Vini Villa Raiano

Pubblicato in: Avellino
Vini Villa Raiano

di Enrico Malgi

L’azienda vitivinicola biologica irpina Villa Raiano di San Michele di Serino nasce nel 1996 ed è attualmente condotta da Federico Basso, il quale dal 2018 è subentrato al padre Sabino nella conduzione aziendale. Nel frattempo nel 2009 si sono verificati due eventi molto importanti: la costruzione della nuova cantina e l’inizio del rapporto professionale col bravo enologo Fortunato Sebastiano.

Ottima, numerosa e pluripremiata la produzione aziendale di vini prettamente irpini e quasi tutti a marchio Docg.

Recentemente ho avuto l’occasione di testare cinque bottiglie: tre di bianchi e due di rossi.

Ponte dei Santi Greco di Tufo Docg 2020. Il Greco viene allevato ad Altavilla Irpinia a 550 metri di altezza. Maturazione in acciaio per un anno sulle fecce fini e poi affinamento sempre per un anno in bottiglia. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 21.00 euro.

Calice vivacizzato da un colore giallo paglierino carico, che già vira verso il dorato. Dall’esplosivo bouquet risaltano intensi, pervicaci e multipli profumi di pesca gialla, albicocca, nespola, pompelmo, magnolia, iris, caprifoglio, acacia, citronella e cannella, insieme ad un sospiroso sottofondo sulfureo. In bocca penetra un sorso potente, energico e molto acido come da copione, ma per contraltare tutto questo viene subito contrastato da percezioni papillari morbide, eleganti, sapide e raffinate. Grip reattivo e dinamico. Resisterà al tempo che avanza ancora per molti anni. Affondo finale persistente, rinfrescante e godibile. Ottimo senz’altro sulla classica cucina di mare, ma va bene anche su pietanze di terra senza pomodoro.

Bosco Satrano Fiano di Avellino Docg 2020. Fiano coltivato a San Michele di Serino a 510 metri di altezza e vendemmiato a fine settembre. Anche qui due anni complessivi di maturazione tra acciaio e vetro. Tenore alcolico di tredici gradi, Prezzo finale di 21,00 euro.

Luccicante di gioia il vivido colore giallo paglierino che occhieggia nel calice. Al naso salgono prorompenti aromi di pera kaiser, clementina, mela annurca, melone cantalupo, nocciola, ananas, ginestra, biancospino, timo, muschio e suadenze speziate Approccio palatale fresco, sapido, armonico, tonico, glicerico, arrotondato, sospiroso, fine, gentile, leggiadro, soave e cristallino. Silhouette elegante, raffinata, ammaliante, sensuale e seducente. Sorso avvolgente, succoso, aggraziato, avviluppante, scattante, reattivo, composito, arioso, comunicativo, goliardico e dinamico. Serbevolezza tutta da scoprire. Chiusura golosa ed appagante. Perfetto in abbinamento ad un risotto ai frutti di mare e mozzarella.

Ventidue Fiano di Avellino Docg 2020. Fiano allevato nel vocato territorio di Lapio a 450 metri di altezza. Raccolta delle uve a fine settembre. Dodici mesi in acciaio ed altrettanto in boccia. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 21,00 euro.

Occhi lustrati da un’impagabile vista, che viene formattata da un’eccellente memoria di un colore giallo paglierino carico quasi quanto il suo “fratello” Greco di Tufo precedente ed è tutto dire. Significativo e coinvolgente il crogiolo, dal quale un naso particolarmente attento e meticoloso riesce a captare intense e promiscue fragranze di mela golden, pera spadona, fichi, mandarino, nocciola, papaya, gelsomino, mimosa, salvia, rosmarino, zafferano, chiodi di garofano e zenzero. In sottofondo emergono poi anche effusioni sulfuree. Subito proditorio l’attacco in bocca senza alcuna remissione, perché il sorso è impaziente di essere scansionato. Il risultato è un tocco elegante, morbido, sapido, tagliente, balsamico, rotondo, cangiante, birichino e tonico. Percezione palatale permeante, equilibrata, deliziosa, fascinosa e sublime di un vino davvero meraviglioso e che durerà integro sicuramente ancora per altri sette-otto anni. Fraseggio finale estasiante e lungo. Da provare su un piatto di vermicelli a vongole e frittura di pesce di paranza.

