di Marco Galetti
Domani fo’cantucci, vieni a veglia ?
Accettare l’invito di un amico toscano è una scelta inevitabile e ad altissimo rischio, l’Occhio di Pernice di Avignonesi diminuisce pericolosamente, il Vinsanto dalla concentrazione zuccherina molto alta, le cui origini senesi tra storia e leggenda me lo fanno amare ancora di più, scardina ogni difesa residua, arrivano da direzioni diverse, li aspetto, la resa era già nell’aria e nelle intenzioni, grappoli coricati su stuoie i ricordi più belli, hanno riposato in caratelli di legno materia viva che assorbe e restituisce, sigillati in soffitta, nei sottotetti, sotto la mascherina quotidiana che, nolenti, indossiamo a Carnevale lontano, ricordi invecchiati anni, ricordi che fermentano, si addolciscono, perdono d’acidità, rimane il succo, come in un riassunto fatto bene, sono ricordi che danno alla testa, il tenore alcolico arriva in alto col do di petto, il suo petto in alto incurante della gravità che non oppone forza…
Aveva ragione il Francescano che nel 1348 attribuì al Vinsanto proprietà miracolose, sono lucido solo sotto le palpebre, in macchina accendo la radio, vecchie melodie conosciute, sequenze di vocaboli all’apparenza innocui, parole pesanti per chi è disposto ad ascoltarle, l’anima a metà strada tra l’aridità acquisita con gli anni e la malinconia di fondo di un romantico convalescente.
È questione di attimi, le parole trovano il punto più adatto lungo la piccola stradina bianca tra le crete per fare l’autostop, salire a bordo dei miei pensieri e contaminarli, crete e crepe senesi, in fondo, come disse qualcuno, i ricordi arrivano all’improvviso, come un posteggiatore abusivo.
Anch’io non mi rivolgo a lei direttamente, perché non voglio chiedere, non sarebbe giusto, avrei soltanto voglia di sapere che fine ha fatto… soltanto, nel mio caso, è la parola che invita all’apertura dei grappoli di ricordi sigillati in soffitta, ma non dimenticati, una parola chiave, quindi, per parlare un po’ con me stesso senza farmi domande né avere, in fondo, bisogno di risposte.
Il nostro futuro è fatto dal nostro presente in continua evoluzione, ma la base di partenza per poter cambiare è esistere e non si è se non si è stati, meglio, si è anche e soprattutto per quel che si è stati, questo è uno dei motivi per i quali siamo affezionati a qualcosa o a qualcuno che fa parte del nostro passato, perché cerchiamo di volerci bene e difficilmente non riusciamo a non provarne per chi ce ne ha voluto, non è quasi mai solo il valore assoluto della persona che ha fatto un tratto di vita insieme a noi, lasciando un tratto indelebile, è il rimpianto tra virgolette della coppia che eravamo, del come eravamo e del come non saremo più nemmeno, e soprattutto, singolarmente.
Come non aver voglia di sapere che fine ha fatto…, come non sperare che stia bene, che sia serena e felice…, dimenticarla è scordarsi di noi stessi, rinascere non è dimenticare, l’indifferenza nei suoi confronti è uno sgarbo nei nostri.
Lasciami giù qui, hai detto anche se le parole saranno state diverse, adesso l’esigenza di sfuggirsi per non ferirsi di più ha lasciato il posto all’esigenza di non rivederti invecchiata, perché per me sei rimasta uguale al ricordo, specchiandomi nel retrovisore mi pare di rivederti abbracciata ad un ragazzo che mi assomiglia…
…poi torno subito in me e in carreggiata, non vorrei essere arrestato per detenzione e spaccio di pensieri stupefacenti.
Dai un'occhiata anche a:
- Cilento in bici, i 600 chilometri della Via Silente
- Vini Rossi e Passito di L’Astore Masseria – Nuove annate
- Vini per Ferragosto: Brindiamo all’Estate con Eleganza e Freschezza
- Kuris, Il Greco di Tufo Riserva e la Mythic collection di Tenuta Scuotto
- Pizza della settimana: Maruzzella Croccante di Prisco – Pizza & Spirits abbinata al Piedirosso Vesuvio 7 Moggi Sorrentino
- Le cento cantine protagoniste del libro Calici&Spicchi di Antonella Amodio
- Anteprime Toscana: Chianti Classico Collection 2024 Special Edition
- Quintarelli, Rosso del Bepi