di Enrico Malgi
La Cantina Colli di Castelfranci Viticoltori di Montagna è immersa nel verde dell’incontaminata natura dell’Irpinia ed è collocata a settecento metri di altezza. Gli attuali titolari sono l’enologo Sabino Colucci, con importanti trascorsi esperienziali in Francia, ed il manager aziendale Mario Gregorio. Ovviamente nella produzione si dà preferenza alle tipiche varietà locali come l’Aglianico, il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo e la Falanghina.
Nell’occasione sono state ben dieci le etichette di nuove annate da testare, di cui una, Alta Valle Taurasi Docg 2018, appena recensita e di seguito riportata.
Iris Falanghina Irpinia Doc 2023. Soltanto Falanghina allevata a Torella dei Lombardi e vendemmiata a fine settembre. Maturazione in acciaio per quattro mesi e poi affinamento in vetro per un mese. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.
Nel calice occhieggia un brillante colore giallo paglierino venato di riflessi verdognoli. Bouquet doviziosamente costellato da molteplici impronte olfattive di mela golden, pera spadona, banana, frutto della passione, ananas, ginestra, gelsomino, fiori di limone, aghi di pino, eucalipto e chiodi di garofano. In bocca penetra un sorso secco e fresco, suadente e citrino, guizzante e sapido, soave e morbido, goloso e polposo. La tensione palatale registra gradevoli connotazioni agrumate, carezzevoli, dinamiche, eleganti e raffinate. Buona la serbevolezza. Finale appagante. Da spendere su un risotto ai frutti di mare e latticini.
Grotte Greco di Tufo Docg 2023. Greco in purezza le cui uve sono state raccolte ad inizio di ottobre nei vocati territori di Montefusco e Santa Paolina. Affinamento per quattro mesi in acciaio e poi elevazione in boccia per un mese. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.
Veste cromatica segnata da un fulgido colore giallo paglierino già abbastanza carico. Spettro aromatico intenso e coinvolgente, che sciorina subito una minuziosa composizione di profumi in cui di prima istanza detta legge una lodevole percezione fruttata di pesca gialla, albicocca, melone bianco, clementina e pera kaiser. In seguito risaltano anche effusioni di gelsomino, erbe aromatiche, zenzero e cannella. In bocca penetra un sorso sapido, teso, glicerico, pulito, scattante, reattivo e dinamico. Serbevolezza a lungo termine. Slancio finale ben ritmato e godibile. Perfetto su un piatto di vermicelli a vongole e carne bianca.
Pendino Fiano di Avellino Docg 2023. Fiano al 100% coltivato a Lapio e vendemmiato ad inizio di ottobre. Maturazione in acciaio per quattro mesi e poi affinamento in bottiglia per un mese. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 16,00 euro.
Colore affastellato da un solare cromatismo giallo limpido e splendente. Dal goliardico crogiolo emerge un accumulo di goduriosi aromi di pera coscia, mela renetta, mandarino, nocciola, ginestra, biancospino, echi di erbe aromatiche e sospiri speziati. Approccio palatale decisamente elegante, succoso, vibrante, seducente, acido, fibroso, glicerico, reattivo, aggraziato, voluttuoso, affascinante e comunicativo. Sorso avvolgente, penetrante, pulito, accomodante, plastico e molto gradevole. Potenzialità di conservazione a lungo raggio. Fraseggio finale solido e persistente. Da consumare su un risotto ai funghi porcini e mozzarella.
Vallicelli Greco di Tufo Riserva Docg 2022. Solo Greco coltivato a Montefusco e vendemmiato a metà ottobre. Maturazione in acciaio per nove mesi ed affinamento in vetro per due mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 22,00 euro.
Gioiosamente brillante di un colore giallo vivo e dorato il vino che serpeggia nel calice. Piglio olfattivo di grande impatto, laddove un naso particolarmente indagatore riscontra gradevoli fragranze fruttate di agrumi, pesca gialla, albicocca, mela cotogna ed ananas, insieme a cadenzati svolazzi floreali di gelsomino e di ginestra, a sussurri vegetali di macchia mediterranea ed a credenziali speziate. In bocca fa il suo ingresso un sorso ampio, espansivo, tagliente di freschezza, avvincente, sapido, elegante, arioso e succoso. Resisterà al tempo almeno per un’altra decina d’anni. Retroaroma impagabile. Su carne bianca, ma anche su piatti di una certa consistenza.
