di Enrico Malgi
Appena sono arrivato a destinazione il primo impatto è stato spiazzante. La vista si allarga su uno spettacolare parco con al centro la mole imponente dell’hotel Villa Malpensa, un’antica e sontuosa villa in stile liberty dei primi anni del Novecento appartenuta al conte Gianni Caproni, antesignano dell’aeronautica italiana insieme col fratello Federico. Ci troviamo a Vizzola Ticino, nel Varesotto, a poche centinaia di metri dall’aeroporto della Malpensa, ma fortunatamente fuori dalle rotte aeree, così la tranquillità dei clienti non viene disturbata. La facciata esterna dell’hotel, con l’ingresso e le verande laterali, è tutta in ferro battuto, ricavato dalla demolizione della vecchia stazione centrale di Milano.
Dal 1985 questa struttura è di proprietà della famiglia Bonini, che ha provveduto negli anni a restaurare la villa, a riportarla agli antichi splendori e a farne poi un elegante e raffinato hotel a quattro stelle, dotato di 65 camere modernamente arredate e con annesso un accogliente e lussuoso ristorante che funziona anche come banqueting per i grandi eventi.
A sorvegliare ed a sovrintendere il tutto ci pensa la sig.ra Valeria Bonini, che, sempre col sorriso sulle labbra, si prodiga incessantemente per soddisfare le richieste della scelta clientela nazionale ed internazionale. All’interno dell’hotel sembra che il tempo si sia fermato agli albori del secolo scorso, perché qui si respira l’affascinante atmosfera della belle epoque, con sale datate e stupendamente affrescate e impreziosite poi da colonne in marmo rosa, dipinti, arredi, decorazioni, stucchi, lesene, altorilievi e dorature in oro zecchino, che riportano alla mente il tempo passato.
Naturalmente sono venuto qui non per soggiornarvi, ma per assaggiare la cucina dello chef siciliano Giuseppe Alletto, ennesimo esempio di un bravo cuoco meridionale emigrato al nord, dove ha mietuto successo. Incominciamo con il salmone marinato in sale e zucchero per osmosi all’aceto balsamico, con insalatina di finocchi e melograno.
Nel complesso possono sembrare ingredienti di non facile accostamento ed invece ci stanno bene insieme, tutto per merito dell’inventiva del cuoco, che ha saputo assemblarli sapientemente. La croccantezza dei finocchi, la delicatezza del melograno e la dolcezza dell’aceto balsamico contrastano benissimo la grassezza del salmone. E così ne viene fuori un piatto centrato e godibile. Il secondo piatto è un classico della cucina francese rivisitato: scaloppa di foie gras con confettura di fichi, mele caramellate, ribes e misticanze.
Anche qui il dolce e la grassezza del foie gras vengono smorzati in parte dai piccoli frutti del ribes e dai vegetali, anche se in questa occasione Giuseppe vuole virare proprio sul versante dolciastro che impregna il palato. Il successivo piatto è il risotto Carnaroli alle pere, mantecato con formaggio di Castelmagno e spolverata di tartufo.
Questa preparazione mi fa venire in mente che siamo proprio al confine col Piemonte nord-orientale, con la provincia di Novara in primis e un poco più giù anche con quella di Vercelli, tanto cara a Enzo Vizzari, dove il riso ha il suo abituale habitat. Qui lo trovo bello sodo e molto consistente in bocca.
L’accostamento col Castelmagno ed il tartufo (ecco altri due prodotti piemontesi) lo rende sublime. Il prossimo piatto è il tonno rosso leggermente scottato, con frullato di broccoletti e nuvola di porri. Una preparazione semplice, quasi didattica, ma gustosa ed appagante.
Altro secondo: costolette di agnello rosolate al timo, con peperoni insaporiti all’aglio e acciughe.
Anche qui nulla di esagerato, ma sicuramente un piatto centrato e gustoso.
Le costolette sono tenere e ben cotte e i contorni aiutano a sgrassare la bocca.
Il pranzo termina con il dessert: mousse di cioccolato fondente, con salsa al pistacchio di Bronte, mandorle e frutti di bosco. Reminiscenza sicula dello chef, che dimostra tutta la sua bravura.
I vini, serviti dalla brava sommelier Elsa Palamani, si sono rivelati tutti azzeccati: il classico Prosecco Valsé di Contarini per aperitivo; lo spettacolare Chardonnay Jurosa 2003 di Lis Neris, che ha poco da invidiare ad uno Chablis o un Montrachet borgognoni; lo stupendo Aglianico Contado 2003 di Di Majo Norante; il superbo Moscato d’Asti 2010 della Tenuta Castello al Poggio sul dolce.
In definitiva, devo constatare che lo chef possiede un’ottima padronanza della tecnica culinaria; sa esaltare e amalgamare con perfetta fantasia i piatti, senza mai eccedere in inutili ghirigori. Detiene anche l’arte della semplicità, con cui dona un piacere edonistico ad ogni sua preparazione. Sa trarre ispirazione, poi, dalla stupenda location che gli sta intorno e questo lo aiuta moltissimo. Ad majora!
HOTEL VILLA MALPENSA
Via Don Andrea Sacconago, 1 – Vizzola Ticino (VA)
Tel. 0331 230944 – Fax 0331 230950
info@hotelvillamalpensa.com – www.hotelvillamalpensa.com
Ristorante aperto tutti i giorni
Pasto completo sui 60,00-70,00 euro, vini esclusi.
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