di Carmen Autuori
Giorno uno
E’ difficile stabilire se Enzo Di Pasquale, chef e patron di Aprudìa a Giulianova in provincia di Teramo, sia l’Abruzzo oppure l’Abruzzo Enzo di Pasquale. E’ certo, però, che entrambi racchiudono l’essenza stessa di questa terra dalla bellezza prorompente e segreta, fatta di neve e mare, di agricoltura che segue le indicazioni della luna o che sostituisce il rame e lo zolfo con il latte (sì, proprio quello vaccino) per preservare i vitigni dall’oidio e impianti industriali ultramoderni, di cucinieri dallo spirito introspettivo e di chef all’avanguardia che si sono formati alle corti dei grandi maestri italiani ed europei.
Molte volte è andato via dalla sua Giulianova, molte volte è tornato e nel 2020, in piena pandemia, ha aperto il suo Aprudìa, dalla fusione di Aprutium e dia ita che in greco significa stile di vita, a ridosso del centro storico della cittadina abruzzese a pochi passi dal Belvedere. Dopo tanto peregrinare, Lucio Pompili a Cartoceto, Ezio Santin all’Antica Osteria del Ponte, a fianco di Enzo Barbaglini in Valle d’Aosta, in un prestigioso ristorante di Fort Lauderdale in Florida, ma anche una lunga pausa a Giulianova al Bistrot 900, Enzo non solo ha piantato radici ma le ha anche diramate in quella terra d’Abruzzo ricca di humus composto di cultura contadina, creando una fortissima ed entusiasta rete di produttori da cui si rifornisce personalmente, quando il suo orto non riesce a coprire il fabbisogno del ristorante, in un discorso corale e territoriale che può essere sintetizzato nella frase: “io faccio per te”, e viceversa.
E così l’istrionico Enzo ci ha offerto l’occasione di conoscere, seppur per un tempo brevissimo ma denso, questa rete virtuosa del teramano che si snoda lungo le vie del Montepulciano d’Abruzzo, dell’agricoltura d’eccellenza e di allevamenti di animali felici perché perfettamente inseriti nell’habitat circostante.
Ad accoglierci le sinuose ed opulente colline che modulano il territorio compreso tra il Gran Sasso e il mare di Giulianova: siamo nell’azienda vitivinicola Podere Colle San Massimo, fondata nel 2008 da Salvatore e Cinzia “L’Orso e l’Ape” (che poi è anche il nome del delizioso agriturismo dove abbiamo soggiornato gestito dalla fantastica e ben assortita coppia), cuneese lui e lombarda lei. Quattro ettari di coltivazione biologica tra passerina , pecorino e montepulciano d’Abruzzo che danno vita a vini schietti che ricordano la personalità di Tore: fiore all’occhiello è il Terra Bruna, Colline Teramane, Montepulciano d’Abruzzo d.o.c.g . In azienda si produce anche un ottimo extravergine ottenuto da una miscela di olive delle Colline Teramane, soprattutto dai frutti degli olivi a Tortiglione che, come sculture, magnificano ancor di più il paesaggio. La country house è gestita con rara eleganza dall’onnipresente ma mai invadente Cinzia. E’ lei l’artefice delle succulente colazioni e degli aperitivi che spaziano dai migliori formaggi abruzzesi, ai salumi, alle marmellate home made, alle mostarde (da manuale quella alla pera), e poi le torte rustiche, le focacce e le pizze. Donna Cinzia è una vera e propria “ape” regina, regista discreta di un accoglienza che, all’apparenza semplice, cela in realtà una grande formazione sul campo.
