Frittatina di pasta, guida al migliore street food napoletano


la frittatina de La figlia del Presidente

di Dora Sorrentino

Lo street food, il cosiddetto cibo da strada, durante il periodo natalizio a Napoli è quasi un dovere, oltre che un piacere. Lo shopping prefestivo non lascia tempo alla cucina e alla preparazione di manicaretti, andare al ristorante o in pizzeria neanche a parlarne. L’unica soluzione possibile in questi casi, per soddisfare i propri istinti famelici, sembra essere quella di consumare un pasto veloce in strada: dalla pizza a portafoglio ai fritti mordi e fuggi c’è l’imbarazzo della scelta, la tradizione popolare culinaria partenopea ha tanto da offrire in termini di bontà. Ma la regina incontrastata nelle vetrine esposte in strada è la frittatina di maccheroni.

C’è chi la preferisce alla maniera casalinga, quella che si prepara con gli avanzi di pasta, uova e una spolverata di formaggio. E’ un cibo da riciclo, dei maccheroni che avanzano da sempre se ne fanno frittate. Ma da questa ne è nata una versione più piccola, in monoporzione, che con la frittata di uova non ha nulla a che vedere, perché viene realizzata con besciamella, carne macinata, piselli, mozzarella e vestita con una pastella. Questa è la ricetta base, ma come per ogni buona ricetta che si rispetti, anche in questo caso sono innumerevoli le varianti: la nota che accomuna un po’ tutti è la scelta della pasta, rigorosamente un formato lungo, i bucatini vanno per la maggiore. Tutte le pizzerie e le friggitorie napoletane seguono la stessa scuola di pensiero, ci possono essere delle variazioni in termini di quantità, c’è chi cerca di dare un tocco speziato, ma gli elementi sono quelli. Tra le frittatine più gettonate nel centro storico di Napoli c’è quella di Di Matteo, è talmente famosa da far nascere una fan page su Facebook in suo onore.

la frittatina Di Matteo – foto di Dora Sorrentino

Stesso discorso per La figlia del Presidente, Maria Cacialli segue alla lettera il rituale tramandatole dal padre Ernesto, una frittatina riesce a stemperare la lunga attesa prima di entrare in pizzeria. Anche Ciro, della pizzeria Oliva, nota come Concettina ai tre santi, realizza una delle migliori frittatine della città, dove il risultato è leggero e poco unto.

la frittatina di Oliva

Spostandoci in zona ferrovia, la pizzeria Pellone propone nel suo banco frittatine mignon, sempre secondo le ricette tramandate da pizzaiolo a pizzaiolo, da cui è difficile carpire qualche segreto sulla loro indiscussa bontà.

le frittatine di Pellone – foto di Dora Sorrentino

Nel settore della rosticceria, la più quotata è Vestuto, una frittatina con cuore morbido, un pizzico di pomodoro per dare colore e croccante all’esterno.

la frittatina di Vestuto – foto di Dora Sorrentino

Viaggiando per poco più di quindici chilometri, si approda a San Giorgio a Cremano e per la precisione alla pizzeria Salvo da Tre Generazioni di Francesco e Salvatore.

la frittatina dei fratelli Salvo

Qui la variante sta nel ripieno classico, sostituito da prosciutto cotto e provola, ed anche in questo caso in termini di leggerezza si tocca l’apice, tanto da invogliare a mangiarne subito altre, senza preoccuparsi di eventuali indigestioni. Oltretutto, quando si parla di materia prima di ottima qualità, il risultato non può che essere garantito.

8 Commenti

  1. Wa e Maccarun’ asott, e a Carn’ Gopp’… lucià, e pur’ sapevo che una persona seria…

  2. Riesumo questo interessante articolo per dire la mia sulla tanto decantata frittatina di pasta della pizzeria Pellone.
    Assaggiate ieri per la prima volta dopo averne sentito parlare tanto e bene…beh, che dire? La pasta era assolutamente scotta, al punto che diventava un tutt’uno con il condimento; si, il sapore c’era, ma la consistenza era tutt’altro che invitante…Argomento a parte la pizza, decisamente diversa da come me l’aspettavo: buono l’impasto – anche se un pò troppo pesante – e la stesura – ho preso una margherita, pizza di non facile esecuzione -, decisamente meno il condimento: aglio, origano e pomodoro “industriali”, quest’ultimo in quantità eccessiva, tanto da risultare poco cotto.
    Vino rosso in bottiglia da un quarto, caro e servito freddo, non fresco – che già lì, vabbè, però essendo un “nero d’avola senza pretese” ci si potrebbe anche passare sopra…al “fresco”, intendo -. Voto generale 6…certo, se uno è abituato alle pizza di Ciro Salvo…
    Ma la frittattina di pasta proprio non si poteva mangiare…

  3. Errata corrige: ho preso una marinara, non una margherita come scritto, scusate per il refuso.

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