Paladino Fiano di Avellino Riserva Docg 2022. Fiano e basta allevato ad Arianiello di Lapio. Raccolta delle uve ad inizio di ottobre. Contatto sulle bucce per nove mesi in acciaio. Affinamento in boccia per due mesi. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 22,00 euro.
Alla vista risalta un luminoso colore giallo paglierino ancora giovane. Al naso salgono imperiosi e molteplici profumi, che rimembrano immediatamente la nocciola, tipico marker varietale, e poi in successione la mela annurca, la mandorla, la pera coscia, la pesca bianca, il melone bianco, la susina bianca la papaya, l’ananas, essenze di fiori bianchi, gentilizie vegetali di salvia e di timo e suadenze speziate di chiodi di garofano e di zenzero. Approccio palatale decisamente fresco e gradevole, elegante e seducente, sensuale e raffinato, sapido e glicerico, cristallino ed arrotondato. Nelle more il vino conferma poi tutto il suo alto potenziale gustativo, che si rivela così delizioso, aggraziato, leggiadro, aristocratico, temperamentale, balsamico, equilibrato e dinamico. Siamo appena all’inizio del percorso. Allungo finale persistente ed edonistico. Un grande bianco davvero, da provare su un risotto alla pescatora ed un piatto di salumi e frittura mista.
Rosié Rosato Irpina Doc 2023. Aglianico in purezza allevato a Torella dei Lombardi. Vendemmia ad inizio di ottobre. Maturazione per quattro mesi in acciaio e poi elevazione in bottiglia per un mese. Tasso alcolico di dodici gradi. Prezzo finale di 16,00 euro.
Nel calice traspare un delicato e languido colore rosato tenue. Crogiolo affastellato da gradevoli e pluralistici aromi, che in primis fanno riferimento ad un’ottima scorta fruttata di marasca, mela cotogna, melagrana, pompelmo rosa e tutto il delizioso corredo del sottobosco. In seguito vengono rimarcati poi effluvi di rosa canina, viola, mirto e zenzero. Una bocca molto ricettiva si appropria di un sorso rinfrescante, genuino, sapido, fruttato, slanciato, voluttuoso, sobrio, vellutato, morbido, succoso, elegante e fine ed ingentilito poi da ricamati toni armonici e leggiadri. Carezzevole ed intrigante la souplesse, che alimenta così una beva scorrevole, ammaliante e felpata. Chiusura molto godibile. Perfetto su un risotto con asparagi e pizza margherita.
Vadantico Aglianico Irpinia Doc 2020. Aglianico al 100% coltivato a Torella dei Lombardi. Vendemmia effettuata a metà ottobre. Maturazione parte in barriques di terzo passaggio e parte in acciaio per un anno e mezzo. Affinamento in bottiglia per sei mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.
Calice tinto da uno scintillante ed imberbe colore rosso rubino. Ventaglio aromatico detentore di una vasta gamma di profumi, che si approcciano al naso rievocando subito una scorta di raffinate essenze di amarena, susina nera, piccole drupe del sottobosco, viola, genziana, timo e sussurri speziati. Variegate poi le impronte terziarie d tabacco, caffè torrefatto, china e liquirizia. Segnali empireumatici. In bocca esordisce un sorso focalizzato su compiacenti percezioni profonde, tese, balsamiche, generose, infiltranti, armoniche, sapide, morbide, materiche, sostanziose, sensuali, accattivanti, ariose e ben temprate. Trama tannica ottimamente delineata. Sviluppo palatale verticale, strutturato e ben calibrato di un vino che se la gioca magnificamente attraverso un’espressiva continuità gustativa. Serbevolezza tutta da scoprire. Affondo finale lungo e soddisfacente. Da spendere su un piatto di pasta al ragù e formaggi semistagionati.
Candriano Campi Taurasini Irpinia Doc 2019. Aglianico in purezza allevato a Torella dei Lombardi. Raccolta delle uve a fine ottobre. Maturazione in acciaio e barriques di primo passaggio per oltre due anni. Affinamento in vetro per sei mesi. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 20,00 euro.
