di Enrico Malgi
La seconda masterclass che ho seguito da vicino a Vitigno Italia ha riguardato i vini territoriali di un’azienda toscana, la Carpineto di Greve in Chianti.
Sei le bottiglie di rosso in esame: due di Brunello di Montalcino, due di Chianti Classico e due di Vino Nobile di Montepulciano, il cui filo conduttore è rappresentato dall’impiego in massima parte dell’onnipresente Sangiovese.
A condurre le danze ci hanno pensato i soliti Luciano Pignataro, Tommaso Luongo e Franco De Luca, con la collaborazione del Direttore Marketing aziendale Mauro Chiominto e coadiuvati poi dalla brava traduttrice Chiara Giorleo.
Brunello di Montalcino Docg 2018. Soltanto Sangiovese Grosso.
Colore rubino trasparente e lucente. Dall’ampio ed etereo bouquet salta fuori un pot pourri di fini e persistenti profumi di amarena, piccole drupe del sottobosco, scorza d’arancia, viola mammola, timo, eucalipto, spezie orientali, canfora, tabacco, liquirizia, china e goudron. In bocca esordisce un sorso avvolgente, secco, tagliente, vibrante, ammaliante, balsamico, morbido, strutturato, sfaccettato e fruttato. Trama tannica sontuosa. Tensione palatale raffinata, sapida e polposa, di un vino palpitante di sapori e di umori. Serbevolezza ancora integra. Fraseggio finale estasiante.
Brunello di Montalcino Docg 2012. Sangiovese Grosso.
Qui il cromatismo è delineato sempre su una tonalità di rubino appena più carico rispetto al millesimo precedente. Conturbanti fragranze vanno all’assalto di un naso molto disponibile, che così riesce ad annusare in successione golose e specifiche credenziali di un frutto compatto e serrato, accompagnato da pregevoli spunti di iris e di macchia mediterranea, sentori speziati e nuances terziarie. L’impatto del sorso sulla lingua si rivela voluminoso, profondo, austero, avvincente, bramoso, fresco, glicerico, arrotondato, solido e smagliante. Tannini imperiali. Ottima la capacità di resistere al tempo ancora per molti anni. Chiusura su toni molto incisivi e persistenti. Annata eccellente.
Chianti Classico Riserva Docg 2018. Sangiovese soprattutto e poi particelle di Canaiolo e di altri vitigni locali.
Nel calice serpeggia un fulgido colore rosso rubino carico appena screziato di lampi purpurei. Dal caratteristico crogiolo si espandono orgogliosi profumi di marasca, susina nera, fiori rossi, erbe aromatiche e spunti speziati, insieme a connotazioni terziarie. Bocca ampia, sospirosa ed ospitale, che accoglie un sorso intrigante, complesso, strutturato, corposo, esuberante, goliardico, iodato, equilibrato e ben modulato. Tannini ancora vigilanti. Evoluzione temporale a lunga scadenza. Percezione palatale gradevolmente tratteggiata. Scatto finale persistente.
Chianti Classico Riserva Docg 1995. Tutto uguale al millesimo precedente.
Livrea colorata di rosso aranciato, ma fortemente vivo e luminoso. Al naso si concretizzano sontuosi creptii profumati di tanta buona roba, in cui l’incipit è appannaggio di leggiadri sospiri fruttati di ciliegia, prugna, ribes, mirtilli, more, mandorla e captazioni esotiche. Di concerto risaltano poi proposizioni floreali vestite di rosso, gentilizie speziate di noce moscata, pepe nero e chiodi di garofano e svolazzi terziari. In bocca entra un sorso monumentale, memorabile, dominante, espressivo, accattivante, balsamico, contrastato, ferroso, minerale, morbido e fascinoso. Ancora in sella l’ottima acidità che dona infinita freschezza a tutto il palato. Finezza tannica nobile ed aristocratica. Un rosso così appassionante, che sa miscellare intensità ed elasticità in perfetto equilibrio. Retroaroma impagabilmente lungo. Si tratta sicuramente di un’interpretazione di un grandissimo vino ancora pimpante e nel pieno fulgore.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva Toscana Docg 2018. Sangiovese (Prugnolo Gentile), Canaiolo ed altre varietà.
Alla vista si appalesa uno scintillante e giovane colore rosso rubino tendente al granato. Radiose fragranze si insinuano proditoriamente nelle narici per affermare la loro conclamata supremazia, attraverso spiccati echi di un’ottima scorta di frutta fresca della pianta e del sottobosco, innestati su suadenze floreali e rimembranze speziate. Classicheggianti poi i rigurgiti terziari. Sorso etereo, scorrevole, teso, armonico, sapido, glicerico, elegante, vellutato, succoso e complesso. Trama tannica ottimamente ordita. Palato pieno, avvolgente, avviluppante, seducente, sensuale, schietto, reattivo e dinamico. Un rosso di stile e di temperamento. Vino destinato ad invecchiare ancora per molto tempo. Allungo finale persistente ed edonistico.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva Docg 1989. Stesse uve del millesimo precedente.
Bicchiere tinto da un colore mattonato, ma che dopo trentaquattro anni risulta ancora sfolgorante. Dall’intenso bouquet si sprigionano sintomatici, performanti e promiscui profumi di tanta buona frutta rossa, unitamente a coriandoli floreali, effluvi vegetali ed umori di erbe aromatiche. Spezialità di anice, zenzero e vaniglia, che convivono con effetti terziari di sigaro cubano, liquirizia, ginepro, china, cioccolato fondente, boisé e caffè torrefatto. Sorso di grande spessore, intenso, materico, morbido, rotondo, sapido, espansivo, infiltrante, centrato, affascinante e raffinato. Buona la spalla acida. Portamento austero. Finezza tannica aristocratica. Pregnanza gustativa imponente ed ottimamente implementata. Zenit ancora lontano. Buona la chiosa finale.
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