di Marina Betto
VinoVip al Forte è la manifestazione biennale organizzata dalla prestigiosa rivista del vino Civiltà del bere che ha riunito a Forte dei Marmi il meglio della produzione enologica italiana. In questa edizione svoltasi a Villa Bertelli il direttore della rivista Alessandro Torcoli ha voluto assegnare il Premio Khail 2023 ad Attilio Scienza, professore ed agronomo, uno dei massimi esperti del mondo del vino italiano e internazionale che con il suo operato e i suoi studi scientifici, di genetica ed antropologia ha formato generazioni ed è per tutti coloro che operano in questo settore un punto di riferimento.
Il Premio Khail, ideato dalla rivista, destinato alle personalità che hanno valorizzato il vino italiano nel mondo, vuole ricordare il giornalista Pino Khail già fondatore di Civiltà del bere e pioniere della ricerca del vino di qualità. Nella nota località balneare simbolo della villeggiatura d’elite c’è stato un vero e proprio summit fra leader del settore, ospiti provenienti da tutto il mondo e giornalisti, che ha favorito uno scambio di informazioni, opinioni e assaggi. Si è parlato dell’importanza delle fiere del vino come Vinitaly, Prowein, Wine Paris & Vinexpo Paris, LondonWine Fair, del futuro delle Doc attraverso la presentazione di inchieste giornalistiche che hanno coinvolto un panel di 207 aziende per capire quali sono i punti deboli e quelli forti di questi modelli fieristici internazionali, facendo emergere vari spunti di riflessione sulle prospettive future. Le fiere devono aggiornarsi per adeguarsi ai tempi essendo diventati sempre più fondamentali gli incontri in loco, devono essere pianificate in funzione di obbiettivi più precisi solo così diventeranno maggiormente attrattive per il pubblico e per i buyer.
L’argomento “Il futuro delle Doc” ha coinvolto oltre Attilio Scienza, presidente del Comitato Vini Dop e Igp, Eugenio Pomarici, Professore universitario di Padova, Davide Gaeta dell’Università di Verona, Riccardo Ricci Curbastro, presidente Equalitas e già presidente Federdoc e Lamberto Frescobaldi per Confagricoltura. In Italia il primo riconoscimento moderno del vino risale al 1924 con la normativa a tutela dei vini tipici, da allora molto è stato fatto ma c’è ancora tanto in campo nello studio dei nuovi paradigmi della produzione del vino e sul ruolo delle Doc. La sfida oggi è rappresentata innanzi tutto dal cambiamento climatico che spinge ad una ridefinizione dei processi di produzione con modifiche ai disciplinari e l’adattamento degli enti di certificazione per il cambiamento dei parametri da verificare come quelli legati alla sostenibilità. Molte sono le proposte di riorganizzazione delle Dop-Igp come l’accorpamento in macro Doc anche tramite Uga (Unità geografiche aggiuntive), la presa in considerazione della rinomanza commerciale di un vino Do, l’ampliamento della lista dei vitigni atti alla produzione dei vini fermi varietali e infine l’introduzione dei vitigni resistenti nelle Doc. Nella nuova piramide della qualità bisogna infatti tener presente la rinomanza che nasce dalla presenza in un vino del terroir, della qualità e della notorietà, non ultimo aspetto da tenere in considerazione sarà il numero eccessivo di do soprattutto nella comunicazione dei nostri vini sui mercati esteri. L’Italia ha un numero elevato di Denominazioni di vino molto piccole che non giustificano la costituzione di un consorzio sebbene ci siano delle eccezioni come il Prosecco, si rende così necessaria la costituzione di consorzi che tutelino più Denominazioni con il compito di far conoscere valorizzandole le varie specificità.
Questi in sintesi gli argomenti in discussione quest’anno a VinoVip al Forte cui si è aggiunto il focus sul Vermentino vitigno che domina le coste del Tirreno fino al Lazio ma che si trova sorprendentemente anche più a sud come in Sicilia. Lo studio sull’origine di questo vitigno parte dal suo DNA che ci porta ad allontanarci dalle nostre certezze e narrazioni iniziando invece la sua ricerca dai luoghi da cui i vitigni sono partiti, lungo le rotte di migrazione umana. Alcune ipotesi recenti sulla sua origine ci riportano in Piemonte con una citazione del 1658 di Fermentino.
Lacombe nel 2007 ha trovato un rapporto di parentela con il Furmint e alcune Malvasie Mediterranee ma la Vernaccia e la Malvasia, i due vini più famosi del medioevo, prendono il nome dal luogo da dove partivano le navi ma nel contempo rappresentano una rivoluzione perché i due vini identificano per la prima volta i vitigni legati alla tipologia di vino. Vermentino, Pigato, Favorita Vermentinu, Rolle, Verlantin, Picaon, Codega, Malvoisie du Douro così è conosciuto il Vermentino nel Mediterraneo dove solo in Italia 6.000 sono gli ettari suddivisi in 4500 in Sardegna, 450 in Liguria, 650 in Toscana e 4% in altre zone. Le caratteristiche aromatiche, che si mantengono anche in ambienti caldo-aridi, lo fanno assomigliare al Sauvignon, inoltre la maturazione tardiva consente il mantenimento dell’acidità, l’invecchiamento gli fa sviluppare sentori minerali tutte qualità che lo rendono perfetto per il nostro paese caldo e assolato facendolo diventare autoctono considerando in questa definizione l’identificazione nel luogo dove il vitigno si esprime al megliocome in Gallura, a Bolgheri, in Liguria.
Questa uva è molto versatile e permette di essere utilizzata in vari processi di vinificazione con cui si possono ottenere Spumanti Metodo Charmat e Classico, vini fermi e longevi, vini da vendemmia tardiva, vini macerati, in anfora e passiti. Si tratta di unvitigno in rapida ascesa nel panorama nazionale e in questi ultimi anni sono uscite centinaia di nuove etichette diverse per provenienza e stile anche molto differente. Tra i migliori Vermentino d’Italia Marchesi Antinori, Argiolas, Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana Doc, Tenute Gregu, Cantina Lunae, Carpineto, Mandrarossa, Mazzei, Allegrini, San Marzano, Tenuta Sassoregale-Mesa, Siddùra, Su’entu.
Il momento clou di VinoVip al Forte rimane la degustazione con oltre 150 vini di pregio in degustazione con il coinvolgimento di 62 aziende che hanno attirato professionisti e appassionati.
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