Veste cromatica disegnata su una tonalità di un fantasmagorico e coreografico rosso rubino abbastanza concentrato. Dall’ampio caleidoscopio si espandono goliardici e calibrati profumi di visciola, mirtilli, ribes, geranio, peonia, violetta, intrecci di macchia mediterranea e sontuose captazioni di spezie orientali di ottima fattura. Superbe sensazioni terziarie vanno poi a completare tutto il registro olfattivo. In bocca entra un sorso croccante, avvolgente, corroborante, complesso, reattivo, esuberante, solido e tonico. Ma nelle pieghe il vino riesce ad ammaliare le papille gustative attraverso gentili sensazioni di freschezza, sapidità, morbidezza, balsamicità ed una fruttuosità compatta e vivace. Tannini affusolati. Vino che spinge e va diritto al cuore. Ne avrà ancora almeno per un’altra decina d’anni. Allungo finale sontuoso e persistente. Ottimo vino davvero da provare su una tagliata di carne arrosto e pecorino laticauda.
Braudiano Taurasi Riserva Docg 2011. Aglianico allevato a Castelfranci a settecento metri di altezza con il sistema di Raggiera Avellinese. Raccolta delle uve ad inizio di novembre. Macerazione sulle bucce in botte grande. Mololattica in barriques di primo e secondo passaggio con sosta per un anno. Maturazione in tonneaux per tre anni e poi affinamento in vetro per un anno. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 60,00 euro.
Sontuosa e scintillante l’appariscente livrea dipinta da un concentrato colore rosso granato acceso. Il naso osa sfidare subito a singolar tenzone il poliedrico e magnetico bouquet, il quale accetta la sfida con grande nonchalance sicuro del fatto suo. L’incipit è ovviamente appannaggio di una vasta gamma di profumi fruttati di ciliegia, prugna, mandorla, carruba, uva passa, mirtilli, ribes nero e more, In appresso si materializzano afflati di viola, rosa antica, geranio e genziana, adamantine reminiscenze di macchia mediterranea, funghi, cannella, pepe macinato, chiodi di garofano, tabacco, ginepro, grafite, cacao, caffè, cioccolato fondente e riecheggi empireumatici e sulfurei. In bocca fa il suo ingresso un sorso etereo, sanguigno, profondo, centrato, infiltrante, scalpitante, potente, imperioso, materico, avvincente, sensuale, sapido, vibrante e detentore di una timbrica di ottima freschezza. Portamento austero. Grip artigianale. Bonus di calore, ma senza fare danni. Tannini talentuosi. Espansione palatale composita, complessa, strutturata, palpitante, equilibrata, armonica, balsamica e dinamica. Non percepisco alcun segno di stanchezza, per cui penso che questo vino possa durare integro almeno per altri sei-sette anni. Retroaroma epicureo. Perfetto su uno stufato di agnello e patate e formaggi a pasta dura molto stagionati.
Bene, ho assaggiato un’eccellente batteria di vini, che riflettono compiutamente il privilegiato e consolidato areale irpino e che sanno comunicare coerentemente un progetto ed un preciso stile aziendale.
Società Agricola Colli di Castelfranci Viticoltori di Montagna
Contrada Braudiano – Castelfranci (Av)
Tel e Fax 0827 72392 – Cell. 339 3690975
cantina@collidicastelfranci.com – www.collidicastelfranci.com
Enologo: Sabino Colucci
Ettari vitati: 25 – Bottiglie prodotte: 150.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.
Scheda del 2 aprile 2024
di Enrico Malgi
Dici che il Taurasi è un grande vino rosso del Sud Italia vero? Si certo, perché hai qualche dubbioin proposito? Ebbene sì, devo confessare che qualche dubbio mi assale sempre, perché ormai il gusto di tanti bevitori è notevolmente cambiato negli ultimi tempi, per cui si preferisce un rosso più approcciabile, più beverino, più abbinabile al cibo, poco tannico, poco concentrato, poco alcolico, poco cerebrale o metafisico che dir si voglia, insomma “poco” e basta, senza tante elucubrazioni mentali, ti pare?
Ok ho capito, bene allora ti invito a provare i “nuovi” Taurasi dell’Irpinia che stanno uscendo sul mercato e che rispettano proprio i canoni che tu hai suggerito.
