di Vincenzo Varchetta
Osservazioni tecnico-storiche della vendemmia 2016 nella regione di Krasnodar, Russia europea meridionale.
La Russia e la vite?
Un’associazione apparentemente fuori tema
Stando all’archeobotanica vi è un legame che affonda le sue radici all’epoca della comparsa della vitis vinifera, sub. sativa a fiore “perfetto”, a partire dalla domesticazione della specie selvatica, vitis vinifera sub. silvestris ( dioica), collocandoci tra 6000 e 8000 anni fa nelle zone tra il bacino del mar nero e il mar caspio.
Qui faccio riferimento al distretto di Gaikadzor, diramazione occidentale dei monti caucasici, sul bacino del mar nero, al confine con Azerbaigian, Georgia e le repubbliche indipendenti Abkhazia e Ossezia del sud. Questi territori un tempo parte dell’impero greco e, durante il quale la vite fu oggetto di larga diffusione, costituivano zone di intensa viticoltura e via di transito per l’Europa.
Nel corso della storia la coltivazione della vite in Russia ha vissuto fasi cicliche durante le quali si sono alternati periodi di grande spinta e altri di forte depressione; si ricordano tra i più ferventi promotori della produzione di vino lo zar Boris Godunov (1598-1605) e, successivamente , Michail Romanov. Secondo quest’ultimo il vino era un elemento non solo di prestigio ma anche funzionale alla crescita economica, tanto da indurre lo sviluppo della vite nell’Astrakhan ( regione delle Russa meridionale). Tra i vitigni di interesse si possono annoverare quelli locali e di derivazione georgiana come: Krasnostop, Zimlyanski, Chyornyi, Sibirkovyi, Saperavi e Rakatsiteli.
L’ex unione Sovietica contava circa 1200000 ettari di superficie dedicati a vigneto ( circa il doppio di quelli attualmente presenti in Italia); questo offre un’idea dell’importanza di tale coltura fino al 1985, anno in cui l’allora governo Gorbaciov emise un provvedimento per la lotta al consumo di alcol, condizionando pesantemente l’economia del vino.
Negli ultimi dieci anni è iniziato un percorso di rinnovamento vitivinicolo guidato anche da tecnici e consulenti europei per delineare una impostazione volta a sostenere una enologia moderna dedita all’espressione del potenziale locale.
Tornando alla località di Gaikadzor troviamo un clima di tipo continentale, mitigato dalla vicinanza del mare. Partendo dal suolo si hanno terreni franco-argillosi con pH sub-alcalino e percentuali di calcare totale superiori al 40% , con la parte attiva che arriva fino al 33%. Tutto ciò potrebbe far pensare a un adattamento molto difficile anche da parte dei portainnesti tolleranti mentre, al contrario, le diverse prove mostrano che SO4, Kober 5BB ,420 A (Berlandieri X Riparia), 1103 Paulsen, 110 Richter (Berlandieri X Rupestris), 41 B ( vinifera x Berlandieri) diano ottimi risultati.
Oltre ad alcuni esempi di varietà locali sopra citate, per la maggior parte sono piantate: Syrah, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Semillon, Gewurztraminer, Malbec, Mourvédre, Grenache, Viognier, Marselan, Sauvignon Blanc, Pinot Blanc, Chardonnay e Malvasia.
In riferimento all’annata 2016 , con circa 750 mm di pioggia, maggiormente concentrati nella stagione invernale, temperature minime invernali tra – 10 e – 12 °C, si nota un’ottima condizione fitosanitaria con assenza di crittogame e danni diretti ed indiretti da entomofagi. Si riscontra un fenomeno, ormai comune a tutte le aree viticole negli ultimi anni, relativo al disaccoppiamento crescente tra maturità tecnologica e quella fenolica.
I mosti presentano buone dotazioni di APA ( azoto prontamente assimilabile) ,elevate concentrazioni zuccherine e le cinetiche fermentative decorrono in modo regolare. In funzione del profilo antocianico e del livello di maturità delle uve si gestiscono le macerazioni per ottenere l’estrazione desiderata e preservarne il contenuto fenolico.
Insomma ricordando la storia ed il passato ,tenendo conto del presente e cioe’ dei grandi capitali che i russi stanno investendo e al know –how italiano e francese di certo sentiremo parlare di questa area vitivinicola del mondo sempre di piu’
Alla prossima vendemmia around the world !
Dai un'occhiata anche a:
- I vini di Mimì alla Ferrovia a Napoli
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 008 il risotto con la luganega si veste di giallo
- San Salvatore: Pastiera Cilentana e Caprese “finiscono” nel vasetto
- Salvare la noce di Sorrento. L’impegno di Slow Food Penisola Sorrentina e Capri
- Arriva in Italia Silent Pool Gin: Il London Dry Inglese di lusso firmato William Grant & Sons
- Il limoncello di Petrone in affinamento nei fondali di Castel dell’Ovo
- Come si beve e si abbina il caffè alla carne e al pesce
- Bianchi spagnoli e portoghesi: quattro etichette dal catalogo di Proposta vini