![Vinitaly2019](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2020/05/Vinitaly2019.jpg)
Con la riapertura, da lunedì 18 maggio, della ristorazione e del ‘fuori casa’ si riattiva anche per il vino italiano un canale naturale che vale al consumo 6,5 miliardi di euro l’anno. E secondo l’instant survey dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, realizzata ad aprile su un campione rappresentativo di 1.000 consumatori di vino, solo il 23% degli italiani (in particolare donne, del Sud, che hanno avuto problemi sul lavoro) dichiara che andrà meno al ristorante, a fronte di un 58% per cui non cambierà nulla, fatte salve le adeguate misure di sicurezza da prendere (45%). Non manca, anche se molto misurato, il revenge spending, ovvero la ‘spesa della vendetta’ post-lockdown per i beni voluttuari come il vino: il 10% prevede infatti di spenderne più di prima fuori casa, valore che sale al 15% per i millennials (25-40 anni) e per chi non ha avuto problemi sul lavoro (13%).
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “La nostra speranza è che gli storici partner dell’horeca – tra i più penalizzati dall’emergenza – possano essere messi al più presto nelle condizioni di poter riprendere il proprio cammino. Vino, accoglienza e ristorazione rappresentano il primo fattore distintivo del nostro Paese nel mondo, e trovano in Vinitaly il luogo di incontro per eccellenza, con una media di 18mila buyer italiani dell’horeca, dei quali 2/3 legati alla ristorazione. A ciò si aggiunge il tradizionale evento autunnale wine2wine business forum con l’innovativo wine2wine exhibition, primo vero appuntamento internazionale on e off line di quest’anno dedicato al vino”.
Per il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: “Il ruolo della ristorazione e gli effetti del lockdown sulle vendite di vino – sia in Italia che all’estero – sono anche desumibili dalle giacenze a fine aprile di quest’anno, che evidenziano le penalizzazioni subite da alcune blasonate denominazioni che trovano nell’horeca il principale canale di commercializzazione. Si pensi al +9% di volumi in giacenza del Montefalco Sagrantino e del Nobile di Montepulciano, dell’8% del Chianti Classico o alle maggiori eccedenze di bianchi importanti come Falanghina (+16%) e Soave (+24%). Ma il danno inferto dalla chiusura non è solo prerogativa dei vini di fascia premium: si pensi al +36% in giacenza di Castelli Romani o al +22% di Frascati, vini tipicamente somministrati dalle trattorie della Capitale, non solo rimaste chiuse ma purtroppo anche a corto di avventori stranieri”.
In Italia, rileva l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor circa un terzo dei consumatori beve prevalentemente fuori casa (42% i millennials), con un valore che incide per il 45% sul totale delle vendite in Italia (14,3 miliardi di euro nel 2018). Il prezzo medio alla bottiglia è di 15,4 euro, mentre al calice la spesa è di 5,7 euro, secondo l’indagine.
Dai un'occhiata anche a:
- Mastroberardino rafforza l’impegno strategico nella viticoltura irpina di pregio. Acquisite nel primo quadrimestre 5 aziende agricole docg
- Campania Beer Expo 2024: 1 e 2 luglio Reggia di Caserta
- Ad agosto si rinnova l’appuntamento con il Ciro’ Wine Festival
- Palazzo Acampora di Agerola riapre le porte del fine dining La Corte degli Dei
- Chef Mercato. Roberto Allocca all’Hotel Le Agavi di Positano
- Franco Adami eletto nuovo Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG
- Presentazione dell’Associazione CHEF del Mediterraneo al Palazzo Dogana di Foggia il 2 Maggio ore 11:00 Sala della Ruota
- Consorzio Colline del Monferrato Casalese: il CdA si rinnova all’insegna della continuità