di Antonio Di Spirito
Presentata in conferenza stampa alla sala Nassirya del Senato della Repubblica, dal senatore Dario Stefàno, componente della Commissione Agricoltura del Senato, un Disegno di Legge a sua firma, per l’introduzione (Art. 1) dell’insegnamento obbligatorio della disciplina “Storia e Civiltà del vino” nelle scuole primarie e secondarie, di primo e di secondo grado, da inserire negli attuali programmi scolastici per almeno un’ora a settimana.
Gli articoli 2, 3 e 4 stabiliscono obblighi e competenze per la formazione del personale docente e per la definizione dei programmi didattici attraverso un’apposita commissione istituita con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e ricerca. I programmi devono assicurare la trattazione di tematiche quali: genesi e storia del vino nella cultura mediterranea, geografia dei vitigni autoctoni ed alloctoni e vini derivati, viticoltura e produzione del vino.
L’articolo 5 tratta la copertura finanziaria e l’articolo 6 prevede l’entrata in vigore nell’anno scolastico successivo all’attivazione del primo corso di formazione per docenti, magari partendo in tre regioni pilota.
Attilio Scienza, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha stigmatizzato che “Bere è una responsabilità! Si è persa l’abitudine di consumare vino in famiglia; i ragazzi attorno ai 15 anni consumano alcol almeno 1 volta a settimana, ma fuori casa. E lo fanno con la logica dello sballo.
Riportiamo il vino nelle case, nelle scuole, nell’alveo della cultura mediterranea perché il vino non si beve per ubriacarsi, è origine dell’identità e dell’appartenenza. Facciamolo ritornare ad essere una bevanda popolare. Bere non deve essere una gratificazione fisica, ma culturale e quindi occorre scoprire la storia che c’è dietro al vino. Dobbiamo tornare a trasmettere ai giovani, magari a scuola, che il vino è elemento pregnante della nostra storia ed elemento fondamentale dei popoli mediterranei.
Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, nonché professore all’Università della Tuscia, sottolinea che “Il vino italiano rappresenta, come nessun altro prodotto, il nostro Paese nel mondo. In Italia ci sono più vini che campanili, è una ricchezza tipicamente italiana, Attualmente si riscontra un aumento del livello culturale di chi si avvicina al vino. Insegnare il vino nelle scuole significa anche insegnare il valore di bere con intelligenza e moderazione.
Isabella Marinucci, responsabile Area Vini di Federvini è convinta che questa legge “E’ una iniziativa che già da queste primissime battute ha raccolto il plauso del mondo dei produttori e un sostegno totale e trasversale, perché consentirà di trasmettere ai più giovani il valore del consumo culturale del vino”.
Paolo Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini, dice: “Questo disegno di legge è un testo importate dalla doppia valenza. Alla promozione del patrimonio storico e sociale associa una possibile rilevante azione: come riportato nella relazione sui problemi collegati all’alcol, predisposta dal Ministero della Salute, l’età del primo “sballo” è vertiginosamente scesa a 12/13 anni e questo disegno di legge può contribuire in modo significativo a contrastare e ridurre fenomeni distorsivi già in atto”.
Visto il sostegno diffuso in tutte le parti interessate del mondo del vino e nella società italiana, il senatore Stefano spera di licenziare la legge entro un anno.
Dai un'occhiata anche a:
- Caserta, Le Bohémien Chic dell’Antica Dimora Santa Maria Del Pozzo
- La mitica zuppa di cozze di ‘A Figlia d’o Marenaro – Innovative come non l’avete mai vista. Il foto-racconto
- Cosa bere con la tradizionale zuppa di cozze? 5 vini per il Giovedì Santo
- A Capri “la sfida” delle pizze, Oliva, Coccia con o senza “Crazy Pizza”?
- Catania enoica – Due chiacchiere e un calice con Valerio Brunetto, sommelier di Civita
- Alain Ducasse a Napoli: sulla pasta non posso competere con le mamme italiane
- 50 Best Restaurant 2024: i migliori ristoranti del mondo
- Cos’è il Metodo Ancestrale e un consiglio da bere: Zizzinella 2023 di Lavinum