Berlusconi non c’entra, obiettivamente parlando. Magari la vinceda richiama alla mente le generalizzazioni categoriali di Bressan hce hanno suscitato scalpore. Già, perché se si giudicano gli altri per luoghi comuni alla fine c’è sempre qualcuno più a Nord di te che può usare lo stesso metro.
Tu chiami sciammia una perosna nera? E qualcuno chiama te mafioso. Gli svedesi per esempMafiozo, anche se a fini commerciali.
Già, perchè dopo i vini dedicati al Duce e a Hitler che avevano qualche mese fa scandalizzato alcuni turisti norvegesi in Italia, stavolta a suscitare l’indignazione di un italiano in Norvegia è stato il vino Mafiozo Zinfandel, prodotto – a partire da uve del Salento – dall’azienda svedese Concealed Wines. Il ceppo del Zinfandel, un vino popolare negli Stati Uniti, è simile se non identico a quello del Primitivo pugliese. Sull’etichetta bianca spiccano la foto di Lucky Luciano con regolamentare cappello chiaro, e la scritta Mafiozo Zinfandel seguita da ‘Salento – Indicazione geografica protettà. La bottiglia, ha raccontato ad un giornale svedese il signor Rossano Cherubini, archeologo di 42 anni che vive ad Oslo, è stata acquistata dall’ignara fidanzata nel negozio di liquori di stato Vinmonopolet. Una volta ripresosi dalla sorpresa, il signor Cherubini è andato su tutte le furie e ha denunciato la vicenda a The Local che in passato aveva sollevato il caso dei turisti norvegesi in Italia alla prese con etichette dedicate ai più famosi dittatori.
L’azienda ha subito eretto barriere difensive, assai esili per la verità. Simon Kallquist, il fondatore della ditta, ha difeso la scelta commerciale spiegando che sull’etichetta non è scritto «Mafioso», ma Mafiozo e che quest’ultimo termine sta a indicare uno stile hip hop molto popolare. «Se cercate il termine su internet, avrete informazioni sul genere musicale, non altro» ha detto con una risata Kallquist, sostenendo che la scelta dell’immagine del gangster, è stata fatta solo perchè «divertente».
Non l’ha trovato divertente l’assessore Nardoni: «La Igp deve rispettare rigide norme comunitarie e nazionali – spiega – e dubito che nella miscela di uve utilizzate da questa azienda svedese, ci siano solo vitigni autoctoni salentini. Tale iniziativa – scrive Nardoni nella lettera all’Ambasciatore italiano in Svezia – danneggia quindi gravemente il sistema produttivo che ha fatto notevoli sforzi, puntando sulla qualità e l’immagine dei prodotti del territorio, ma anche la reputazione dello Stato italiano e dei suoi cittadini». La Regione Puglia è intenzionata a perseguire le eventuali violazioni e a chiedere le azioni necessarie per sanzionare il produttore per il torto subito.
Di fronte a queste proteste, l’azienda ha deciso di cambiare etichetta, ma la ferita resta.
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