Prendiamo per esempio l’etichetta Alta Valle Taurasi Docg 2018 dei Colli di Castelfranci, che in queste festività pasquali ha accompagnato alcuni specifici piatti che ho assaggiato insieme ad un suo fratello gemello e di cui parlerò più dettagliatamente prossimamente.
Ovviamente si tratta di Aglianico in purezza allevato a settecento metri di altezza e le cui uve sono state raccolte molto mature tra la fine di ottobre ed inizio di novembre. Fermentazione e maturazione in botte grande e barrique di primo e secondo passaggio per un anno. Affinamento in tonneaux per due anni e poi elevazione in vetro per sei mesi prima della commercializzazione del vino. Gradazione alcolica di quattordici gradi e mezzo. Prezzo finale di 30,00 euro.
Nel calice colore rosso scuro, più granato che rubino.
Lo vedi allora che ho ragione, perché il cromatismo è appariscentemente più concentrato. Si è vero, però questo è frutto di una sosta in legno per complessivi tre anni (la riserva invece prevede un periodo di conservazione di quattro) e poi bisogna considerare che nel Dna dell’Aglianico è insito un colore più carico. Dall’affastellato ed eterogeneo bouquet si espandono profumi di ciliegia, prugna, scorza di arancia, mallo di noce, mandorla, carruba, mirtilli, ribes, more, violetta, rosa damascena, genziana, menta, muschio, pepe nero, chiodi di garofano, cannella, incenso, liquirizia, tabacco, cuoio, ginepro, cacao e goudron. In bocca penetra un sorso caldo sì, voluminoso, opulento, carnoso, potente, esuberante, sensuale, sapido, vibrante di energia propulsiva, guizzante di freschezza e depositario di tannini di rara grazia. Come vedi, a parte l’elevata alcolicità normale per un Aglianico, il vino si dimostra comunque molto bevibile e depositario poi di tannini estremamente accattivanti. Tensione palatale bene articolata, strutturata, materica, equilibrata, armonica, morbida, balsamica, intrigante, rotonda e dinamica.
Vino ancora in piena fase di spinta, per cui è prevedibile una longevità a lunga scadenza. Allungo finale decisamente appagante ed edonistico. Perfetto su un piatto di pasta al forno e capretto con patate come ho fatto io.
Un grande Taurasi davvero, sicuramente più fruibile e specchio fedele di un territorio irpino estremamente vocato e di una produzione vitivinicola aziendale oggettivamente eccellente.
Colli di Castelfranci Viticoltori di Montagna
Contrada Braudiano – Castelfranci (Av)
Tel. e Fax 0827 72392 – Cell. 339 3690975
cantina@collidicastelfranci.com – www.collidicastelfranci.com
Enologo: Sabino Colucci
Ettari vitati: 25 – Bottiglie prodotte: 150.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.
Scheda del 5 agosto 2022
di Enrico Malgi
Un esempio di buona conduzione vitivinicola ci viene fornito dall’azienda irpina Colli di Castelfranci, i cui proprietari appartengono alle famiglie Colucci e Gregorio che si sono associati nel 2002 sfruttando così le grandi potenzialità che esprime il vocato territorio irpino attraverso l’impiego di vitigni autoctoni di grande spessore.
Come capita ormai da qualche anno, anche stavolta ho potuto assaggiare otto bottiglie di nuove annate.
Iris Falanghina Irpinia Doc 2021. Soltanto Falanghina allevata a 650 metri di altezza. Uva raccolta a fine settembre. Maturazione in acciaio per quattro mesi ed affinamento in vetro per un mese. Tasso alcolico di dodici gradi. Prezzo finale di 12,00 euro.
Nel bicchiere traspare un limpido colore giallo paglierino, appena venato di lampi verdolini. Il composito bouquet si esalta nel proporre al naso i suoi spiccati ed eterogenei profumi, attraverso sospirose essenze di fiori bianchi prima di tutto, seguite da percezioni olfattive di mela, pera, banana, ananas, erbe aromatiche e/o da spunti speziati e balsamici. In bocca penetra in sorso massimamente rinfrescante, giustamente sapido e gioiosamente carezzevole, oltre che raffinato ed elegante nel suo sicuro incedere. Gusto morbido e succoso. Il finale appaga totalmente le papille. Da consumare su un risotto allo zafferano e latticini freschi.
