I nuovi otto cru di Barolo firmati da Sordo
di Erika Mantovan
Il primo marzo 2017 è un giorno di luna nuova e della presentazione, en primeur, dei Fantastici 8 Crus di Barolo, annata 2013, prodotti dall’Azienda Giorgio Sordo.
All’inizio del ‘900, al tempo di nonno Giuseppe, l’azienda era concepita come cascina, una di quelle classiche di Langa, di poco più di un ettaro e mezzo a Castiglione Falletto. Poi è arrivato il figlio Giovanni e frutta e bestiame non bastavano più, c’era la voglia di fare il vino. Con grande lungimiranza e capacità di selezione sono state acquistate tante terre in un momento poco dolce per il Piemonte ma ricco per il mercato del Dolcetto sostituito poi con il Nebbiolo, e quindi Barolo. E quando tutti vendevano le terre, Giovanni comprava e produceva le sue prime bottiglie di vino. Dal 2001 la cantina è guidata dal figlio, Giorgio Sordo. In sedici anni di attività l’ampio parco-vigna è aumentato ed arriva ad superficie di cinquantatré ettari spalmati nelle aree comunali di Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Barolo, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour e Vezza d’Alba. Oggi, non distante dalla fascinosissima sala di degustazione l’antica barricaia, a dodici metri sotto terra, è circondata da un duro tufo naturale, un garante di umidità per l’affinamento dei vini Sordo.
Per questo fantastico “Gran Ballo” con due debuttanti su otto, sono stati chiamati alla Corte della famiglia Sordo, autorità, giornalisti, addetti al settore e, ovviamente, l’Enologo dell’azienda Ernesto Minasso, coadiuvato nello speech dal Professor Marco Rissone. I “Fantastici 8 Crus di Barolo” è una riunione d’élite organizzata per presentare e celebrare le caratteristiche dei vini, con relativi aneddoti storici, nati tutti da diverse influenze geologiche. In questo racconto guidato, le menti “in piena” hanno ragionato sul percorso del Barolo, sui cambiamenti di stili e sul futuro delle Langhe, definite da un termine celtico “lingue” di terra, formate da valli profonde e ripide con marne diverse che ne caratterizzano le colline. E se oggi abbiamo compreso -preso con noi- che l’ambiente è “la causa di forza maggiore”, un tempo, il Conte Paolo Cordero di Montezemolo introduceva il suo concetto di “Cru” e di “Grande Vino” definiti come un’“Opera Fondiaria“, ossia un’opera del sole, del suolo, del clima e della composizione del terreno. E in una festa dai colori tipici con sfumature espansive si sono espressi i desideri di volere una classificazione dei Crus del vino dei Re ispirata agli schemi francesi ricercando –aggiungo io- un equilibrio tra quelli della Champagne, del Bordeaux e della Borgogna e quindi, di piacere, valore e prestigio. È una degustazione-convegno che aiuta a rompere l’indecisione e trasforma questa giornata in un momento importante, di condivisione, per la critica del settore e per il territorio delle Langhe.
Dal punto di vista tecnico l’Azienda Sordo dagli anni novanta si avvale della collaborazione esterna dell’Enologo Armando Cordero, una guida verso la qualità: separazione delle uve in cantina e la scelta di usare solo le botti grandi. Oggi, seguendo queste pratiche si producono 380.000 bottiglie; la raccolta è rigorosamente manuale, i diradamenti sono ragionati, l’inerbimento è controllato e da quattro anni non si usano più i diserbanti. Un’ultima curiosità riguarda la macerazione, il cappello sommerso può arrivare anche fino ad ottanta giorni; si tratta di una pratica lunga, un’attesa che si traduce in un patrimonio materiale maggiore con dolcezze più intense e tannini più delicati. E parlando di annata, la 2013 è stata complessa con un inverno caldo ed asciutto, tagliato da temperature fuori dal “termometro temporale”. Il freddo marzo si ricorda per le vigne coperte dalla neve con un germogliamento indietro di 2 settimane seguito da un maggio attaccato dai funghi. I motori dell’estate non accennavano a partire ma la stagione si è distinta per il felice periodo, senza precipitazioni, dell’allegagione. Arrivati a fine luglio, la vite non aveva recuperato le settimane perse ma grazie ai mesi soleggiati di settembre ed ottobre si sono raccolte uve con una bella concentrazione di polifenoli e tannini.
I vini in degustazione:
Barolo DOCG Monvigliero 2013
È un vino prodotto da un piccolo vigneto di proprietà e da uve provenienti da due storici conferitori di Verduno, la collina dei fiori che si appoggia a Monforte coperta dal vento marino caldo in estate e fresco in inverno. Il suolo è formato da marne chiare e scure tendenti al blu e al grigio. Le vigne di 35/40 anni d’età sono esposte a Sud, Sud-Est. Al naso si presenta con un bel bouquet floreale e dolce, il lampone è fuso nella rosa e nel pesco. In bocca è fresco con un docile tannino. Il gusto è vivo, si arrotonda, e diventa amabile per la sua persistenza e pulizia.
