White Chill Out
Via Giacomo Matteotti, 48 – Pozzuoli
Tel 081 012 4726
Aperto tutti i giorni pranzo e cena
di Francesca Pace
Nicola Scamardella è forte. Ma forte parecchio. Ha 40 anni e ha lo sguardo vivace, la parlantina affabile e le mani mai ferme di chi questo mestiere lo ama parecchio. Nicola Scamardella è il proprietario di White Chill Out in quel di Pozzuoli. Il mare è praticamente a meno di due passi. Ed è proprio questa vicinanza l’ispirazione costante e pedissequa della sua cucina. Esiste un menu certo, ma i secondi proposti sono ad esempio frutto del meteo, delle mareggiate, della saggezza e della abilità dei pescatori.
E dunque da White Chill Out si mangia pesce, dell’ottimo pesce. Preziosi crudi, delizie marine, ricercati bocconi fanno di questo posto un posto da visitare assolutamente quando si ha voglia di fare un po’ l’amore con il mare.
Nicola ha una bella storia familiare radicata nella ristorazione, ma come tutti i “figli di”, ha poi ad un certo punto voluto trovare una propria identità e direi che ci è riuscito alla grande. Ha fatto praticamente questo mestiere da sempre, “lavorare in sala”, mi dice, “è fondamentale per capire come funziona davvero un ristorante”.
Il suo locale quest’anno spegne le dieci candeline. Ha attraversato la pandemia e ne è uscito con le spalle ancora più forti, tant’è che in qualsiasi mercoledì sera i novanta coperti sono tutti esauriti.
E questo è un punto fermo della politica aziendale dello Scamardella: il cliente deve tornare. Senza se e senza ma. Se non torna significa che qualcosa è andato storto e se ciò è avvenuto, siamo tutti umani mica macchine, si deve rimediare in qualche modo.
E in effetti la sua è una clientela abitudinaria e vi dico che sì, ci tornerò, perché ho mangiato qui divinamente e bevuto altrettanto bene.
Spero di incontrare qualche sera uno dei miei miti, in effetti da qui ne sono passati tanti, dal calcio alla musica, dal teatro alla moda.
E se così non fosse, va bene lo stesso, so di certo che farò di nuovo una gran bella esperienza culinaria, le vere star sono senza dubbio nei piatti.
La brigata è salda, coesa, inarrestabile. Basti pensare che molti sono con lui (e non lavorano semplicemente con lui ma si sentono parte davvero di un progetto) da parecchi anni e chi ha un’attività del genere sa benissimo quanto questa sia cosa molto rara.
Dorme poco Nicola, ci racconta che la mattina, già dalle sei inizia lo scambio di telefonate per accaparrarsi la materia prima più pregiata.
Tale qualità si esprime al meglio nei crudi, che se li metti vicino all’orecchio ti pare di sentire ancora le onde. Un vero e proprio “Magnificat” è stato il plateau con selezione di crudi, gamberi viola, ostriche Regal, scampi, tartufi , sashimi di salmone e ostriche Gilardeu con tabasco. Dal gran carattere le acciughe del Cantabrico servite con focaccia al carbone e burro di centrifuga. Una vera delizia i gamberi gobbetti, una vera rarità oramai.
Totalmente sorpresa dal sandwich con salmone e friarielli, due sapori così diversi ma così uniti hanno lasciato in me il segno. Adorabile il twist di consistenze e contrasti del polpo all’insalata con gel di limone e limone candito.
Su le mani per il baccalà, mio eterno amore e per il souté di vongole nel quale, Signore e Signori, lo confesso, ho fatto la scarpetta, capitemi, vi prego. E se avete voglia di cannolicchi qui avrete modo di gustarli in tutta la loro bontà.
Già sazia e decisamente appagata mi sono fatta (e meno male) trascinare in un vortice pazzesco, in cui diversi primi si sono succeduti. Li ho trovati sinceramente straordinari. Eccellente la realizzazione ad esempio delle linguine all’astice e del cavallo del cavallo di battaglia dello chef Alessio Galati: gli gnocchetti al gambero rosso e datterini. Vincenzo Maria De Renzi e Gennaro Di Donato coadiuvano lo chef, ognuno ha un ruolo preciso, ma la loro bravura si vede quando per diverse necessità diventano interscambiabili. Strabilianti davvero.
Golosissimi anche i dolci, da non perdere i fruttini gelato. Porto con me un bellissimo ricordo del lemon curd frolla morbida e lamponi.
Il pairing sincrono e perfetto è stato curato dal sommelier Guido Del Vecchio, che cura la carta dei vini che oggi conta più di 500 etichette sia nazionali che internazionali.
Nota di stra-stra merito. Chi frequenta la zona, sa benissimo che c’è un’oggettiva difficoltà di parcheggio; ebbene, prenotando, sarà possibile anche riservare un posto auto in modo da godersi appieno la serata.
Nicola è forte, ma è forte anche il suo White Chill Out.
Scheda del 16 ottobre 2023
White Chill Out Lungomare a Pozzuoli tre generazioni di sapori e tradizione
di Giuseppe Giorgio
Sempre in primo piano per una ristorazione d’eccellenza che viene dal passato e che parte dal mare, Nicola Scamardella, patron di “White Chill Out Lungomare” a Pozzuoli, si conferma come il passionale discendente di un’epopea gastronomica lunga tre generazioni. È lui, in via Giacomo Matteotti, in uno degli angoli più belli del litorale flegreo, a mantenere alto il valore di un ritrovo culinario pronto a fare delle specialità marinare il punto forte.
Attestatosi tra i poli di riferimento preferiti da chi ama una tavola sinonimo di freschezza marina e innovazione, partendo dall’antica tradizione puteolana, patron Nicola ricerca sempre un perfetto equilibrio tra la terra e il mare, mettendo a punto, grazie anche ai suoi chef e al suo abile staff di cucina, una carta ricca di qualità e sapori.
Per gli amici, tra i tavoli in veranda e quelli degli eleganti interni, è a disposizione una lista di specialità divisa tra la bontà e il profumo dei crudi di mare e ancora, tra l’orto flegreo e la fatica dei pescatori.
Accompagnati dai vini scelti dalla ben fornita cantina di casa, tra cui gli eccellenti nettari Quintodecimo, il Pinot Nero di Elena Walch, le bollicine italiani e francesci, e qualche buon cocktail, i piatti di “White Chill Out Lungomare” mettono in evidenza sempre una marcia in più.
Così, tra le proposte sempre varie e innovative consigliate dal cordiale personale di sala, a farsi spazio, oltre alle ostriche Gillardeau, Regal d’or, St. Michel, e Tarbouriech, ai tagliolini di seppia, ai mazzancolla, agli scampi, ai carpacci e alle tartare di mare, intervengono primi piatti come, gli “scialatielli alle vongole, tarallo e pomodorino giallo”, e la “genovese di tonno con crema di mandorle e katsuobushi”.
Tra i secondi da segnalare c’è il “pesce sulla crosta di sale aromatizzato alla cannella”, fino a giungere ai dolci tra cui la “crostata scomposta con crema gialla e frutti di bosco” e il classico “tiramisù”. Seguendo gli insegnamenti del padre Salvatore e del nonno Nicola, il patron Scamardella, con il suo elegante e accogliente locale mette in luce, giorno dopo giorno, tutta la passione di chi ha dedicato la vita alla buona cucina e all’ospitalità nel segno di un passato sinonimo di tradizione e di storia locale.
Via Giacomo Matteotti, 48
Napoli
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