Grotte Greco di Tufo Docg 2021. Greco in purezza coltivato a 650 metri di altezza. Vendemmia effettuata ad inizio di ottobre. Affinamento per quattro mesi in acciaio ed elevazione in boccia per un mese. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.
Colore giallo paglierino lucente. Significativo lo spettro aromatico, che elargisce con nonchalance coinvolgenti e molteplici nuances di pesca gialla, albicocca, susina gialla, gelsomino, macchia mediterranea e zenzero. Bocca ampia ed accogliente, che riceve un sorso teso, trascinante, sapido, glicerico, sulfureo, soave e cristallino. Percezione tattile potente, fruttata, ficcante, ariosa, scattante, reattiva e dinamica. Silhouette elegante, affascinante e sontuosa. Darà il meglio di sé tra qualche anno, come succede sempre a questo vino maratoneta. Chiusura su toni molto gradevoli e compiacenti. Da provare sulla classica cucina di mare naturalmente, ma va bene anche su qualche preparazione di terra senza pomodoro.
Vallicelli Greco di Tufo Riserva Docg 2020. Greco al 100%. Uve raccolte a metà ottobre. Maturazione in acciaio per nove mesi ed elevazione in boccia per tre mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 20,00 euro.
Splendente di giallo consistente il colore che occhieggia nel bicchiere. Timbro olfattivo costellato da gioiose effusioni di pera, pesca, mela cotogna, pompelmo, frutto della passione, caprifoglio, gelsomino e/o frammenti speziati. In bocca penetra un sorso goloso, avvincente, raffinato, armonico e tagliente di acidità. Il Greco di Tufo sa sviluppare percezioni palatali toniche, strutturate, potenti e lievemente tanniche quasi quanto un rosso. Appeal seducente, sensuale e vibrante. Allungo finale decisamente persistente. Perfetto su un piatto di vermicelli a vongole e carne bianca.
Pendino Fiano di Avellino Docg 2021. Soltanto Fiano lavorato in acciaio per quattro mesi e poi sosta per un mese in bottiglia. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro.
Veste cromatica segnata da un sontuoso colore giallo paglierino. Crogiolo debordante di un pot pourri di gradevoli profumi che esaltano soprattutto la vocata predisposizione varietale di questo vitigno, che ha nel sentore di nocciola il suo punto di riferimento, insieme a sospiri fruttati di mela e di banana. Al naso si percepiscono anche voluttuose essenze di fiori di tiglio e di acacia e classiche suadenze vegetali di muschio, di eucalipto e di citronella. Captazioni deliberatamente sulfuree. In bocca entra un sorso bello fresco e morbido, fruttato ed elegante, gioioso e solido e sublimato poi da una tattilità seducente ed energica. Parliamone da qui a qualche anno. Scatto finale godibilissimo. Da associare a tanta roba di mare ovviamente, ma anche di terra. Fate voi.
Paladino Fiano di Avellino Riserva Docg 2020. Fiano al 100% allevato a Lapio, vendemmiato a metà ottobre, lavorato in acciaio per nove mesi e poi affinato in boccia per tre mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 20,00 euro.
Ottima l’iniziativa di attribuire l’appellativo “Riserva” sia al Greco di Tufo e sia al Fiano di Avellino avvenuta nel mese di ottobre 2020 da parte del Ministero delle Politiche Agricole, che prevede un invecchiamento minimo di almeno un anno. Questo vuol dire che si riconosce ufficialmente la grande capacità di serbevolezza a lunga scadenza di questi due ottimi bianchi irpini.
Alla vista si appalesa un colore giallo paglierino ben delineato. Al naso salgono prepotenti e goliardici profumi di pesca, pera, mandarino, ananas, ginestra, biancospino ed erbe aromatiche. Briciole speziate. E’ in bocca tuttavia che il vino marca la differenza, sfoderando un sorso sopraffino, comunicativo, denso, fibroso, vibrante, succoso, reattivo, sapido, acido, teso e sferzante. Tensione gustativa aggraziata, intrigante, ritmata, elegante e quasi carnosa. Elevata ovviamente la potenzialità di lunga conservazione. Affondo finale persistente ed edonistico. Vino da consumare su piatti di mare naturalmente, ma senza disdegnare preparazioni più consistenti, oppure da centellinare da solo.
