di Monica Bianciardi
Verticale storica che apre le porte su uno dei vini più prestigiosi della storia del vino, quelli degli Zar della famosa cantina di Massandra.Trasportati in una valigia come bagaglio a mano, le bottiglie riescono ad eludere l’embargo passando da Mosca e raggiungendo Merano grazie al piano strategico del Patron, Helmuth Köcher . Durante il viaggio in valigia la bottiglia 2012 purtroppo si rompe, e del Muscat Kokour Desert Surozh rimangono in degustazione il 1991 – 1986 – 1977 – 1975 – 1974 – 1973 per un percorso sensoriale e storico unico.
La lunga storia di Massandra inizia in Crimea nella costa meridionale.
Il clima subtropicale della regione, insieme con lo scudo protettivo formato dalle montagne circostanti crea le condizioni ideali per la coltivazione della vite. 3000 anni di tradizione vinicola introdotta dai Greci e proseguita ad opera dei Monaci i quali iniziano una produzione costante di vino. Periodi di espansione si alternano ad altrettanti di distruzione dei vigneti. Verso il 1200 l’occupazione del territorio da parte dei Genovesi ne condizionano la produzione, influenzando anche le altre produzioni,ma nel 1474 l’invasione turca, blocca la produzione di vino. Fortunatamente non impedisce la coltivazione di uva. Le persone comuni continuarono a fare il vino per uso proprio preservando i vigneti.
Nel 1786 la Crimea entra a far parte della Russia.
La storia di Massandra inizia a metà del 19° secolo, quando nel 1828 lo Zar Nicola I incarica il conte Michail Woronzow di curare la produzione delle sue proprietà . Woronzow segna la svolta
vinicola della Crimea, fondando una cantina ed un Istituto Enologico di ricerca e formazione. Massandra non era un luogo di produzione ma di conservazione di pregiati vini da tutto il mondo.
Dopo la guerra di Crimea del 1856 fu costruita la residenza estiva dello zar e nel 1891 il principe Lev Golitsyn viene nominato dallo Zar Nicola II, enologo di corte con il compito di supervisionare la sua cantina. Lev Golitsyn fà costruire la prima cantina sotterranea al di sotto dell’edificio. Sette tunnel si snodano lungo 150 metri intagliati in profondità nella roccia per tre livelli di profondità, che arrivavano fino al livello del mare, con gallerie e nicchie in pietra per la conservazione dei vini.
Dopo la rivoluzione tutta la produzione ed i vigneti vengono distrutti e Massandra diviene una proprietà statale.
Sotto l’Unione Sovietica la produzione diventa di due tipi una d’élite con grandi riserve ed una per il popolo con scarsa qualità. ll destino di Massandra diventa ancora una volta incerto quando le truppe di Stalin nel 1920 invadono la Crimea . Tuttavia, dopo aver assaggiato alcuni dei vini, Stalin decide di preservare la cantina con la maggior parte della sua collezione storica.
Con il passaggio della seconda guerra mondiale i vigneti vengono nuovamente rasi al suolo, e molti dei più antichi i vini conservati a Massandra vengono nascosti nel tunnel più profondo, ma una parte di questi andrà perduta sotto i bombardamenti che causarono l’allagamento di un tunnel da parte del mare .
Negli anni 60 tocca alla fillossera distruggere molti vigneti.
Nel 1985gravi danni alle coltivazioni vengono provocati dal proibizionismo
contro l’alcolismo sotto il governo di Mikhail Gorbachev dove vengono nuovamente estirpati quasi tutti i vigneti.
Nel 2015 Massandra Winery ha acquisito 21 ettari di nuovi vigneti. È composta da 8 aziende vinicole, con un totale di 11 mila Htt di terreno, di cui circa 4 mila sono vigneti, la cantina è attualmente la più prestigiosa della Crimea. Le uve provengono da vigne anche
centenarie di Moscato Bianco, Rosa e Nero, e alcuni vitigni autoctoni. All’interno sono costuditi vini vecchissimi in un microclima unico, con temperatura stabile di +12 gradi centigradi tutto l’anno temperatura considerata ideale per la conservazione e lo stoccaggio dei vini. Oggi Massandra possiede la più antica a la più ampia collezione del mondo di vini con circa un milione di bottiglie.
Tasting Notes
I vini che vengono versati nel bicchiere attraggono con i loro incredibili colori che ricordano l’ambra, ricchi di fascino, ammaliano lo sguardo come preziosi gioielli seducendo con luminosi bagliori dorati.
Muskat Kakour Desert Suroz 1991
Colore miele ambrato trasparente e vivace. L’olfattivo intenso e ampio è caratterizzato da un goloso gioco di frutto e miele d’acacia, pasticceria, mele caramellate. Completa il quadro olfattivo una componente balsamica di resina, pino silvestre ed agrumata di cedro e scorza di pompelmo. In bocca la dolcezza è calibrata da una vena fresca caratterizzata da un tratto immediato di giovanile eleganza che ritorna coerente con una lunga scia mielata.
Muskat Kokur Desert Surozh 1986
Oro antico, l’intensità arriva con minor vigore rispetto al 91 i profumi sono racchiusi tra note balsamiche e intrecci di sensazioni iodate marine, agrume e note fumose. In bocca la dolcezza si sente, caldo avvolgente e fresco , la persistenza chiude con sentori dolci di caffè e miele.
Muskat Kokour Desert Suroz 1977
Oro ambrato intenso. All’olfatto è composto da note resinose e nette percezioni di salvia, iodato marino , continua aprendosi su scorza di cedro e cioccolato bianco. Al palato dolce e rotondo traccia una scia di vivida freschezza, mantenendosi integro su un gusto che termina con sensazioni di frutta secca e noce.
Muskat Kakour Desert Surozh 1975
Ambra dorato intenso e luminoso,il ventaglio olfattivo è intenso e ricco. Frutta esotica disidratata, miele e canditi, s’intrecciano a note medicinali e balsamiche. Profonde sensazioni di humus e muschio sono intersecate da spezie piccanti di zenzero e zafferano. Anche al gusto la dolcezza é ben amalgamata in equilibrio con la freschezza, glicerico e morbido, si interseca con sinergie minerali sapide e succose, estremamente coerente nel finale ritorna con tutte le sensazioni percepite all’olfatto. Chiude lunghissimo su sontuosi fichi bianchi, miele e note piccanti.
Muskat Kokour Desert Surozh 1974
Veste color oro vivace trasparente. Meno concentrato rispetto agli altri, scorre con più facilità, al naso dimostra un’intensa nota agrumata con un bagaglio floreale di zagare, e fiori bianchi, miele d’arancio e balsamiche note di resine silvestri con tocchi minerali. In bocca raffinato ed elegante le morbide dolci sensazioni di miele e spezie dolci, vengono equilibrate da uno spiccato slancio fresco che si allunga con estrema eleganza sulla persistenza.
Muskat Kokour Desert Surozh 1973
Colore ambrato intenso e luminoso. Molto consistente gira lentamente, mostrando un’ampio spettro odoroso che parla di eterei drocarburi, medicinali, ceralacca dopo qualche minuto evolve su note più profonde, minerali ferrose, fumè,
Le spezie sono preziose anice stellato e miele di castagno, frutto tropicale candito. In bocca morbido materico e dolce è bilanciato da una dinamica vena fresca riescendo a farne dimenticare l’età. L’avvolgenza si fonde in un insieme di sensazioni gustose, sapido e lunghissimo, chiude con richiami preziosi di spezie e miele.
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