di Enrico Malgi
Quanta bella gente ho incontrato a Cirò alla recente manifestazione che ha festeggiato i 50 anni trascorsi dal riconoscimento della più famosa Doc calabrese. Tra gli altri anche il giovane Massimiliano Capoano, attuale patòn della nobile e storica azienda Tenuta Baroni Capoano Vigneti e Cantina che risale al XII secolo. In proposito si narra di un’antica lettera del 1198 in cui il cardinale d’Amalfi Pietro Capoano scrive al fratello Raffaele: “Fratello, ti faccio domanda di quel nettare per Sua Santità che me ne chiede provvigione”.
Proprio presso questa azienda si è tenuta una superba degustazione di vini, accompagnata da una ricca merenda tipicamente calabrese.
Nell’occasione ho apprezzato le tre tipologie del Cirò: bianco, rosato e rosso, di cui ho selezionato tre bottiglie che mi hanno particolarmente colpito.
Antea Cirò Bianco Dop 2018. Blend di Greco all’80% e saldo di Mantonico. Uve coltivate in collina con esposizione diretta sul mare Jonio. Maturazione del vino in acciaio e vetro. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 13,00 euro.
Pregevole il bel colore giallo paglierino, screziato di verde clorofilla. Bouquet che impatta com esplosivi profumi di pesca gialla, albicocca, bergamotto, pompelmo, mela cotogna e zenzero. Sussurri floreali di caprifoglio e di gelsomino. Sottofondo gradevolmente speziato. In bocca entra un sorso palpitante per armonia gustativa, energia, succosità, freschezza, eleganza e morbidezza. Pulsazioni palatali sapide, minerali, cristalline, vibranti. Finale focalizzato su toni evoluti, godibili e fruttati. Su piatti di mare, ma anche su latticini e carne bianca.
Don Angelo Cirò Rosato Dop 2018. Gaglioppo al 90% e 10% di Syrah. Acciaio e vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo in enoteca di 13,00 euro. Vino dedicato a Don Angelo Capoano, figlio del Barone Raffaele Capoano.
Colore rosa cerasuolo intenso e brillante. Impatto olfattivo riccamente impregnato di deliziosi profumi di piccoli frutti del sottobosco, in modo particolare umori di fragole, uniti a sbuffi floreali di violetta e di geranio e ad un dispiego di odorose brezze mediterranee. Bocca che svela un sorso fragrante, croccante, succoso, scorrevole, rotondo e bello teso. Disegno gustativo dinamico, denso e sapido. Appeal intrigante, suadente, lineare e vellutato. Chiusura piacevole e lunga. Su un piatto di pasta al pomodoro e zuppa di pesce.
Don Raffaele Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Doc 2016. Gaglioppo in purezza, le cui uve sono state raccolte nella seconda metà di ottobre. Dopo lunga macerazione il vino sosta per circa tre anni in acciaio. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo in enoteca di 25,00 euro.
Ecco qui un valido rappresentante della vitienologia cirotana e calabrese, che conquista subito l’attenzione già guardando il vino nel bicchiere. Il colore, infatti, è segnato da un rosso rubino scintillante non molto carico. Bouquet esuberante e complesso, che sfodera al naso un pot pourri profumato di ribes, mirtilli, lamponi, marasca, prugna e/o di vegetali di buona sostanza, frutto di una materia prima di alta qualità. Tracce speziate. Sulla lingua plana un sorso irresistibile, etereo, caldo, equilibrato, lineare, corroborante, tonico, e reattivo e che poi riesce a fondere insieme anche vitalità, armonia e struttura. Trama tannica superbamente evoluta. Slancio finale persistente e gaudente di un vino davvero emozionante e che bene incarna il prototipo di un classico rosso mediterraneo. Su carni arrosto, formaggi calabresi e ‘nduja di Spilinga.
In definitiva si è trattato di una degustazione di vini davvero eccellenti, frutto di un territorio altamente vocato e privilegiato.
Sede a Cirò Marina (Kr) – Contrada Ceramidio
Tel. e fax 0962 35801 – info@capoano.it – ww.capoano.it
Enologo: Fabio Mecca
Ettari vitati di proprietà: 18, più 22 in affitto e più conferitori di fiducia Bottiglie prodotte: 180.000
Vitigni: Gaglioppo, Merlot, Syrah, Greco, Mantonico e Chardonnay
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