I VIGNERI di Salvo Foti
Uva: carricante, riesling renano, minella, grecanico
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Capita di bere un vino e perdersi nei ricordi. Di viaggi e di esperienze, di profumi e visioni. Di scavare nel taccuino per rinfrescare ed aiutare la memoria, pagine di appunti, di emozioni annotate, di lampi visti.
Tutti coloro con cui ci troviamo a parlare di lei, di Mungibeddu, ne parlano con una calma serafica e con estremo rispetto.
D’altronde, mi chiedo, cosa sarebbero i vini, il Carricante ed il Nerello, persino il Grenache portato dall’ammiraglio Nelson in queste terre senza le sabbie da muntagna?
Qui, a Sicilia avi nu sciauro particolare. Un odore persistente, soffuso, acre, che s’accompagna e s’arricchisce di note di pino, di muschiato e speziato, che lievemente lo addolciscono, quasi impercettibilmente s’avvertono.
La strada che sale sulle cima dell’Etna è conciliante, ingannevole, è come se il vulcano ti succhiasse dentro, t’inglobasse in lui senza che te ne accorga. Non riesco a vederne i tratti distintamente, la sua sommità è, e sempre sarà, nascosta tra le nuvole o da quelli che potrebbero essere i suoi fumi. Già lo percorro d’altronde, ed il suo profilo si confonde a seconda delle prospettive con i monti Sartorius e i Nebrodi che più dietro si dipanano, s’allungano, rientrano su se stessi e quasi pare lo abbraccino. Dolce e lieve la strada ben asfalta, e spesso delimitata ai lati dai muretti di pietra lavica, sale nelle curve docili, morbide, appena accennate, che lasciano lo sguardo spaziare su panorami di boschi di pini, qualche castagno, che fitti e di rigogliose cromature di verde ti invitano a sostare presso di loro. Vedo qui e lì qualche villino. Siamo tra i mille e milleduecento metri.
Saliamo mentre la temperatura scende e si fa gradevole, l’aria sottile, rarefatta, muta da spessa coltre calda in fresca seta che inali a piccole dosi. E qui inizio a comprendere qualcosa che via via mi sarà svelato.
D’un tratto, a’ muntagna cangia. Nivura e fumosa. Lingue, valli, pendii scoscesi a perdita d’occhi di pietra nera, grigio perla, butterata; ciottoli, pietre, sassi, di dura foggia o che, sotto il peso del piede si sgretolano in sabbia, polvere. Ciuffi d’erbacce sorgono qui e lì, talvolta arbusti, spesso, almeno in questo tratto, non vi è altro che pietra nera. Fa impressione a’ muntagna.
Continuiamo a salire, ad un certo punto, i tronchi degli alberi nei boschi cangiano macari loro. Si fanno chiari: faggi e betulle. Alle nostre spalle Catania e il mare.
Il colore è un giallo paglierino scarico. Il naso è rupestre e sassoso, racconta muschio, poi camomilla, sbuffi di mineralità vulcanica, una note dolce di crema pasticciera, terra, un leggero tocco agrumato e floreale. Al palato l’ingresso appare leggermente diluito, ma è solo un equilibrio diverso, di sottile austerità, di lunga persistenza, sapida un accidente.
Dal sito dell’azienda: “A Catania nel 1435 viene costituita la “Maestranza dei Vigneri”. Questa importante associazione di viticoltori, operante sull’Etna, creò la basi per una professionalità vitivinicola di cui protagonisti erano gli stessi produttori-viticoltori.
Dopo 500 anni, I Vigneri è una realtà operante sull’Etna ed in Sicilia orientale, il nome dell’azienda vitivinicola di Salvo Foti e di un gruppo di viticoltori autoctoni etnei, veri professionisti della vigna.
Cercando di utilizzare strumenti e sistemi non invasivi, nel rispetto, fin dove è possibile, della tradizione, dei propri antichissimi vitigni, senza apportare stravolgimenti enormi dettati da velleità, egoismi o onnipotenza. Lo spirito del lavoro e il piacere di ben lavorare e fare, senza frenesie, in armonia prima di tutto con se stessi e quindi con tutto quello che ci circonda: ambiente, natura, il vulcano Etna, di cui si è parte, non al di sopra. I Vigneri è anche un sistema organico di fare vitivinicoltura nel rispetto dell’ambiente in cui si ci trova.
Il vinujancu è un bianco, prodotto in vigna Nave in agro di Bronte (Etna Nord) a 1200 mt. s.l.m.
I vitigni sono il Carricante, il Riesling renano (franco di piede), il Grecanico e la Minnella. La vigna, impiantata nel 2005, estesa 0,4 Ha, è allevata ad alberello etneo con sesto d’impianto di m 1×1, equivalenti a 10.000 viti per ettaro. La coltivazione è fatta a mano utilizzando prodotti naturali. In vinificazione non sono utilizzati frigo, lieviti e filtrazione. Travasi ed imbottigliamento vengono svolti secondo le fasi lunari.”
Da abbinare ad un viaggio, in Sicilia, perché il sapore di un vino, bevuto lì dove prodotto ha un gusto diverso.
Ringrazio Fabio Cimmino, per aver condiviso con me una bottiglia che entrambi inseguivamo da tanto.
Sede a Randazzo, Largo Signore Pietà, 17. Per contatti via Tamburino Merlini C., 1 A Mineo, Tel. 0933 982942 – Fax 0933.983264 – www.ivigneri.it info@ivigneri.it Enologo: Salvo Foti; Vitigni: nerello mascalese, nerello cappuccio, alicante, carricante, minella, grecanico, riesling renano. Bottiglie prodotte tra le 5000 e le 10000 a seconda dell’annata
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