Costa Baiano Campi Taurasini Irpinia Doc 2019. Soltanto Aglianico coltivato a Castelfranci a 500 metri di altezza. Uve raccolte ad inizio di novembre. Maturazione per il 50% in cemento e l’altro 50% in anfore di terracotta per un anno. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo fonale di 19,00 euro.

Veste cromatica segnata da uno sfavillante colore rosso rubino. Piglio olfattivo affastellato da una variegata e molteplice dotazione di aromi che si elevano al naso e che si materializzano attraverso percezioni di amarena, susina nera, mandorla, drupe del sottobosco, viola, iris, erbe aromatiche e frammenti speziati. Timbro terroso. In bocca esordisce un sorso permeato di ottima freschezza, asciuttezza, profondità, sapidità, morbidezza, struttura, complessità e polposità. Trama tannica bene intessuta. Sviluppo palatale sostanzioso, corroborante, materico, granitico, sanguigno, scalpitante, aggregante, generoso, schietto, armonico e dinamico. Potenzialità di conservazione a lunga gittata. Chiusura edonistica. Da preferire su un piatto di pasta al sugo e tagliata di carne alla brace.

Taurasi Riserva Docg 2015. Aglianico allevato a pergola avellinese nel comune di Castelfranci a 450 metri di altezza. Vendemmia effettuata ad inizio di novembre. Affinamento in botti di rovere di Slavonia per due anni, in acciaio per un anno e poi elevazione in vetro per quattro anni. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 60,00 euro. Bottiglie prodotte numero 1.200.

A proposito del Taurasi è da sottolineare che questo eccellente e famoso vino campano spesso divide le opinioni dei consumatori e degli stessi esperti, con pareri contrastanti. C’è chi lo osanna definendolo uno dei migliori rossi italiani ed internazionali e chi invece lo bolla come un vino pesante, troppo concentrato, carente di freschezza e troppo alcolico, tannico e costoso.

Può anche darsi che in giro esistano alcune bottiglie che confermano questa impressione, ma per fortuna la stragrande maggioranza dei Taurasi si dimostra un vino eccezionale, proprio come questa bottiglia. Un vino colorato di un rosso granato con riflessi aranciati, frutto dei nove anni complessivi trascorsi a maturare e del sapiente uso del legno, molto vivo e lucente.  Sublimi le captazioni olfattive primariamente fruttate e floreali, seguite da essenze di vegetali e di spezie e da sospiri terziari. La modesta alcolicità di tredici e mezzo, la sua spiccata freschezza ed una trama tannica talentuosa, remissiva e senza alcuna deriva allappante accompagna al palato un vino straordinario, figlio di un territorio unico e privilegiato come quello irpino e del vocato areale di Castelfranci. Semmai si può discutere sul prezzo della bottiglia di 60,00 euro ma il costo è palesemente equo per una simile etichetta, anche perché le poche bottiglie prodotte affinano per sette anni, producendo così una continua evoluzione ed un risultato finale davvero magnifico di un vino impareggiabile e connotato da una sua precisa personalità. In bocca il sorso è avvolgente, complesso, strutturato, equilibrato, armonico, emozionante, corroborante, materico e dotato di una lunghissima persistenza. Perfetto su tutta la cucina di terra, ma si può benissimo centellinare da solo. Personalmente l’ho testato su un piatto di pasta al ragù e polpettone di carne ed ha fatto davvero un figurone, così pure tutte le altre bottiglie assaggiate.

 

Sede a San Michele di Serino (Av) – Via  – Bosco Satrano, 1
Tel. 0825 595663 – Fax 0825 595361 – Cell. 329 2247285
info@villaraiano.com – www.villaraiano.com
Enologo: Fortunato Sebastiano
Ettari vitati: 30 – Bottiglie prodotte: 300.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.

