di Leo Ciomei
Seconda parte dell’articolo sui Giovani Chef premiati dalla Guida Espresso direzione Vizzari. Questa è dedicata ad altri quattro cuochi. Si parla degli anni 2006-2009.
2006 Niko Romito. Stesso ragionamento fatto per Pino Cuttaia: un grandissimo, arrivato a 19,5/20 e tre stelle Michelin. Dal 2000 gestiva con la sorella il Reale a Rivisondoli (AQ), locale ereditato alla morte del padre. Nel 2011 si è trasferito a Casadonna, nei nuovi locali di un ex-monastero di Castel di Sangro (AQ), affiancando alla ristorazione anche un piccolo hotel di sei stanze e un innovativo laboratorio scuola di cucina Nel 2005 era agli albori del suo successo, avrebbe preso la stella l’anno successivo e nel 2008 le tre forchette del Gambero Rosso, poi sempre avanti in un crescendo impressionante. Le sue presenze nei congressi gastronomici lasciano sempre il segno: ricordo fra gli altri Identità Golose e LSDM e in quest’ultimo nel 2013 dei “semplici” tortelli di ricotta di bufala da ribaltarsi!
2007 Eh, qui siamo a parlare di Rocco Iannone, cuoco che in quella edizione della Guida prese il Premio di Giovane dell’Anno e poi… puff! sparito dal mondo delle guide, dei congressi e della critica online. Oddio, proprio sparito dalle guide non è perchè fra alti e bassi nel 2016 il suo ristorante di Cava de’ Tirreni, il Pappacarbone, aveva ancora sulla Guida Espresso un buon 15 e fino al 2014 deteneva pure una stella Michelin. Certo è che il caratteraccio dello chef, culminato in due clamorose interviste nel 2009 a Striscialanotizia, non aiuta. Sarà, anzi è, sicuramente un grande artigiano, conosce benissimo i prodotti che cucina (e molti li coltiva lui stesso) ma non puoi offendere i più famosi giornalisti e chef italiani pensando di essere il migliore. Diciamo che il Premio fu ben assegnato ma, come dicevano a scuola, il ragazzo è un po’ discolo e potrebbe fare di più.. e difetta di riconoscenza!
2008 E’ l’anno del toscano Enrico Bartolini. Toscano sì ma emigrato in Lombardia dove, dopo i consueti periodi di lavoro presso grandi chef (Alajmo in primis ma non dimentichiamo Pierangelo Barontini, nostro concittadino), officia prima alle Robinie di Montescano (PV) prendendo, l’anno successivo al premio dell’Espresso, la stella. Successivamente nel 2011 si sposta a Cavenago di Brianza (MB) al Devero Hotel dove arriva alla seconda stella Michelin e a 18,5/20. Enrico è uno dei più grandi talenti di questi ultimi anni non solo in cucina ma anche nell’organizzazione: nel 2016, lasciato il Devero, si sposta a Milano presso il MUDEC, apre a Bergamo Alta il ristorante Casual e il GLAM a Venezia e prende la gestione de L’Andana a Castiglione della Pescaia (GR). E magari mi dimentico pure qualcosa!
2009 Si torna a Milano con Luigi Taglienti. Milano non per nascita (lo chef è ligure di Savona) ma sicuramente per esperienze e crescita professionale: il “solito” Ezio Santin e Carlo Cracco, per esempio. L’anno in cui ha avuto il premio lavorava alle Antiche Contrade di Cuneo, locale che riuscì a portare alla stella e a 17/20. Passato poi alle cucine di Trussardi alla Scala dove sostituì un grande come Andrea Berton e brevemente da quelle del lussuoso hotel Palazzo Parigi da poco ha aperto finalmente un suo locale, il Lume, sempre a Milano, dove può dare sfogo a tutta la sua creatività. Un successo annunciato. Uno dei massimi esperti di cucina di oggi lo considera uno fra i più grandi cuochi italiani del momento.
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