Il mondo del vino e i suoi dintorni incrocia sempre più spesso quello dell’arte. Una bottiglia con il suo contenuto è opera di artigianato, in alcuni casi espressione di genio. Almeno quanto quella di un artista.
In comune hanno la capacità di dar forma a un qualcosa che risulta essere più della pura sommatoria degli elementi che lo compongono. Il fattore moltiplicatore è l’uomo. Il suo saper fare e la sua storia. E a volte la storia è storia di famiglia, di comunità, di terre e di Paesi.
Accade con il rum Zacapa che ho avuto il piacere di ritrovare al Museo Madre di Napoli nel corso di un’iniziativa voluta dalla proprietà della notissima azienda produttrice di rum guatemalteco, la famiglia Botron.
Chi ha viaggiato un po’ per il Centro America o il Sud America, conosce la passione e la capacità di questi Paesi di lavorare la canna da zucchero e di far rum. Zacapa è tra i marchi più noti. A questi viaggiatori un po’ gourmet, infatti, non sarà sfuggita la sua bottiglia di XO, schiacciata ed elegante, sugli scaffali dei rari negozi specializzati o e di molti duty free aeroportuali.
Non sono molte le occasioni di parlare del Guatemala e di una sua eccellenza gastronomica. L’occasione che si presenta è, dunque, ricca: la mostra di un noto fotografo italiano visitabile fino al prossimo 27 settembre e un salottino, un lounge, dedicato a un suo rum allestito nel cuore di Napoli.
L’idea: con un ciclo di 5 mostre, in 5 città diverse – tra le quali Napoli che chiude il viaggio iniziato a l’autunno scorso con Milano – Zacapa, distribuito da Diageo, punta a farsi conoscere più da vicino dal mercato italiano che – mi racconta Franco Gasparri, grande esperto di distillati e master ambassador Diageo- è il primo mercato della azienda (subito seguito da USA, Centro e Sud America e, in tempi più recenti, Spagna).
La modalità scelta è quella del salotto degustazione inserito in una mostra fotografica. Gli scatti sono quelli di Olivo Barbieri, artista di Carpi che ha fatto di luoghi e città ritratte dall’elicottero un suo cavallo di battaglia.
Sotto il suo obiettivo, la Galleria Umberto, la tangenziale di Napoli, piazza del Gesù e altri soggetti, tutti fotografati da altezza considerevole per ricordare che il rum Zacapa invecchia, secondo il metodo Solera, in una località posta a 2300 metri sul livello del mare: a Quetzaltenango.
La materia prima, il puro succo concentrato di canna da zucchero (chiamato dai guatemaltechi ‘miele vergine’), estratto dalle canne fresche macinate in mulini, viene fatto fermentare in tini di acciaio per 7-8 giorni con l’uso di saccharomyces cerevisae derivato dall’ananas. Poi il mosto è distillato con un processo di distillazione continua.
Dai bassopiani sovrastati dai crateri vulcanici nei pressi della costa pacifica, dove sono le piantagioni, Zacapa poi affina il suo rum lentamente in un centro di invecchiamento negli altipiani. In questo luogo chiamato ‘casa sopra le nuvole’ (di qui l’idea l’idea di sposare il progetto delle immagini aeree di Olivo Barbieri) si eleva in botti di varia fattura e tostatura per lunghi anni. Infine, ogni bottiglia è resa unica, dal “petate”, una fascia intrecciata di foglie di palma essiccate realizzata secondo un’antica arte che risale al periodo pre-classico della civiltà Maya (1400 a.C.) e che simboleggia l’unione tra tutte le cose: cielo e terra, sole e luna, materia e spirito.
I rum degustati
Zacapa 15 Solera Reserva
Nasce per soddisfare le esigenze della baristica e degli appassionati dei cocktail. Un prodotto di qualità, sempre metodo Solera che si presta al “mesclar” ma che ha tutta la personalità di un rum di qualità. E il suo profilo gusto-olfattivo.
Zacapa 23
E’ il prodotto storico della azienda, quello con il quale la famiglia uscì sul mercato oltre quarantanni fa. Lo contraddistingue un sapore deciso che gioca sulla morbidezza e sul ricordo della dolce canna da zucchero dalla quale deriva. Un rum intenso al gusto contraddistinto da note di datteri, caramella ad orzo e frutta candita. Estremamente avvolgente e lungo.
Zacapa 23 Etiqueta Negra
Ricco e intrigante al naso. C’è un pizzico più di ricercatezza rispetto al precedente ed è giocata sulle note speziate. Si mettono in evidenza le note di chiodi di garofano, caramello, albicocca secca e tabacco. Essendo meno robusto in bocca, invita alla meditazione.
Zacapa XO Solera Gran Reserva Especial
Viene definito il ‘cognac dei rum’. In effetti qui la complessità si fa davvero soprendente. E l’eleganza anche. Il profilo è speziato. Il bicchiere parla di molte cose: lievi note di assenzio, vaniglia, cannella, frutta candita, fiori secchi. Davvero occorre tempo per apprezzarle tutte.
I consigli dell’esperto
Chiedo alcune cose a Franco Gasparri approfittando della sua esperienza. Ne ottengo alcune autorevoli pillole.
. Servire il rum a 16-18 ° C.
– Si, decisamente, ai sigari. Non eccessivamente strutturati.
– Servire il rum in un bicchiere da vino rosso strutturato, leggermente svasato.
– Gli abbinamenti: salmone e pesce spada affumicato, formaggi a pasta molle stagionati (per il salato) – cioccolato amaro, dolci ricchi di creme, anche al caffè. Molto bene il tiramisù e la pastiera napoletana (per il dolce).
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