di Cinzia Dal Brolo
Il nostro viaggio inizia nello Xinjiang, a nord-ovest della Cina, una regione vastissima attraverso la quale si snodava la famosa Via della Seta. Ci troviamo immersi in un paesaggio naturale straordinario, in cui lo sguardo può vagare all’infinito, tra laghi, montagne, fitti boschi, altipiani e zone deserte, immersi nel silenzio.
Tra le località più importanti della regione la città di Turpan, (in lingua uigura “terra fertile e ricca”) rinomata in tutto il paese per la produzione di vino, ospita centinaia di vigneti e alberi da frutta, intercalati da ampie zone verdi. Nel bacino di Turpan, chiamato “Valle dell’uva” la felice coltivazione dei vigneti è dovuta alla presenza di acqua, raccolta e distribuita grazie all’imponente sistema di irrigazione del Kariz, formato da canali sotterranei e pozzi di superficie.
Allineati per decine di chilometri in una valle rigogliosa, vera “oasi felice” all’interno di una vasta area arida e caldissima, i vigneti rappresentano uno straordinario colpo d’occhio, insieme agli alberi da frutto: meloni, angurie, fichi, datteri, albicocche. A poca distanza da Turpan, si trova una delle più importanti aziende vinicole della regione, Chateau Tuling, una struttura moderna che abbiamo visitato guidati dalla direttrice Zhang Lei. Oltre alla storia dell’azienda abbiamo potuto degustare anche un paio di vini locali, gradevoli per l’aroma e il sapore, ma ancora lontani dai nostri canoni occidentali. Tuttavia, va dato atto della grande sfida che impegna la Cantina, che ha deciso di piantare alcune varietà internazionali, come Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot nero, oltre ai vitigni autoctoni, per affrontare i mercati esteri.
Se nello Xinjiang il consumo di vino è veramente limitato, essendo la popolazione musulmana prevalente (56%), viceversa nel resto della Cina il consumo di vino è aumentato in maniera esponenziale; secondo un sondaggio Vinexpo Asian-Pacific (Iwsr) il consumo di vino rosso è aumentato negli ultimi sette anni del 135% (includendo anche Hong Kong), in controtendenza con la diminuzione di consumo globale di vino rosso nel 2014.
Inoltre è interessante sapere che in Cina, attualmente, l’11% del territorio agricolo è destinato a vigneti, per rispondere alla forte richiesta di vino, che ha progressivamente sostituito la tradizionale bevanda alcolica a base di riso, consumata da secoli dalla popolazione. Nonostante i prezzi alti del vino, perché una bottiglia ha un costo medio di 35-40 euro (da noi 8-10 euro) e non tutti se lo possono permettere.
Ma il trend dei consumatori si è ormai allineato ai gusti occidentali e il vino è spesso bevuto a pranzo e a cena, soprattutto nelle grandi città. Cina e Italia, legate da scambi comuni nell’import-export, sono molto legate sul fronte vinicolo; non è un caso che i vini italiani, come il Made in Italy, sono molto apprezzati in Cina, e vengono proposti negli esclusivi ristoranti di Pechino e Shanghai.
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