di Enrico Malgi
L’Irpinia è certamente uno degli uno degli areali italiani più vocati ed affidabili in assoluto per la produzione di ottimi vini autoctoni e quindi si va sul sicuro quando si testano queste etichette di alta qualità.
In queste lunghe feste natalizie ho potuto degustare tra l’altro tre eccellenti bottiglie dell’azienda Tenuta del Meriggio di Montemiletto appartenente a Bruno Pizza.
Coda di Volpe Irpinia Doc 2022. Soltanto Coda di Volpe maturata ed affinata in acciaio e vetro. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 11,00 euro.
Alla vista si presenta un gioioso colore giallo paglierino limpido, con lievi riflessi verdolini. Dal caratteristico bouquet si sprigionano variegati e promiscui profumi, che si approcciano al naso con il malcelato intento di ottenere subito piena approvazione. In primis si percepiscono nitide fragranze fruttate di pera spadona, mela cotogna, pesca bianca, albicocca, clementina, fichi, mandorle banana, mango e avocado. Di concerto emergono poi umorali credenziali di ginestra, camomilla, erbe aromatiche e parvenze speziate. In bocca penetra un sorso decisamente secco, abbastanza fresco, delizioso, morbido, sapido, pulito, accomodante, essenziale, intrigante, elegante, gentile, armonico e fruttato. Contatto palatale bene equilibrato, delicato, raffinato, rotondo e gradevole. Buona la serbevolezza. Allungo finale aggraziato. Da preferire su un risotto ai funghi porcini e crostacei.
Greco di Tufo Docg 2022. Greco di Tufo in purezza. Affinamento in acciaio e poi elevazione in boccia. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale intorno ai 15,00 euro.
Nel calice occhieggia un solare colore giallo paglierino già carico e quasi dorato come da prassi. Dal composito crogiolo emergono espansivi, voluttuosi e ben focalizzati aromi di pesca gialla, albicocca, melone bianco, pompelmo, frutto della passione, papaia, ginestra, gelsomino, caprifoglio, citronella e cannella. Sottofondo palesemente sulfureo. Timbro mentolato. Bocca subito fresca e morbida, sapida e cristallina, succosa e reattiva, frutto di un sorso che si rivela poi avvolgente, caratteriale, invitante, strutturato, ficcante, vibrante, stimolante, contrastato, ambizioso, seducente e dinamico e che sa bene sfoderare ritmo e progressione. Saporita e polposa l’escursione palatale. Silhouette elegante, sensuale, conturbante e fascinosa. Siamo appena all’inizio del percorso. L’ottima chiusura elargisce toni sontuosi e totalmente appaganti. Perfetto l’abbinamento su un piatto di vermicelli a vongole e pollo arrosto.
Taurasi Docg 2017. Aglianico al 100% allevato in altura nel comune di Montemiletto. Maturazione per due anni in botti di legno grande. Affinamento in bottiglia per un anno. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di circa 25,00 euro.
Livrea affastellata da uno scintillante colore rosso rubino acceso. Spettro aromatico ricco di golosi e goliardici afflati di tanta buona roba. Incipit subito rilevante, dal quale un naso molto attivo riesce ad intercettare performanti fragranze fruttate di ciliegia, prugna, carruba, mandorla, ribes, mirtilli e more. In seguito si intrecciano poi calibrati svolazzi di viola, iris, macchia mediterranea, zenzero, pepe nero, chiodi di garofano, liquirizia, tabacco, balsamo, cuoio, caffè, cioccolato fondente e catrame. In bocca fa il suo ingresso un sorso caldo, asciutto, voluminoso, infiltrante, ammiccante, balsamico, corposo, materico, consistente, granitico, sanguigno, arrotondato, tagliente, glicerico e sapido. Quello che stupisce poi è una trama tannica ottimamente ammansita e perfettamente cesellata, aiutata in questo anche da un aggregante e collaborativo uso del legno. Tattilità corroborante, tonica e scalpitante. Portamento austero. Potenzialità di conservazione a lunga scadenza. Retroaroma persistente ed edonistico. Da provare su un piatto di tortellini al ragù e tagliata di carne arrosto.
Un tris di vini davvero eccellenti, frutto di un privilegiato territorio enoico e di un lungimirante e produttivo piano aziendale.
Sede a Montemiletto (Av) – Contrada Serra 79/81
Tel. 0825 962282 – Cell. 346 3060060
info@tenutadelmeriggio.it – www.tenutadelmeriggio.it
Enologo: Carmine Valentino
Ettari vitati: 23 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco, Falanghina e Coda di Volpe.
di Enrico Malgi
Il proprietario si chiama Bruno Pizza, mentre l’enologo è una vecchia conoscenza della viticoltura campana, vale a dire il bravo Carmine Valentino. Insieme formano una bella coppia molto affiatata, che si sono messi in testa di portare la piccola azienda Tenuta del Meriggio di Montemiletto a scalare la vetta dell’enologia regionale e nazionale. Il loro può sembrare un progetto molto ambizioso, ma sicuramente la produzione aziendale è di alto livello, avvalorata anche da molteplici premi ricevuti negli ultimi anni. Oltretutto il privilegiato areale irpino è sempre stato molto generoso nel proporre eccellenti etichette territoriali come il Greco di Tufo, il Fiano di Avellino ed il Taurasi e di cui ho avuto l’ennesima conferma in questi giorni quando ho assaggiato le rispettive bottiglie della “Linea dei Colli”, che mettono in evidenza tre grandi crus.