Enzo ci aspetta nel suo regno, Aprudia, che ammantato dalle ombre della sera, lascia presagire una esperienza magica e misteriosa dove ci coglie l’elemento sorpresa non appena varchiamo la soglia del locale ubicato in un palazzetto dalla foggia antica a ridosso del centro storico di Giulianova. Gli interni in pietra, cemento e legno, ingentiliti da alcuni elementi colorati come i lampadari, anticipano la cucina “materica” dello chef la cui sagoma s’intravede dal vetro della cucina a vista. Non c’è alcun “divismo” in questa scelta, ma solo la necessità di osservare quello che accade in sala, cercando di cogliere le espressioni sul volto dei clienti, ci spiega Enzo, perché la cucina è in continuo divenire e lui è sempre pronto a rimettersi in gioco. La classe e la raffinatezza culinaria si rivelano già dagli antipasti. La mano e la mente sono in continua connessione con il territorio, dalle erbe spontanee, alle carni, al pesce. Attenzione, però, in estate da Aprudia si mangia solo carne, qui la sostenibilità è un dogma. Dimenticate anche il menù verticale composto da antipasto, primo, secondo e lasciatevi guidare dalla sua parte rivoluzionaria che vi accompagnerà in un viaggio circolare del gusto, per cui vi ritroverete a gustare i suoi iconici spaghettoni all’aglio fermentato e bottarga dopo i secondi, tra cui la cialda di tapioca, carne cruda di Alpine e robiola di capra che vi catapulterà negli odori dei pascoli dell’Abruzzo più tradizionale. Da non perdere i cappelletti di anatra e bufala con brodo di anguria, capesante ed agnello o la ciotola di riso, cannella e ostrica. Tra i dessert più originali i passatelli al parmigiano 24 mesi, mascarpone, granita al cioccolato bianco e brodo di agrumi, memorabile la freschezza fuori dagli schemi della pesca pura, gelato alla liquirizia, pralinato nocciola e doppia panna alla curcuma, in sintesi i profumi dell’Abruzzo nel piatto che fanno l’occhiolino alle terre d’Oriente. Nella cucina di Aprudia non esiste una scala del gusto, bensì uno spartito che Enzo riempie di note nuove, ogni volta.
Giorno due
L’avete mai fatta una prima colazione en plein air su un rigoglioso prato verde, con alle spalle le cime innevate del Gran Sasso e all’orizzonte il sereno e rasserenante Adriatico, travolti dall’onda rosa dei peschi in fiore? Se volete vivere quest’esperienza a tratti poetica, dovete recarvi a Podere San Francesco, a Mosciano Sant’Angelo. Qui l’azienda agricola della famiglia D’Elpidio, famosa anche oltre i confini regionali per l’istallazione di vigneti, è condotta da tre fratelli Manuel, Simone e Ivan e da papà Bruno, perché in queste terre non esiste lo scontro generazionale, è tutto uno scambio di esperienza e di nuove idee.
Ben 50 ettari di frutteto (nettarine, susine, albicocche, pesche, mele, pere ed uva) selezionati dai loro campi sperimentali per valutare il gusto e l’adattamento al clima. Tante le varietà scaglionate tenendo conto del periodo di maturazione, in modo da poter assicurare un prodotto che non conosca conservazione alcuna. Nascono così le straordinarie marmellate cotte a bassa temperatura con una piccola percentuale di zucchero ed i succhi di frutta in purezza. Parte dell’azienda è destinata anche alla coltura di verdure sia invernali che estive, ottima la passata di pomodoro realizzata con il romanello, il pomodoro a pera ed il datterino per dare dolcezza.
Con il rosa dei fiori negli occhi proseguiamo per un’altra eccellenza del territorio Cantine Cirelli. Ventidue ettari di terreni incastonati in una riserva naturale, quella dei Calanchi di Atri. Francesco Cirelli ci tiene a sottolineare che tutto gira intorno al rispetto dei cicli naturali: la rotazione delle colture si articola con la semina di grano, farro, orzo, ortaggi e frutta tra cui i fichi.
E poi i vitigni e gli olivi che oltre a produrre dell’ottimo olio costituiscono la magnifica cornice del glamping, 2 lodge in legno attrezzate con tutti i confort che offrono la possibilità di trascorrere un tempo che qui diventa sospeso, immersi nella natura.
E’ proprio questa agricoltura virtuosa che ridà linfa vitale ad una terra
morfologicamente difficile e spesso maltrattata dalla mano dell’uomo alla base dei famosi vini in anfora. Qui il contenitore, noto già nel Caucaso 7000 anni fa, diventa il mezzo e non il fine per trasmettere la storia del vino che è il frutto della cultura del territorio. Le anfore vengono usate soprattutto per i vini a lunghissimo affinamento ed è questo anche un metodo per testare la qualità delle uve.
In questa cornice, a tratti ancestrale, ben s’inserisce la cucina di Gianni Dezio, lo chef formatosi da Niko Romito e che dopo uno stage alla corte di Andoni Luis Aduriz del Mugaritz , si trasforma per un giorno in cuciniere e ci propone il meglio del suo Più Tosto, la gastrobottega evoluzione pop dello street food in chiave abruzzese. Conserva i sapori della transumanza la Pizza e fuje (polenta con erbe spontanee e formaggio), mentre il maritozzo con asado al Montepulciano rivela la grande tecnica di Gianni stratificatasi nel corso degli anni. Un omaggio alla primavera il risotto in latte di mandorle con le primizie di stagione.
