di Stefano Incerti
Nonostante il trend di tutte le fiere di settore sia in flessione, Vinitaly continua a resistere agli attacchi dei concorrenti esteri. Il vino italiano migliora il suo posizionamento a livello mondiale. Il 56° salone internazionale dei vini e distillati ha chiuso le sue porte il 17 Aprile 2024. I numeri sono confortanti ed i feed back delle aziende espositrici anche. Poi, chiaramente, è da vedere quanti contratti riusciranno a finalizzare gli espositori, ma le premesse sono buone. Sono 1.200 i top-buyer che hanno visitato la kermesse veronese. Un numero in crescita a doppia cifra (20%) sull’edizione 2023 e del 70% rispetto a 2 anni fa.
La fiera chiude con 97.000 presenze e 30.000 operatori esteri provenienti da 140 Paesi. Il contingente più corposo degli ospiti rimane quello statunitense con oltre il 15% delle presenze, seguiti da altre 3 piazze strategiche extra-Ue: Canada, Cina e Regno Unito, che assieme sommano il 23% degli arrivi. A livello di macro-regioni, la platea dei top buyer più numerosa proviene dal Nord America e dall’Europa (ognuna con un’incidenza al 26%), seguiti da Asia e Oceania (23%), Europa dell’Est (13%), Centro-Sud America (7%) e Africa (4%). Nel complesso, i 65 Paesi rappresentati valgono il 95% del totale export enologico made in Italy.
Sul fronte delle presenze estere a Vinitaly 2024, gli Stati Uniti si confermano in pole position con un contingente di 3700 operatori presenti in fiera (+8% sul 2023). Seguono Germania, Uk, Cina e Canada (+6%). In aumento anche i buyer giapponesi (+15%). Chiuso Vinitaly, si confermano i primi appuntamenti del calendario estero: Wine to Asia (Shenzen 9-11 maggio 2024); Vinitaly China Roadshow, Shanghai, Xian, Guangzhou (2-6 settembre 2024); Wine South America a Bento Gonçalves (RS) Brasile (3-5 settembre 2024); Vinitaly USA (Chicago 20-21 ottobre 2024); Vinitaly @ Wine Vision (Belgrado 22-24 novembre 2024).
«È forte la convinzione – spiega l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese – di poter fare molto in favore di un settore di cui ci sentiamo parte integrante. In un periodo non certo facile ci sentiamo ancor più in dovere di dare le giuste risposte a chi investe in fiera. La prima parola chiave è senz’altro ‘business’, la seconda è
‘consapevolezza’ di un capitale strategico – oltreché identitario – per l’economia italiana ed europea sempre più sotto la lente di tesi allarmistiche. Per questo, in occasione della 1ª giornata nazionale del Made in Italy (15 aprile) abbiamo presentato assieme al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, la ricerca Se tu togli il vino all’Italia, un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto. Uno studio, realizzato dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e da Prometeia, sull’impatto che il Belpaese subirebbe in termini socio-economici, turistici e identitari da un’ipotetica scomparsa del vino dall’Italia». Grande successo anche per la piattaforma di matching Vinitaly tra venditori ed acquirenti, Vinitaly Plus, che vede raddoppiati gli appuntamenti business, oltre 20.000.
Grande successo per il fuori salone, Vinitaly and the City dove si sono superate le 50.000 degustazioni.
«Questa edizione della manifestazione vuole contribuire ad accendere un ulteriore faro sul vino italiano, che ha proprio in Vinitaly il suo brand fieristico di promozione globale – commenta il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo –. E con questa logica della promozione abbiamo da poco terminato anche un giro del mondo in 18 città di 15 nazioni durato oltre un semestre per operare una selezione ponderata dei principali buyer da invitare a Vinitaly. Il target è raggiunto ma oltre al successo numerico ci attendiamo soprattutto un riscontro molto positivo in termini di qualità della domanda rappresentata. Un lavoro possibile anche grazie alla collaborazione e al sostegno del governo italiano, del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, del ministero del made in Italy, delle Ambasciate e degli enti istituzionali preposti alla promozione, Ice Agenzia in primis. Un sistema di relazioni grazie alle quali Vinitaly ha potenziato il proprio know how, attivando un programma di condivisionesempre più stretto con i player del settore su scala mondiale».
