LALUCE
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Se il Taurasi raggiunge il nadir intorno al decimo anno, l’Aglianico del Vulture esprime il meglio di se intorno ai sei, sette anni dalla vendemmia. Non è una regola scientifica, sia chiaro, ma pura esperienza praticona. Ora è tempo di bere i Taurasi 1997 e 1998 e l’Aglianico del Vulture 2001, come questo rosso di Michele Laluce, dolce vigneto adagiato su una collina nel comune di Ginestra lungo la strada improbabile che da Barile conduce in slalom sino a Venosa oraziana.
L’abbiamo provato su piatti tipici della cucina lucana con grandi risultati, forse l’unico difetto alla beva è un tannino eccessivamente amaro che a me non dispiace ma che, mi rendo condo, è difficile far accettare a tutti. Basta berlo, appunto, con un bel ragù o sull’agnello e immediatamente si ritrova l’equilibrio necessario.
Il 2001 è un millesimo pieno, ben maturo, dal colore rosso subino carico e impenetrabile, dai sentori di tabacco e comunque di vinificazione non spinta in barrique, così come piace fare a Sergio Paternoster. In bocca è abbastanza morbido, fresco, molto interessante e complesso, lungo, asciutto, caldo, pulito, perentorio nella chiusura in cui rivela grande personalità. Un rapporto tra qualità e prezzo tipico di questo rosso meridionale che, lo diciamo per i lettori non campani, si colloca a metà tra il minerale Taurasi e il più fruttato Aglianico del Taburno. Michele è un contadino figlio di contadini, sta terminando i lavori nella sua cantina, prima ha pensato ai vigneti, poi al resto. Fermatevi da lui, ora c’è una bella insegna che vi invita a farlo, ne vale davvero la pena.
Sede a Ginestra. Contrada Serra del Tesoro. Tel. 0972.646145. www.vinilaluce.it. Enologo: Sergio Paternoster. Ettari: 6 di proprietà. Bottiglie prodotte: 25.000. Vitigni: aglianico, moscato.