Il pomeriggio è dedicato alla visita della storica Cantina Emidio Pepe a Torano Nuovo, 15 ettari di antichi vigneti che dal 1964 producono vini che parlano della mano sapiente del fondatore, Emidio: un perfetto equilibrio tra nutrimento, lavorazione del terreno, potatura e tutte le pratiche virtuose dell’agricoltura biologica e biodinamica. Eredità raccolta ed arricchita da Chiara, la nipote che “parla” con le vigne e ne sta sperimentando la cura dai pericoli dell’oidio con il latte vaccino. La grandezza della Cantina Pepe è (anche) nella capacità di vendere il tempo. Qui sono conservate bottiglie di Montepulciano che risalgono agli anni ’70.
La cena è vista mare a Il Palmizio della famiglia Di Mattia. Valerio, il patron, non è solo uomo di mare ma “uomo di porto”, la valorizzazione del cuore pulsante di Giulianova resta il suo chiodo fisso. In cucina Maicol Capriotti, il giovane cuoco allievo di Berton che racconta l’alta semplicità della cucina di mare.
Magnifici i crudi, le tagliatelle di seppia in salsa verde ed il classico brodetto che qui viene servito deliscato per venire incontro alla “pigrizia” delle giovani generazioni pur mantenendo gli ingredienti fondamentali che ne hanno fatto l’icona della cucina abruzzese di mare.
Terzo giorno
L’ Abruzzo è anche industria del lusso (è qui che si creano le iconiche scarpe di Chanel, Louboutin, Hermes, Alexander Mc Queen) e aziende agricole che sono all’avanguardia nel loro rimanere strettamente ancorate alla tradizione, entrambe fanno capo ad un unico uomo, Gennaro Pigliacampo, imprenditore illuminato a tratti un po’ folle se guardato con sguardo miope.
Ma andiamo per gradi. Gennaro nel 2000 prende in mano le redini dell’attività calzaturiera di famiglia e, nel giro di pochi anni, ne fa un vero e proprio colosso tanto da arrivare ad un indotto di 700 famiglie che lavorano per lui.
Nel 2014 decide di creare un’azienda agricola, non solo per passione ma anche perché si propone di esportare il suo “metodo” all’agricoltura partendo dalla sostenibilità, dalla tracciabilità dalla terra alla tavola dei suoi prodotti tenendo in gran conto anche del know how portato in azienda dai giovani partiti per ritornare, una vera e propria mission, dunque. Ad oggi l’azienda consta di 100 ettari di terreno destinati per la maggior parte all’allevamento bovino, ovino e caprino e da poco anche suino.
Gennaro produce anche dell’ottimo extravergine, farine da grano duro Senatore Cappelli e da grano tenero Solina, frutta e verdure, oltre a vigneti di Montepulciano e passerina. I progetti futuri sono grandiosi, e tra essi c’è anche quello di creare un grande consorzio di agricoltori per ritagliare e donare al suo Abruzzo una grande fetta di mercato con gli straordinari prodotti della sua terra.
Finisce così il nostro viaggio sulle colline teramane portandoci a casa la consapevolezza che un territorio si può definire tale quando genera un sistema virtuoso che valorizzi le interconnessioni delle specialità dei singoli. E l’Abruzzo ci sta riuscendo alla grande.
Podere Colle San Massimo
Via Colle San Massimo
Giulianova (Te)
Tel 3355650784
Ristorante Aprudia
Largo del Forno, 16
Giulianova (Te)
Tel.085 2011844
Podere Francesco
C.da Selva alta 19/a
Mosciano Sant’Angelo (Te)
085 8028688
Cantine Cirelli
Contrada via Colle San Giovanni, 1,
Atri (Te)
Tel. 0858700106
Cantine Emidio Pepe
Via Chiesi 10
Torano Nuova (TE)
Tel. 0861 856493
Ristorante Il Palmizio
Via Guglielmo Marconi 16
Alba Adriatica (Te)
Tel 0861 751339
Società Agricola Gennaro Pigliacampo
Telefono: 085 870 0106
Zona Industriale di Colleranesco,
Giulianova (Te)
Tel 342 9026862
Dai un'occhiata anche a:
- Pastamara a Vienna, la cucina universale di Ciccio Sultano al Ritz Carlton
- Guida al Viaggio del gusto nella Valle dell Irno, Salerno
- Dove mangiare ad Amalfi e cosa comprare
- Emilio’s Ballato a New York, il ristorante della nostra vita
- La Trattoria di via Serra a Bologna: la cucina della tradizione di Flavio Benassi e Tommaso Maio
- Karakoy Lokantasi a Istanbul, una pausa pranzo ottimale
- Raza a Madrid, la braceria da non perdere vicino la Gran Via
- Guida a Taurasi, il cuore del vino rosso in Irpinia