Dom Giuvà Cirò Rosso Classico Superiore Doc 2012 | Voto 89/100
Du Cropio
Uva: gaglioppo
Fascia di prezzo: 15,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 27/30 – Palato 27/30 – Non omologazione 30/35
Come si sa la Calabriaa ha la fortuna di possedere più vitigni autoctoni di ogni altra regione italiana, anche se ne vengono sfruttati ed utilizzati soltanto una piccola parte. Ma il vitigno per antonomasia e più famoso resta sempre il gaglioppo, col quale si ricava quello che unanimemente è considerato il miglior vino calabrese, cioè il Cirò. Tutte le volte che ho la possibilità di colloquiare con i viticoltori cirotani, mi sento rispondere sempre che per loro la Calabria vitivinicola è rappresentata soltanto dal gaglioppo, punto e basta!
Ed obiettivamente, senza voler fare torto ad alcuno, quando assaggio un Cirò con gaglioppo al 100% resto sempre affascinato ed impressionato, specialmente se si tratta poi di un vino prodotto da un’azienda territoriale leader e con tanta esperienza alle spalle, come nel caso della mia ultima degustazione: il Dom Giuvà Cirò Rosso Classico Superiore Doc 2012 dell’azienda agricola Du Cropio.
Il vulcanico proprietario è Giuseppe Ippolito, che può vantare nel suo palmarès una lunga sequela di passate generazioni, perlomeno cinque, che hanno saputo portare avanti con coraggio ed abnegazione la tradizione vitivinicola familiare, con un attaccamento morboso alla propria terra tanto da scriverne la storia. Il papà di Giuseppe infatti, Giovanni, è stato colui che ha stilato con pochi altri il disciplinare della Doc Cirò nel 1969. Il nome aziendale Du Cropio, che in greco vuol dire “medico della terra”, si riferisce proprio a Giovanni, uno dei primi dottori in Agraria d’Italia e di cui ne parla anche Mario Soldati nel suo libro “Vino al Vino”.
Il Dom Giuvà come si intuisce è dedicato a Giovanni, ed è prodotto con gaglioppo in purezza. Il vitigno è stato allevato con il sistema di cordone speronato su un terreno di natura calcareo-argilloso a 300 metri di altezza, senza essere irrigato e posizionato fronte mare. Il vino, dopo la fermentazione è transitato prima in contenitori di acciaio per passare poi in legno e completare l’affinamento in boccia per complessivi diciotto mesi. Il tasso alcolometrico è di tredici gradi e mezzo.
Il colore che scruto nel bicchiere, nonostante la giovinezza del vino, è tipicamente ed inconfondibilmente “gaglioppiano”: rosso rubino vivo, intenso e lucente, con sfumate parvenze granate, come nessun altro vitigno a bacca rossa calabrese riesce sicuramente ad esprimere. Il naso è subito messo alla prova per decifrare gli innumerevoli input, che arrivano in fila e belli baldanzosi per essere scansionati. Il profilo olfattivo, allora, modula in primis una risonanza aromatica persistente e complessa, in cui primeggia ed ammalia un cristallino bouquet riccamente fruttato e floreale che assale le narici di piccinerie sottoboscose e di violetta. Seguito poi da sentori speziati di vaniglia, noce moscata e pepe nero e da profumi lievemente tostati e poi ancora tocchi di tabacco, di cuoio e di goudron. In bocca il sorso entra deciso ed impettito e subito rilascia sulla lingua una seppur piacevole sensazione tannicamente calda, come un’iniezione o una puntura d’ape. Ma dura un attimo, perché subito entrano in scena, come soldati che difendono il territorio, pregevoli evocazioni di fresca goduria palatale e di morbida ed equilibrata fruttuosità di more, mirtilli e lamponi, già percepite al naso. Il vino si dimostra poi corposo, etereo, armonico, balsamico, minerale, sapido, sensuale, secco e forte. Finale appagante e coinvolgente. Un grande vino rosso del Sud sicuramente, di cui andare fieri. Il bello è che siamo ancora all’inizio della storia, perché tra qualche anno sarà ancora migliore. Il prezzo è giusto. Si sposa bene con primi piatti importanti, grigliate di carne, ‘nduja e formaggio pecorino. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Cirò Marina (Kr) – Via Sele, 5
Tel. 0962 35515 – Cell. 347 5744934
[email protected] – www.viniducropio.it
Enologo: Vincenzo Ippolito
Ettari vitati: 30
Bottiglie prodotte: 100.000
Vitigni: gaglioppo, greco nero e malvasia nera.