di Milena Ferrari
Con buona probabilità le vigne tra le quali si fermò Anguilla, protagonista del romanzo La luna e i falò di Cesare Pavese, appena sbarcato in America, erano vigne di zinfandel. Il vitigno californiano per eccellenza è parente stretto del nostro primitivo, coltivato in Italia soprattutto in Puglia. Vino caratterizzato da intensità e complessità quello elaborato da primitivo, come intense e complesse furono l’infanzia e l’adolescenza di Anguilla nelle langhe piemontesi prima di salire sul bastimento diretto in America. Anguilla ricorda con nostalgia che <<vendemmiare, sfogliare, torchiare non sono neanche lavori; caldo non fa più, freddo non ancora>> e che quelli passati tra i filari d’uva erano <<i giorni più belli dell’anno>>. La vendemmia era quindi occasione di festa, uno dei pochi momenti della dura vita contadina da trascorrere con gli amici e i conoscenti in spensieratezza. Anguilla tra le vigne californiane si era sentito subito a casa ma <<non si zappa in California. Sembra di fare i giardini, piuttosto>>. Al di là dell’oceano la vite non era allevata come in Piemonte ma ad alberello, senza alcun sostegno. Simile destino è toccato al primitivo che ha individuato nei terreni pugliesi il suo habitat naturale. La stretta parentela con lo zinfandel fu scoperta casualmente nel 1967, durante la visita di un professore californiano in Puglia che, assaggiando il vino prodotto localmente, asserì che assomigliava molto a quello che era solito bere.
Questo romanzo mi ha riportato con la memoria nel Salento e alla mia visita all’Antica Masseria Jorche, gestita da Dalila ed Emanuela Gianfreda. Con una tradizione di ben cinque generazioni, la cantina si è fatta apprezzare sia a livello nazionale che internazionale. Loro punto di forza è naturalmente il primitivo, vitigno dalle tonalità rubino impenetrabile con spiccati sentori di frutti rossi e neri e una piacevole nota speziata che va dai chiodi di garofano alla liquirizia, dalla noce moscata alla cannella. Le due sorelle Gianfreda elaborano una Riserva dal colore rosso rubino di straordinaria concentrazione con venature mattonate e granate. Ventaglio olfattivo di frutti di bosco, ciliegia e prugna in confettura, sbuffi di caffè e tabacco, oltre a ricordi balsamici e speziati. Sorso sontuoso e vellutato,con tessitura tannica setosa. Fresco e perfettamente bilanciato, questa etichetta (annata 2013 – titolo alcolometrico 16%) si accompagna a piatti di carne strutturati e ricchi di aromi.
Antica Masseria Jorche
Contrada Jorche
74020 Torricella TA
Tel. 099 957 3355
www.jorchewinery.com
Dai un'occhiata anche a:
- Donne produttrici: il vino italiano al femminile 39| Albiera Antinori
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 014 gli sfizi alla Tavernetta di Vallo della Lucania
- A Napoli per festeggiare la prima pizzeria del mondo di 50 Top Pizza 2024
- Il mondo del vino al femminile: le figure italiane coinvolte nel settore 11| Gea Calì
- L’uomo cucina, la donna nutre – 9 Ad Alvignano Rita Cervera (Mamma Rita) della Pizzeria Elite Rossi
- Festival del Peperoncino, Peppe Guida premiato a Diamante
- Cinque pagine di O Globo su 50 Top Pizza America Latina
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 015 l’uovo in cereghino