Colle dei Lauri Greco di Tufo Docg 2018. Greco in purezza naturalmente, coltivato nel vocato areale di San Paolo di Tufo e raccolto nella seconda decade di ottobre. Lunga maturazione in acciaio e poi sosta per un anno in vetro prima della commercializzazione. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 16,00 euro.
Nel bicchiere serpeggia un luminoso colore giallo paglierino già abbastanza carico. Il tipico bouquet di questa tipologia manifesta subito un congruo e sospiroso crogiolo di pesca gialla, albicocca, mela cotogna, cantalupo, clementina, pompelmo, fiori bianchi, macchia mediterranea, curry, zafferano, cannella e zenzero. Da copione poi le sensitive percezioni sulfuree e di pietra focaia. In bocca penetra un sorso avviluppante, tagliente, arrotondato, minerale, tonico, vitale, raffinato ed intrigante. Disegno gustativo molto ficcante ed incisivo e che poi si rivela morbido, schietto, affabulatore, comunicativo, ammaliante, polposo, scattante, sfaccettato, stimolante, balsamico e dinamico. Ovviamente la serbevolezza di questo vino durerà ancora per molto tempo. Scatto finale decisamente appagante. Perfetto in accompagnamento ad un bel risotto alla pescatora e carne bianca.
Colle delle Ginestre Fiano di Avellino Docg 2018. Fiano al 100% allevato a Candida e Montefalcione. Raccolta delle uve ad inizio di ottobre. Affinamento in acciaio e boccia per un lungo periodo. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 16,00 euro.
Alla vista appare un gradevole e splendente colore giallo paglierino ancora giovane. Al naso salgono impettite orgogliose fragranze fruttate di nocciola, mela golden, nespola, pera, mandarino ed ananas, intrecciate subito a costumanze floreali di biancospino, ginestra e gelsomino ed a punteggiature vegetali di erbe aromatiche. Giocose le rimembranze speziate. Approccio palatale deliberatamente fresco e glicerico, fruttato e sapido, equilibrato ed elegante, sontuoso e godibile, solido ed arioso, morbido e conturbante, che sfocia poi in una beva scorrevole, invitante, ammiccante, golosa, deliziosa, avvincente ed irresistibilmente pervasiva. Allure sublime, seducente, sensuale, aggraziata, aristocratica e fine. Ben delineata la precisione stilistica. Longevità a lunga scadenza. Chiusura su toni molto persistenti ed edonistici. Da preferire su un piatto di vermicelli a vongole e latticini freschi.
Colle dei Cerasi Taurasi Riserva Docg 2015. Soltanto Aglianico coltivato a Montemiletto e Paternopoli. Vendemmia tra la prima decade di novembre e l’inizio di dicembre. Maturazione in botti grandi per tre anni e poi elevazione in boccia per un altro anno. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di circa 30,00 euro.
Nel bicchiere si staglia un fulgido e scintillante colore rosso fuoco. L’input aromatico segue subito un iniziale percorso ricco di spunti olfattivi di drupe della pianta e del sottobosco. Ecco qui allora fare capolino la ciliegia bella rossa e matura e la violacea ed affascinante prugna, che fanno comunella con i loro compagni mirtilli, ribes e more. Solidali poi le elargizioni floreali di viola, geranio e rosa e pregevoli gli eterogenei afflati di timo, salvia, genziana, noce moscata, chiodi di garofano e pepe nero. Credenziali terziarie entrano anch’esse in gioco per dare il proprio determinante contributo. In bocca penetra un sorso etereo, avvolgente, pieno, voluminoso, corposo, esuberante, sostanzioso, centrato, fresco, strutturato, complesso ed ottimamente equilibrato e che colpisce per carattere, vivacità espressiva e grande nerbo. Tannini così godibili e ben cesellati, frutto di una trama sontuosamente intessuta. Contatto palatale armonioso, corroborante, consistente, materico, morbido, sapido e dinamico. Poco più di sette anni sul groppone sono troppo pochi, per cui è da vaticinare ancora una lunghissima fase evolutiva. Fraseggio finale sicuramente epicureo. Da abbinare ad un piatto di pasta al ragù e capretto al forno con patate e sarà sicuramente un successo.
Sede a Montemiletto (Av) – Contrada Serra 79/81
Tel. 0825 962282 – Cell. 346 3060060
info@tenutadelnmeriggio.it – www.tenutadelmeriggio.it
Enologo: Carmine Valentino
Ettari vitati: 23 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco, Falanghina e Coda di Volpe.
