschettato con pomodoro datterino, lo degustiamo sulla Falanghina 2012 di Masseria del Borro.
Poi, una deliziosa vellutata di Cicerchia Flegrea, fa da letto ad un mestolo generoso di sfiziose Mafalde corte, dai bordi elegantemente arricciati, con Cozze di Capo Miseno. Cicerchie che, proprio in questo periodo dell’anno, sono state messe a dimora in Terra Flegrea, da contadini resilienti, custodi di semi.
Sul dorso di una Seppia nostrana, sono posti i Friarielli. Sopra, un filo gentile d’olio del Salento. La delicatezza della Seppia sposa l’amaro dei Friarielli, provenienti dal Gavitello di Cuma, sussurrando la voce di una terra che ricorda, continuamente, ai suoi figli di sceglierla, quale punto di partenza. Il pesce, degustato durante la serata, è quello di Peppe, detto “Salatiello”, la cui pescheria è al Fusaro, poco distante dal locale di Luigi ed Antonio.
Sorseggiamo un Piedirosso 2013 di Masseria del Borro, il cui vitigno racconta di una porzione di terra al limite, tra i Campi Flegrei e Napoli.
La crostata di Melannurca dei Fondi di Baia è stratificata, come stratificata è la Terra Flegrea.
Pasta frolla dal giusto spessore, saporita crema pasticciera, aromatizzata al limone, e Mele tagliate a fettine, leggermente caramellate, deliziano il palato del “viaggiatore Slow”. Intanto, in sala, Antonio si destreggia con un carrello, su cui è posta la classica caffettiera napoletana, tazzine, piattini e zuccheriera in argento. Le strade dell’inizio confluiscono in una sola direzione: la tazzina di caffè. Quale strada prendere dopo? E chi lo sa, per adesso prendiamoci il caffè!
Foto di Marina Sgamato
Regia di Costantino Sgamato