Voglia di pizza fritta, in barba ai cadaverici protocolli punitivi di alcuni nutrizionisti. Una tradizione, quella della frittura, tipica dei paesi caldi perché era il modo più sicuro di mangiare quando non c’era ancora il frigorifero. Dopo il grande boom del dopoguerra era andata un po’ in disuso, ma adesso per fortuna è stata rilanciata alla grande e con successo anche fuori Napoli nonostante le più funeree previsioni. Ci sono dei luoghi cult dove mangiarla, ecco le nostre scelte per la vostra estate bollente.
La nuova pizza fritta, con nuovi ingredienti e abbinamenti. E’ quela proposta da Isabella De Cham alla Sanità, aperto da qualche mese, che abbina alla tradizione napoletana la capacità di alleggerire la proposta con la giusta materia prima e nuove idee molto fresche. Tra l’altro, anche la possibilità di un menù a degustazione serviti a tavola che rivoluziona l’idea stessa di pizza fritta.
Il grande classico dei classici, da sempre pizza fritta alla Masardona vicino alla stazione di Piazza Garibaldi. Ora il piatto più povero di Napoli si può gustare anche a Chiaia, il quartiere dei signori, con la nuova apertura voluta da Enzo Piccirillo. Tante proposte, molte innovative. Tutto perfetto.
La prima pizza fritta che rimangiai cosciente fu quella di Enzo Coccia quando da poco aveva riaperto in via Caravaggio. Era leggerissima grazie alla lunga lievitazione e agli ingredienti di alta qualità che da sempre caratterizzano l’opera di questo pizzaiolo innovatore. Ha anche pubblicato il libro ‘Pizza fritta’ con la casa editrice Tommasi. Ora ha un locale dedito solo alle fritture.
Inossidabile calzone con la scarola cruda, un must natalino ormai chiesto in tutte le stagioni. Franco Pepe ha di recente approfondito proprio questo tema inventando innovative combinazioni frutto di ricerca e di collaborazione con alcuni cuochi importanti come Nino Di Costanzo. Chiedetela sempre nel menù degustazione.
La spettacolare pizzeria aperta da Carmine Donzetti in periferia ha anche tutta la tecnologia necessria per friggere alla perfezione e il risultato si vede, a cominciare dalla classica con ricotta e cicoli. Grande impasto, ingredienti di qualità, una delle migliori in provincia di Napoli.
Teresa Iorio è diventata una icona della pizza napoletana. Con le serate organizzate nella sede di Rossopomodoro in via Partenope si è fatta conoscere per la pizza fritta, adesso proposta in diverse versioni.
Per chi ama la pizza fritta tradizionale, senza fronzoli ma molto ben eseguita. Durante la nostra visita questa esecuzione ci ha stupiti e dunque, sebbene lontana da ogni rotta turistica, consigliamo agli appassionati di farci un salto perché ne vale la pena.
Raffaele Bonetta studia gli impasti e gli abbinamenti e i risultati si vedono nel piatto. Sarà sicuramente una pizzeria da non perdere quando verrà ristrutturata. Per adesso è meta di appassionati e gourmet non modaioli.
9 La figlia del presidente Maria Cacialli
Quella di Maria Cacialli è la pizza fritta per antonomasia, un classico nel centro storico di Napoli da provare a tutti i costi.
Già mi fischiano le orecchie…sempre lo stesso nome. Già, provate voi ad aprire tre locali a Napoli e uno a Milano esclusivamente dedicati alla pizza fritta tradizionale! Nessuno come Gino Sorbillo, infatti, ha spinto questo prodotto a livello popolare anche fuori dai confini della città
E voi, che pizza fritta siete?
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