Barolo DOCG Ravera 2013
È un vino prodotto da un vigneto di proprietà situato a 420-450 metri s.l.m. sul Bric delle Pernici nel comune di Novello pari a 2,83 ha esposto a Sud, Sud-Est.
È un calice che richiama la frutta matura con note di caffè e tabacco biondo. In bocca è fitto, fresco, con una venatura sapida. Il gusto ha un carattere snello e veloce con la polpa del frutto a farsi strada per giungere nel fin di bocca.
Barolo DOCG Perno 2013
È un vino prodotto dal vigneto più grande di età media di trent’anni, tutto di proprietà (6,60 ha) a 270-410 metri s.l.m.; il suolo è eterogeneo esposto a Sud-Est nel comune di Monforte d’Alba. La Frazione di Perno è nel centro di Monforte d’Alba, a ovest ci sono Barolo, la Bussia e Pianpolvere, da est la Valle Talloria. Un vigneto ricco di sassi, di sabbie ed argilla appartenenti al periodo Elveziano. Un suolo che anticipa i marker della durezza e della morbidezza che si ritroveranno nel calice. Al naso i profumi sono di grande potenza e precisione con una nota di rosa bianca e di mora bagnati da una pioggia balsamica. In bocca il tannino pennella un tracciato destinato a creare una lunga danza insieme alla sua grande freschezza.
Barolo DOCG Gabutti 2013
È uno dei primi vini prodotti dall’azienda da un vigneto di tre ha esposto a Sud, Sud-Ovest ad un’altezza di 250-300 metri s.l.m. con piante di 35-50 anni. Gabutti è una delle più prestigiose zone di Serralunga d’Alba, protetta dal vento si può ammirare con pace il bel castello ricostruito per volontà di Luigi Einaudi. I suoli sono ricchi di marne argilloso-calcaree non molto compatte risalenti al periodo Elveziano. Al naso è una confettura di ciliegia con scorze di arancia al cioccolato. Al palato è persistente con un gusto piacevole dato da un tannino liscio come la buccia dell’uva.
Barolo DOCG Parussi 2013
È un vino prodotto dal vigneto situato nei pressi della cantina, nel comune di Castiglione Falletto di 1,80 ha. Abbracciata dal sole questa vigna di 15-40 anni è situata a un’altezza di 270-290 metri s.l.m. e gode di un’eccellente esposizione, Ovest, Sud-Ovest. In questo Cru la base del suolo è formata da una roccia coperta da strati di marne bianco-grigie e bluastre dure e compatte appartenenti al periodo Elveziano.
Al naso si presenta dolcissimo con invitanti note di ribes e di liquirizia. Il palato è dolce, vibra a lungo per formare un gusto tannico e roccioso mosso da una vivace freschezza.
Barolo DOCG Rocche di Castiglione 2013
È un vino prodotto da uno dei vigneti più storici della cantina in affitto dal 1964. Le vigne si trovano ad un’altezza di 320-350 metri s.l.m. e sono esposte a Sud-Est.
Le piante sono sulle Rocche, una striscia di terra che dona vini profumatissimi con una base dura formata da strati di marne bianco-grigie e bluastre molto asciutte e compatte appartenenti al periodo Elveziano. I piccoli frutti rossi salgono al naso e formano nuvole marine e venti floreali.
In bocca il tannino affonda e porta con sé un gusto mentolato e persistente. Nel finale il palato rimane pulito e secco.
Barolo DOCG Villero 2013
È una delle due nuove etichette della cantina prodotta da un vigneto di 0,5 ha a Castiglione Falletto esposto a Sud-Ovest ad un altezza di 230-350 metri s.l.m.; il suolo è argilloso-sabbioso, calcareo, composto da marne grigie, argille brune e sabbie grigie di origine marina.
Il naso è dolce con schizzi fumé colorati da fiori di campo per disegnarne il profilo. Al palato è stretto, netto, con un tannino da mordere per sentire la freschezza e il succo dell’uva.
Barolo DOCG Monprivato 2013
Il nome di quest’ultimo nuovo vino richiama una nota marca per la denominazione del Barolo. È una vigna di trent’anni in affitto dalla Chiesa dal 1986. Esposta a Sud-Ovest si trova a 260 metri s.l.m. ed eccelle per il suo suolo limoso, ricco di calcare attivo, composto da marne grigio-azzurre di formazione marina di origine Miocenica del tipo Elveziano dell’era ternaria. Al naso è molto espressivo, è un vestito di velluto balsamico che profuma di marasca. La bocca si ricorda per la capacità degli eleganti tannini di raggiungere la materia del frutto a formare una pittura dinamica e di grande stile.