di Marina Betto
Non c’è miglior modo di conoscere le qualità di un vino se non accompagnarlo con il cibo. La Cantina Todini ha scelto la cucina di Giulio Terrinoni da “Per Me ” a Roma per presentare le nuove annate in uscita. Questi vini umbri in gran parte rossi si sposano così a piatti elaborati e complessi che ne evidenziano bene le caratteristiche. Poco distante da Todi a Collevalenza si trovano i 30 ettari di vigneti di Todini che produce vino da una ventina di anni con cura e rispetto per l’ambiente apportando costantemente nuovi strumenti tecnologici.
Le etichette prodotte meno di una decina spaziano dal Grechetto al Sangiovese, Merlot e con il Consolare Umbria Rosso IGT si assemblano con il Sangiovese anche vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon oltre a fare uno Chardonnay in purezza. L’azienda è giovane e ancora alla ricerca di un’identità stilistica in equilibrio tra antico e moderno per questo ancora mutevole ma radicata al territorio umbro che viene proposto insieme al vino. Il format WEARETODINI che nasce tre anni fa è un brand che fa riferimento a Todi. Lavorando al parlamento Europeo qualche anno fa Luisa Todini si è resa conto di quanto fosse importante il nome Todi che riportato nel suo cognome è richiamo alle sue origini che vuole far conoscere al mondo.
Lo spirito imprenditoriale di Todini si basa su uno studio mirato dei mercati esteri, la Cina è il mercato chiave del loro fatturato come spiega Luisa Todini imprenditrice ed ex Presidente di Poste Italiane che dal 2014 guida la cantina fondata dal padre Franco.
” I cinesi prediligono i vini rossi e alla Cina dedichiamo etichette diverse e immagini specifiche, ma i nostri vini bianchi non sono figli di un dio minore anzi sono un’espressione umbra per eccellenza.” Nei mille ettari che circondano l’azienda che è una zona faunistico-venatoria trovano spazio animali esotici come dromedari, cammelli, struzzi e zebre che ritroviamo raffigurati su alcune etichette come il Laudato Umbria Bianco IGT e sul Consolare Umbria Rosso IGT presentati per la prima volta l’anno scorso al Vinitaly mentre gli altri vini non riportano questi disegni animalier ed è un peccato.
Bianco del Cavaliere Umbria IGT 2019 è composto da un 60% di Grechetto e poi vitigni internazionali è un sorso erbaceo e fruttato con bocca lieve e delicata ricca di glicerina e buon bilanciamento tra acidità e morbidezza.
Il Bianco del Cavaliere Umbria IGT 2018 ha note fumé e di frutta secca e fresca un sorso più completo e minerale dell’annata precedente. Servito con carpaccio di scampi, foie gras e gel di cipolla rossa è spinto a completare le note acide della cipolla la dolcezza del gambero e la grassezza del foie gras.
Il Laudato Umbria Bianco IGT 2018 costituito da 70% di Grechetto si unisce al Trebbiano. Sentori di pesche e nespola ed erbe aromatiche unite a note più sottili fumé e di tabacco biondo e ancora di buccia di limone e di baccello di pisello e fiori di giaggiolo ne disegnano il profilo olfattivo, la bocca è sapida e astringente. Una piccolissima parte dell’uvaggio fermenta in barriques di rovere francese nuove. Questo utilizzo sempre meno invasivo del legno rappresenta la novità di questi vini e la via che l’azienda ha deciso di intraprendere per il futuro. Nel Laudato Umbria Bianco IGT 2017 oltre al Grechetto c’è del Verdicchio e una punta di Chardonnay che gli dona così un profilo più verde e astringente mescolato a ricordi di frutta secca.
Le pappardelle con ragù rinascimentale estratto di rucola e parmigiano di porcini sono un capolavoro di sapore combinato insieme, la cucina di G. Terrinoni poggia su basi classiche tanto che è lo stesso chef a dire che l’intento era quello di aprire in via Giulia una trattoria ma il livello dell’esecuzione dei piatti è da ristorante stellato.
Il Rubro Umbria Rosso IGT 2016 è 60% Sangiovese e per il restante vitigni internazionali. La freschezza dei piccoli frutti rossi che propone insieme alle spezie dolci e alla polvere di cacao al latte come la lieve astringenza tannica non sono in grado di sostenere il piatto di pappardelle.
Consolare Umbria Rosso IGT 2015, un uvaggio bordolese con il Sangiovese che fa solo acciaio, viene abbinato ad un piccione in 5 mosse la cui carne è servita in diverse cotture. Il vino ha un ventaglio di profumi floreali e di erbe aromatiche, rosmarino, alloro, menta e tannino che morde le gengive lievemente polveroso.
L’abbinamento con il piccione se sulla carta è ottimale risulta inadeguato, forse troppo giovane il vino per il tipo di carne.
info@cantinatodini.com
www.cantinatodini.com
www.wearetodini.com
Ristorante – Per Me – Giulio Terrinoni
Vicolo Del Malpasso 9 Roma
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