Come al solito non le manda a dire Gianfranco Vissani. In una chiacchierata a tutto tondo su Repubblica/sapori con Guido Barendson spara a pallettoni su lacuni dei suoi colleghi che gli hanno tolto il primato mantenuto per molti anni.
Ti batti – chiede Barendson -come se fossi il vendicatore della salute a tavola. Ma questo lo fanno in tanti oggi, da Heinz Beck a Massimo Bottura.
“Nun me parla’ pure tu de Bottura: è sopravvalutato”, sbotta mentre lo affianca Luca, un po’ preoccupato che il padre spari a palle incatenate sui colleghi. Ma tu non pensi che ci sia spazio per tutti? Se tu qui mi offri uno spaghetto al tonno, una triglia alla livornese e contemporaneamente un soufflé di lingue di pappagallo su un letto di caviale di lumaca del Kazakistan, perché non dovrebbero andare bene gli altri, sia chi spinge sull’innovazione sia chi si batte per difendere al meglio l’eredità culinaria – anzi le nostre formidabili tante eredità regionali ? La mia cucina è intrigante, spazia senza limiti, e non è mai ruffiana”.
Gli outsider, per definizione, giocano da soli. Ma in testa al campionato della Serie A chi ci metti? Bottura?
“Vabbè Bottura lo salviamo perché te piace a te”. Cracco? “E’ un bravo ragazzo, è odiato per la parte che deve fare a Masterchef”. Crippa? “Un po’ troppo orto”. Niko Romito? “Un bluff. Ricordo un uovo cotto 72 ore. Che sperava che ci fosse, un pulcino?”. Uliassi? “Ma lassa perde’”. Gianfranco, mi sa che lo tsunami lo stai scatenando tu contro i migliori cuochi d’Italia. Possibile che non salvi nessuno? “Cuttaia, sì Cuttaia è bravo, e poi Ciccio, quell’altro siciliano, Ciccio Sultano. E non te dimenticà Vittorio, i Cerea, a Bergamo”. E a Roma? “Me sta simpatico Massimo Riccioli, anche se mi ricordo una volta che aprimmo due bottiglie di Montrachet – bottiglie da 400 euro l’una – ed erano fottute, andate. Ma mica era colpa sua”. Posti nuovi? “Ma lo vedi questo Zuma come è fatto? Questi pensano al design, mica alla cucina”.
Il pezzo integrale lo leggete cliccando su Repubblica/sapori.
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