Donna Lidia 2009 Rosato Basilicata igt e una colazione di lavoro alla mensa del Mattino
MARTINO
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio.
Non si può certo dire che vi propongo la foto di una tavola gourmet. E infatti siamo nella mitica mensa del Mattino, quella che immunizza da qualsiasi cosa che vuoi poi mangiare nel resto del Mondo:-).
Scherzi a parte, mi è sempre piaciuto lavorare nelle feste perché si crea un clima più cameratesco e, tutto sommato, alla fine è anche meno faticoso. Il perché me lo spiegò un mio amico magistrato della Procura che tra il serio e faceto mi disse: <Sai come si fa? Durante gli orari di lavoro non ti fai vedere così la gente pensa che chissà quali inchieste stai facendo. Durante il periodo di ferie vieni in ufficio e fai la figura di gran lavoratore>. Insomma, si lavora quando si riposa e viceversa.
A Napoli, capitale bizantina, la realtà è quasi sempre rovesciata, comunque va cercata nei meandri, negli spazi lasciati aperti dagli sguardi, dai gesti, dalle parole, elaborate da una memoria collettivamente urbana che ormai compie il suo quarto secolo metropolitano. Il linguaggio ha una sua dimensione sua, corporale, autonoma.
Beh, insomma. Non voglio appallarvi troppo. Per dirvi che un mio collega ha portato due treccioni di mozzarella vaccina da Sorrento e il pane cafone della Penisola. Da sballo. Il direttore, siciliano, ha socializzato cassata e cannoli, qualche altro ha preso il casatiello da Luise a Piazza dei Martiri e abbiamo fatto, quel che si dice a Milano, una colazione di lavoro il Sabato santo.
Sapori tosti, buonissimi, metafisici: una cultura gastronomica che in quindici minuti ha esibito la sua potenza muscolare, anzi, papillosa, come meglio non poteva.
Il vino toccava al sottoscritto. Ed ecco allora un paio di bottiglie arrivate proprio in mattinata dall’adorata Lucania. Il rosato di Armando Martino 2009, ove si confermano le tesi mie di sempre: del rosato si parla male ma lo bevono tutti ( come il Cav), è efficace in situazioni simili dove prevale la convivialità e al vino non si chiede altro che rinfrescare le papille dopo l’assunzione di cibi ricchi di grasso e, leggi casatiello, più che strutturati.
Il rosato crea allegria, la bottiglia passa da una mano all’altra, i bicchieri di plastica destinati alle bevande gassate si trasformano in contenitori di dolcezza e bontà.
E tutti, senza teorizzarlo, abbiamo definito cosa debba essere un vino: mettere insieme le persone, aiutarle a mangiarle e a farle lavorare bene.
Si vede dal giornale uscito oggi in edicola!
Bacioni
Sede a Rionero in Vulture. Via Luigi La Vista, 2/A. tel e fax 0972.721422. www.martinovini.com Enologo: Giovanni Colucci. Ettari: 15 di proprietà. Bottiglie prodotte: 250.000. Vitigni: aglianico, malvasia, moscato.
2 Commenti
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Se un vino è buono nel bicchiere si plastica è buono davvero. : )
penso propio di si