Ricetta per 4 persone
400 grammi di ziti spezzati rigorosamente a mano e senza fare il taglietto con il coltelloUn chilo di stinco di Vitellone con osso, che tolto l’osso fa sempre un bel pezzo di carne per uno!
1 costa di sedano, cioè un sedano
1 carota
1 decilitro di olio extravergine del Vesuvio (di quello buono però)
Un chilo e mezzo di cipolle “Ramata di Montoro”
Mezzo bicchiere di Lacryma Christi del Vesuvio Rosso, e il resto della bottiglia ve la bevete mentre la genovese “pippea”
Una foglia di alloro, pepe e sale quanto basta.
Soffriggere sedano, carote e 2 cipolle nell’olio.
Aggiungete lo stinco completo dell’osso e fatelo rosolare, nel frattempo pelate tutte le cipolle, affettatele finemente dopo averne estirpato con vigore l’indigeribile anima.
Nel frattempo sorseggiate Il Lacryma Christi e sentite una bella canzone che vi piace. La genovese uscirà meglio assai.
Rosolato lo stinco, aggiungete l’alloro che avrete tolto dalla vostra corona ed il vino, se esso fosse avanzato, facendolo sfumare (Sigh!).
Poi aggiungete le cipolle con il sale e pepe e fatele appassire nella pentola coperta in modo da garantire una piccola via di fuga ai fumi di cottura.
Di qui in poi ci saranno circa 12 ore di lunghissima, lenta ed appassionata cottura, durante le quali potete svolgere attività ed hobbies che vi aggradano, chiamare un amico, vedere un film, amare od altro, tenendo presente solo che, di tanto in tanto, dovrete obbligatoriamente girare con il mestolo la vostra genovese, per evitare spiacevoli sorprese. Poi, quando la cottura sarà terminata, concedete alla vostra amata un pò di meritato riposo… Vedrete che i profumi, le sensazioni tattili e le emozioni di questo grande sensuale ragù bianco della cucina napoletana, si fonderanno perfettamente tra loro e invaderanno appassionatamente gli ziti, cotti rigorosamente al dente, per essere poi coperti esclusivamente da una grattugiata di pecorino e parmigiano mischiati insieme (per par condicio).
Ricetta del ristorante Cieddì di Portici raccolta da Marina Alaimo
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