13 febbraio 2021
di Enrico Malgi
Bruno Pizza è il titolare di Tenuta del Meriggio di Montemiletto, coadiuvato dall’enologo Carmine Valentino col quale condivide le scelte aziendali e le idee da portare avanti per arrivare a conseguire sempre ottimi risultati.
In questi giorni ho avuto l’occasione di assaggiare quattro etichette di nuove annate, due bianchi e due rossi, che ho trovato in ottima forma.
Greco di Tufo Docg 2018. Uve provenienti dai vocati areali di Tufo e di Santa Paolina. Lavorazione in acciaio ed affinamento in vetro. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 16,00 euro. Vino vincitore a Radici del Sud 2017 col millesimo 2013.
Materia colorante molto concentrata, com’è costume del Greco irpino, segnata da un giallo paglierino già carico. Al naso fruttati di albicocca, nespola, pompelmo e mela cotogna. Seguiti subito dopo da richiami di caprifoglio, gelsomino, citronella, chiodi di garofano e cannella. Sospiri sulfurei. Sorso elegante nel suo incedere e che poi si rivela avvolgente e strutturato, prima ancora di manifestare il suo tipico e seduttivo aplomb di grande freschezza. Vino nel complesso morbido, espressivo, scattante, dinamico e minerale. Ancora molti anni davanti a sé. Finale persistente. Da consumare non solo sulla classica cucina marinara, ma anche su piatti più elaborati.
Fiano di Avellino Docg 2018. Uve allevate nei comuni di Candida e Montefalcione. Sempre solo acciaio per la maturazione del vino per sei mesi prima di essere imbottigliato. Gradazione alcolica di tredici gradi e mezzo. Prezzo finale di 16,00 euro.
Colore giallo paglierino. Mutevole, eterogeneo ed oltremodo sensitivo l’ottimo caleidoscopico profumato di nocciola, clementina, pera, mela, acacia, ginestra, biancospino, muschio, menta, camomilla e poi anche da refoli speziati. Ecco qui ancora umori mentolati, terrosi e minerali. In bocca arriva un sorso solido, rassicurante, vibrante, arioso, equilibrato e scorrevole. Ampiezza tattile fibrosa, densa, dinamica, compatta e seducente. Sviluppo palatale squillante, sontuoso, sapido, aggraziato, teso e ben ritmato. Vino da bere adesso, oppure da conservare ancora per un decennio. Da preferire su un risotto alla pescatora e mozzarella di bufala campana.
Campi Taurasini Irpinia Doc 2017. Aglianico al 100% lavorato in acciaio e poi affinato in legno grande per venti mesi. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro.
Alla vista si presenta un bel colore rosso rubino scintillante. L’input è ricco di un pot pourri di drupe del sottobosco e della pianta, seguito poi da svolazzi floreali di viola, geranio e rosa. Caratteristici, ma sempre in auge, i rigurgiti speziati di pepe nero, noce moscata e chiodi di garofano. Credenziali terziari sopraffine. Sorso subito fresco e morbido, avvolgente e balsamico, sapido e minerale, armonico e bene equilibrato. Trama tannica ottimamente evoluta e godibilmente approcciabile. Gusto pieno, rotondo, affascinante, corroborante, tonico e consistente. Registro gustativo focalizzato su un frutto giovane e pimpante. Eccellente la serbevolezza. Retroaroma lungo ed epicureo. Su una tagliata di carne arrosto e pecorino laticauda.
Taurasi Docg 2014. Uve di Aglianico provenienti dal Passo della Serra di Montemiletto maturare in acciaio e legno per tre anni. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 20,00 euro.
Bicchiere tinto da un colore rosso rubino-granato sfavillante. Profilo aromatico intrigante e propositivo, che si concede al naso elargendo in prima istanza articolati sentori fruttati di ciliegia, prugna, ribes, mirtilli e more. In appresso si colgono poi copiosi sussurri floreali, insieme ad eterei e variopinti profumi di balsamo, goudron, cenere, grafite, eucalipto, tabacco, cioccolato fondente e liquirizia. In bocca arriva un sorso asciutto, corposo, carnoso, strutturato, austero, sontuoso, esuberante, granitico, sanguigno, materico e sostanzioso. Ma per fortuna dopo l’esibizione muscolare, com’è costume dell’Aglianico irpino, ecco presentarsi all’appello una palpitante percezione di morbidezza, armonia, equilibrio, rotondità e finezza che così pareggia i conti. Legno ben modulato. Longevità a lunga scadenza. Da preferire su un piatto di pasta al forno ed un cosciotto di agnello al forno con patate.
Sede a Montemiletto (Av) – Contrada Serra 79/81
Tel. 0825 962282 – Cell. 346 3060060
info@tenutadelmeriggio.it – www.tenutadelmeriggio.it
Enologo: Carmine Valentino
Ettari vitati: 23 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco, Falanghina e Coda di Volpe.
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