Mi sono sempre più convinto ormai che Fiano di Avellino e Greco di Tufo hanno una sola possibilità per entrare nell’Olimpo dell’Enologia mondiale: giocare sui tempi lunghi, lunghissimi. Lo dimostra il prestigio che rapidamente sta guadagnando l’azienda Di Meo che ha impostato seriamente questo lavoro sui bianchi. E parliamo di una delle prima in Irpinia, che solo negli ultimi anni si è staccata dal gruppo andando in fuga. Vittorio 2007 è uscito dieci anni dopo, ma adesso, riprovato all’Antica Pesa di Roma in una bella cena estiva fra amici, si è mostrato perfettamente in forma ed è un punto di orgoglio dei sommelier tenere un bianco del genere in carta. Ancora fresco, complesso, lungo, minerale con nota fumé, di gran corpo, ha tutti i presupposti del grande vino con il grande vantaggio della sua assoluta riconoscibilità tipica e territoriale. Un piccolo grande capolavoro enologico di Roberto Di Meo.
Scheda del 23 luglio 2017
Corsi ricorsi storici, amo i vini bianchi invecchiati, sembrano equilibristi impegnati a camminare sul filo, quella eleganza trasmessa dalla concentrazione. Ed è proprio con Roberto Di Meo, adesso non ricordo se eravamo nell’800 o già nel ‘900, che feci la mia prima degustazioni di Fiano di vecchie annate scoprendo un mondo. Nessuna sorpresa quindi, che proprio questa cantina oggi sia tra quelle che propongono alcune delle etichette più buone da provare sul mercato. In realtà c’è sempre stato Alessandra, Fiano passato in legno e messo in commercio con qualche anno di ritardo. Poi il Fiano 2000 dedicato alla sorella Erminia, scomparsa prematuramente. Adesso esce Vittorio, padre e figlio di Roberto, padre e nipote di Generoso. Ma soprattutto un Greco che mi ha stordito per la sua bellezza, assolutamente ben abbinata al contesto del Monastero Santa Rosa a picco sul mare e alla cucina leggera e delicata di Cristoph Bob.
Devo dire che ovviamente su tempi lunghi il Fiano regala sempre belle sorprese, ma quando è il Greco ad uscire allora la soddisfazione è ancora più grande perché inaspettata. Complice forse l’annata calda, i profumi di questo 2007 sono incredibili, vanno dall’arancia al cedro, conserva di albicocca, note di macchia mediterranea, note minerali di zolfo e idrocarburi. Al palato conserva tutta quella energia di cui solo il Greco è capace: fresco, pimpante, ampio, lungo e sapido, con una chiusura amara e precisa che ripulisce il palato e invoglia sempre a bere, a terminare la bottiglia.
Una bellissima interpretazione insomma, il cui risultato si deve alla frutta di partenza, parliamo di una vigna a Montefusco a 750 metri di altezza. Il vino non fa passaggio in legno, resta un anno e mezzo in acciaio e poi altri 18 mesi in bottiglia prima di fare capolino fuori dalla cantina. Insomma, una grande prova di forza che conferma le potenzialità dei bianchi campani sui tempi lunghi.
Sede a Salza Irpina (Av) – Contrada Coccovoni, 1
Tel. 0825 981419 – Fax 0825 986333
info@dimeo.it
www.dimeo.it
Enologo: Roberto Di Meo
Ettari vitati: 20 di proprietà e 15 in gestione
Bottiglie prodotte: 300.000
Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano, greco, coda di volpe e falanghina
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