 

Scheda del 3 novembre 2020

di Enrico Malgi

I fratelli Sabino e Simone Basso, viticoltori a San Michele di Serino, sanno sicuramente il fatto loro. Entrambi sono proprietari dell’azienda agricola Villa Raiano fin dal 1996 e d’allora sfornano senza sosta una batteria di vini territoriali davvero eccellenti, curati dal bravo enologo irpino Fortunato Sebastiano.

Anche nella recente tornata ho avuto la conferma della bontà di questi prodotti laddove ho assaggiato sei bottiglie, quattro bianchi che saranno lanciati sul mercato nel mese di novembre prossimo e due rossi.

Bosco Satrano Fiano di Avellino Docg 2018. Ormai in Irpinia si è capito da tempo che il Fiano ed il Greco vanno commercializzati a distanza di due anni dalla vendemmia, così come ha tracciato la strada a suo tempo da perfetto pioniere Guido Marsella. Questo Fiano, allevato ad oltre cinquecento metri di altezza in regime biologico a San Michele di Serino di fronte al monte Partenio, è maturato per un anno in tini di acciaio e poi è stato elevato in vetro per un altro anno. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 20,00 euro.

Bello lucido e pimpante il colore giallo paglierino nel bicchiere. Impatto al naso esuberante ed espressivo, frutto di un bouquet deliziosamente costellato da gradevoli profumi di nocciola, mela, pera, melone e muschio. Sospirose le credenziali floreali e minerali. In bocca fa il suo ingresso in sorso bello fresco ed elegante, composito e raffinato, sensuale e dinamico. Sviluppo palatale arioso, avvolgente e seducente. Il finale racconta di un vino giovane e che ha davanti a sé ancora molto tempo da spendere, ma dice anche che i due anni trascorsi ad affinare lo hanno assestato già per benino. Su un risotto alla pescatora e verdure gratinate.

Alimata Fiano di Avellino Docg 2018. Viti allevate nel vocato areale di Montefredane a trecentocinquanta metri di altezza. Identica trafila del Bosco Satrano per quanto concerne la maturazione del vino: un anno in acciaio ed ancora un altro anno in bottiglia. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 20,00 euro.

Veste cromatica segnata da un colore giallo paglierino lucente. Bouquet sicuramente espansivo e che sa regalare al naso le sue pronunciate ed affidabili composizioni olfattive. In primis ecco qui inequivocabili segnali di mela verde, pesca, nocciola, agrumi, bacche di ginepro ed iris e poi in successione cadenze speziate ed umori idrocarburici. Aggancio palatale sublimato da una beva elegante e raffinata e anche gioiosamente fresca, ammaliante, fine, tonica ed avviluppata da una trama densa e fibrosa. Suadenze fruttate si espandono per tutto il cavo orale. Chiusura intrigante e seducente di un ottimo Fiano, che chiede soltanto tempo per evolversi più compiutamente. Su carne bianca e mozzarella.

Ventidue Fiano di Avellino Docg 2018. L’iter per la vinificazione, maturazione ed affinamento del vino è sempre lo stesso: un anno in acciaio ed un altro anno in bottiglia. L’uva è coltivata nel vocato areale di Lapio a 450 metri di altezza. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale sempre di 20,00 euro.

Alla vista si presenta un bel colore giallo paglierino giovane. Come di consueto è la frutta che fa da apripista all’impatto olfattivo, denunciando pregevoli profumi di mela golden, pera williams, albicocca, nespola, ananas e la classica ed immancabile essenza di nocciola, una nota odorosa questa dominante ma non propriamente varietale del Fiano come si potrebbe supporre. In seguito ecco qui che si propongono genuine nuances floreali e mentolate. Gioiosi i rimandi leggermente mielosi e vanigliati. In bocca arriva un sorso subito fresco e morbido, elegante e sapido, per la gioia di un palato suggestionato da un fascino senza tempo di un vino tonico, energico e dinamico. Ne sentiremo parlare ancora per molti anni. Retroaroma godibile e persistente. Da spendere su un piatto di vermicelli ai frutti di mare e formaggi freschi.

