di Gennaro Miele
A Casale di Carinola, nell’areale di produzione della DOC Falerno del Massico, tra le strade strette è appena visibile un cancello che custodisce un antico cortile, qui i visitatori della cantina Bianchini Rossetti vengono accolti, al centro vi è piantato un olivo basso e centenario che sembra essere custode di una storia, quella di una famiglia che coltiva vigne dall’ottocento.
Le parole che compongono il nome dell’azienda, Bianchini Rossetti, sembrano vezzeggiativi dei colori che nelle diverse stagioni è possibile osservare in campagna, il rosso delle foglie in autunno e il bianco delle gelate invernali, rappresenta in realtà una primavera, l’inizio di qualcosa come un matrimonio in quanto sono i cognomi dei genitori di Tony Rossetti, oggi energicamente alla guida dell’azienda con lo zio Francesco Bianchini, due cognomi come parole inscindibili, come terra e radici.
La storia di questi produttori ha inizio nell’ottocento ed è nel 1880 che la crescente realtà aziendale richiese uno nuovo spazio, l’edificazione della masseria dove oggi, oltrepassando l’arco in pietra sotto il portico si attraversano stanze in cui il tempo sembra essere rimasto intatto, negli arredi e nell’atmosfera, un viaggio a ritroso nel tempo, stanza dopo stanza, decennio dopo decennio, dove sono racchiusi ricordi e momenti di vita familiare, fino ad arrivare alla discesa in cantina scavata nella roccia dove ha luogo l’affinamento delle bottiglie.
Le uve di questi eccellenti vini provengono da vigneti siti sulla collina di San Paolo, cui si arriva attraversando un piccolo e suggestivo canyon naturale, in uno spazio vitato di appena quattro ettari Tony cura le sue uve, con l’ausilio dell’enologo Alessandro Striano, in un luogo che emana genuinità, tra filari di uve Aglianico, Piedirosso e Falanghina, quest’ultima nei cloni Flegreo e Beneventana, circondato da alti castagni.
La destinazione d’uso dei terreni, dall’ottocento non è mai cambiata, anche negli anni cinquanta quando molti poderi adiacenti hanno subito una sostituzione colturale da uva a frutteto, che rappresentava una maggior fonte di reddito per le famiglie contadine, qui tutto è rimasto fedele alla propria vocazione.
La volontà di una produzione qualitativamente alta fa attestare la produzione al disotto delle 30.000 bottiglie all’anno su quattro etichette, la linea “1880”, che prende il nome in omaggio all’anno di creazione della cantina, con un rosso, un bianco ed un rosato ed il top aziendale, il Saulo, Falerno del Massico Riserva DOC, da uve Aglianico in prevalenza e Piedirosso.
L’origine del nome ‘’Saulo’’ è un omaggio a San Paolo, che prima della conversione al Cristianesimo si chiamava Saulo di Tarso, e che si narra si sia fermato qui, in prossimità della collina, nel suo cammino verso Roma.
L’annata 2010 del Saulo ha una sosta in legno grande francese di almeno 30 mesi ed una in bottiglia il cui periodo determinato dai controlli sul suo stato evolutivo, la produzione è esigua, di appena 1500 bottiglie valore numerico che rende questo calice una piccola realtà di gran pregio.
Nel bicchiere scorre mostrandosi subito come un vino dal corpo pieno, con una lacrima densa e veloce dopo la roteazione che ricade nel colore rubino con accennati riflessi granato, al naso si avverte in principio una delicata nota speziata di pepe bianco che si accompagna nell’ossigenazione a sentori di cacao, un sottofondo di aromi di frutti rossi piccoli e maturi è un continuum sensoriale di questo vino importante.
L’assaggio dona sensazioni piacevoli ed importanti, un tannino elegante ed buona freschezza rendono l’assaggio piacevole con un alcol importante di 14,5 % non affatto invasivo all’olfatto ma presente nell’importante gusto che avvolge rimanendo con tenacia in un finale lungo, un vino pronto.
Un abbinamento con carni importanti come pappardelle al sugo di cinghiale e preparati al forno è il giusto matrimonio per questo gusto, magari da abbinare anche solo alle proprie riflessioni dopo cena accompagnati dallo schioppettio del caminetto, un calice che ha il sapore dei mesi invernali.
Sulla collina di San Paolo, accanto al vigneto c’è un vecchio casale e magari un giorno quelle stanze saranno luogo di accoglienza per gli amanti del vino, camere con vista su vendemmia, vendemmia che è il frutto del lavoro di intere generazioni, attraversate tutte dalla stessa passione per il vino, come sono attraversati questi filari da rosse volpi che sembrano uscite dalla celeberrima favola di Esopo.
Qui, sulla Collina di San Paolo, sembra che l’uomo Bianchini Rossetti e la natura abbiano trovato un equilibrio.
Cantina Bianchini Rossetti è in Via Tenente Trabucco, 2 81030 Casale di Carnosa (CE) Produzione: 30.000 bottiglie
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