Alla 56ª edizione di Vinitaly, quartiere fieristico sold-out con oltre 100mila metri quadrati netti con 4.000 imprese espositrici. In contemporanea, anche la 28ª edizione di Sol, International olive oil trade show (area C); Xcellent Beers (area I) e il 25° Enolitech, Salone internazionale delle tecnologie per la produzione di vino, olio e birra (pad. F). Con le tre rassegne, il numero delle aziende presenti nei 17 padiglioni della fiera sale a quasi 4.300 da 30 Paesi.
Grandissimo successo per il 13° Vinitaly Opera Wine. Sono 131 i produttori selezionati da Wine Spectator e Veronafiere per la 13^ edizione di Vinitaly Operawine, l’evento première del Salone internazionale che ogni anno punta i riflettori sugli ambasciatori e sulle iconiche etichette del vino italiano negli States. Per il 13 aprile, si contano 3 debutti rispetto alla selezione 2023, a cui si aggiungono 6 aziende che tornano in lista dopo l’assenza dello scorso anno. Con 33 produttori rappresentati la Toscana è ancora una volta la regione capofila, ma sono confermati anche il secondo e terzo gradino del podio, occupati rispettivamente da Piemonte (19 aziende) e Veneto (18), seguiti a loro volta dalla Sicilia che passa dalle 10 cantine del 2023 a 16. E se due produttori selezionati su tre provengono proprio dalle “regioni bandiera” del vino italiano, guardando alla geografia enologica complessiva dello Stivale il primato per rappresentatività va al Nord (43%), seguito dal Centro (33%) e poi da Sud e Isole (24%).
Tema del layout di Vinitaly Operawine 2024: la lirica iscritta da quest’anno nel Patrimonio immateriale dell’Unesco e simbolo di Verona in tutto il mondo grazie all’Arena Opera Festival.
Andando oltre al solito problema che si ripete da anni della la linea WiFi non correttamente funzionante, del fatto che sui cartelli fuori dai padiglioni gli stessi sono indicati solo dal numero ma il nome della regione che è ospitata all’interno del padiglione stesso è mancante, anche quest’anno vi parliamo dei nostri migliori 5 assaggi:
Il Pretale, dell’azienda Marzocco di Poppiano si riconferma un ottimo prodotto e di egregia fattura. 70% Sangiovese, 15% Canaiolo e 15% Cabernet Sauvignon.Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al palato intenso e profondo, ingresso consistente, finale bilanciato.
Il Balo, dell’azienda Augusta Bargilli. Un metodo classico a base di Pinot Nero, Chardonnay e Ribolla Gialla che fa 3 anni sui lieviti e prodotto in piccoli appezzamenti di terreni dei colli orientali. Si tratta di una piccola produzione attualmente da 1.000 bottiglie.
La Terra gran selezione, dell’azienda Il Contadino Cusano. Azienda totalmente rinnovata dal titolare italo-canadese Pasquale Cusano. Si tratta di un Chianti Classico D.O.C.G. prodotto con la collaborazione dell’enologo Carlo Ferrini.
Cuvee imperiale, di Berlucchi. Si tratta di un 90% Chardonnay e 10% Pinot Nero. La seconda fermentazione avviene in bottiglia e successivo affinamento a contatto con i propri lieviti per almeno 18 mesi, seguito da altri 2 mesi dopo la sboccatura.
Aton, di Elena Walch. Stiamo parlando in una cuvée, quindi delle migliori uve di ogni annata ed una selezione rigorosa e selezionata di determinate parcelle. Dopo la diraspatura che lascia integri gli acini, questi sono trasferiti per caduta in piccole botti d’acciaio. Macerazione a freddo della durata di cinque 5 e fermentazione a temperatura controllata (23°) per ulteriori 15 giorni. Segue il trasferimento in botti di rovere francesi di media tostatura per poi rimetterlo in botti d’acciaio per ulteriori 11 mesi a riposare e maturare. Color rosso rubino intenso, sentori di frutti di sottobosco, liquirizia e nota affumicata. Forte ed elagante conquista il palato con un finale lungo e speziato.
Vi diamo appuntamento alla prossima edizione di Vinitaly che si terrà a Verona dal 06 al 09 Aprile 2025.
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