A questo punto viene spontanea una domanda: come mai tre bottiglie di Fiano? E’ semplice, si tratta di tre anime diverse per territorialità (San Michele di Serino, Montefredane e Lapio) ma che insieme riflettono la vera essenza di questo grande ed antico vitigno campano, che ha pochi uguali in Italia e nel mondo ecco tutto.

Ponte Dei Santi Greco di Tufo Docg 2018. Viti allevate nel comune di Altavilla, nella frazione di Ponte dei Santi a cinquecentocinquanta metri di altezza. Così come il fratello Fiano, anche questo Greco ha trascorso un anno in acciaio ed un ulteriore anno in boccia per la piena maturazione. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale sempre di 20,00 euro, così non si fa torto a nessuno.

Nel bicchiere scruto un colore giallo paglierino carico quasi dorato e brillante. Dal sospiroso crogiolo il naso aspira a profusione manciate di traboccanti profumi, a cominciare da quelli fruttati ovviamente. In bella mostra languide ed intense folate di pesca gialla, albicocca, pompelmo, mela cotogna e clementina, seguite poi da sentori di fiori bianchi e respiri di spezie orientali. Sulla lingua plana un sorso aggraziato, polposo, vibrante di energia, strutturato e raffinato. Ammaliante la spiccata sapidità e la freschezza a go go. Grip reattivo e dinamico. Beva fine, armonica, edonistica e coinvolgente. Allungo finale persistente e leggermente ammandorlato. Da abbinare ad una sfiziosa pasta e patate e/o ad un’orata al forno.

Costa Baiano Irpinia Campi Taurasini Doc 2016. Soltanto Aglianico coltivato nel comune di Castelfranci a cinquecento metri di altezza. Maturazione in vasche di cemento ed anfore di terracotta per venti mesi e poi elevazione in vetro per sei mesi. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale sempre di 20,00 euro.

Sfolgorante di rosso rubino acceso il bel colore nel bicchiere. Al naso salgono elegiaci profumi di tanta buona roba. L’incipit spetta ovviamente al tematico e variopinto intreccio fruttato di piccole e medie drupe sospirose. In soccorso, poi, accorrono amorevoli rimandi floreali e speziati di buona sostanza. La bocca da parte sua riceve un sorso fresco, morbido, rotondo, intrigante, sapido e bello strutturato. Polpa croccante, per un palato già di per sé voluminoso, corroborante, poderoso, armonico e materico. Pregnanza gustativa reattiva e dinamica. Trama tannica ben tessuta. Progressione finale persistente ed appagante. Vino che resisterà agli attacchi del tempo ancora per molti anni. Su un piatto di pasta al ragù e carne arrosto.

Taurasi Docg 2015. Anche qui le uve sono state raccolte nel vocato comune di Castelfranci. Dopo la fermentazione, il vino trascorre tre canonici anni di maturazione distribuiti tra acciaio, legno di rovere e vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 25.00 euro.

Bicchiere tinto da un colore rosso rubino sfavillante. Profilo aromatico netto ed intrigante, che si propone al naso con voluttuose performaces di ciliegia, prugna, mirtilli, ribes, mora e viola mammola, seguite poi da caratteristiche cadenze di macchia mediterranea. Speziatura ampia e consistente di chiodi di garofano, noce moscata e pepe nero. Note empireumatiche, tabaccose e tostate. L’impatto del sorso sulla lingua è subito coinvolgente, asciutto, austero, potente e rinvigorito da un’ottima scorta di freschezza. Tannini ancora giovani e pimpanti. Percezioni tattili sanguigne, viscerali, goderecce e ben modulate. Serbevolezza senza limiti. Retroaroma impagabile per lunghezza, fascino e gradevolezza. Da spendere su un capretto al forno e formaggio stagionato.

Sede a San Michele di Serino (Av) – Via  – Bosco Satrano, 1
Tel. 0825 595663 – Fax 0825 595361 – Cell. 329 2247285
info@villaraiano.comwww.villaraiano.com
Enologo: Fortunato Sebastiano
Ettari vitati: 27 – Bottiglie prodotte: 280.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.


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