Rosié Rosato Irpinia Doc 2021. Soltanto Aglianico allevato a seicento metri di altezza. Maturazione del vino in acciaio per quattro mesi e poi elevazione in boccia per un mese. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.
Nel bicchiere si scorge un brillante colore ramato. Bouquet decisamente sospiroso, che si approccia al naso elargendo conturbanti credenziali di tanta buona frutta fresca della pianta e del sottobosco, unitamente ad umori di petali di rosa e di spezie orientali. Sulla lingua impatta un sorso scorrevole, carezzevole, deliziosamente rinfrescante, slanciato, fruttato, arrotondato, morbido, suadente, stuzzicante, ben tratteggiato e sontuosamente ricamato. Disegno gustativo ottimamente elaborato, leggiadro, ammaliante e voluttuoso. Retroaroma impagabile. Da abbinare ad una bella di zuppa di pesce e pizza margherita.
Vadantico Aglianico Irpinia Doc 2019. Aglianico in purezza coltivato a seicento metri di altezza e vendemmiato a metà ottobre. Maturazione in parte in acciaio per un anno e mezzo ed un’altra viene affinata in barriques di terzo passaggio. Elevazione in vetro per sei mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.
Coreografica l’ottima livrea segnata com’è da un fulgido colore rosso rubino carico e lucente. Dall’aromatico caleidoscopio si espandono a dismisura goliardici e complessi profumi di amarena, sottobosco, carruba, violetta, rosa, macchia mediterranea, spezie a go go e svolazzi terziari. Timbro terroso. Sospiri empireumatici. Sorso decisamente consistente, ottimamente strutturato, secco, corposo, materico, infiltrante e ben calibrato. Buona la spalla acida, che contribuisce ad elevare la freschezza. Cesellata per benino la trama tannica. Percezione tattile sensuale, accattivante, armonica e balsamica. Siamo ancora all’inizio del percorso. Chiusura affascinante. Da spendere su un piatto di pasta al sugo e tagliata di carne arrosto.
Alta Valle Taurasi Docg 2017. Ovviamente Aglianico in purezza allevato proprio a Castelfranci sui settecento metri di altezza. Vendemmia tra fine ottobre ed inizio novembre. Il vino sosta per trenta giorni in legno grande per la macerazione. Malolattica in barriques di primo e secondo passaggio, dove poi il vino sosta per un anno prima di passare in tonneaux per altri due anni. Affinamento in bottiglia per sei mesi. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 27,00 euro.
Bicchiere tinto da un colore rosso rubino vivo che vira già verso il granato. Sintomatico ed esemplare l’ottimo bouquet, da quale si sprigionano rimarchevoli e pluralistiche nuances che rimembrano in successione la ciliegia, la prugna, il ribes, i mirtilli, le more, la violetta, il pepe nero, la noce moscata, i chiodi di garofano, l’anice e lo zenzero. In appresso risaltano canoniche percezioni terziarie di incenso, tabacco, liquirizia, grafite, china, cioccolato fondente e caffè. Sottofondo fumé. In bocca penetra un sorso caldo, profondo, voluminoso, teso, centrato, etereo, esuberante, austero, equilibrato, croccante e vibrante. Tannini bene evoluti. Perfettamente dosato il legno. Espansione palatale balsamica, fine e rotonda. Serbevolezza ad oltranza. Fraseggio finale imperioso ed altamente soddisfacente. Con che lo abbiniamo? Trovandoci in Irpinia penso che l’ideale sia un agnello al forno e pecorino laticauda.
Una grande batteria di vini territoriali che mi hanno letteralmente conquistato. Non avevo dubbi in proposito, perché non è la prima volta che li assaggio e, quindi, conosco bene la loro eccellenza. Una perfetta sinfonia, frutto di un areale straordinario che sa esprimere questa preziosità ad altissimo livello.
Società Agricola Colli di Castelfranci
Via Braudano – Castelfranci (Av)
Tel. 0827 72392 – Cell. 339 3690975
cantina@collidicastelfranci.com – www.collidicastelfranci.com
Titolare: Gerardo Colucci – Enologo: Sabino Colucci
Ettari vitati: 20 – Bottiglie prodotte: 150.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.
15 ottobre 202o
di Enrico Malgi
A Castelfranci, piccolo borgo collinare dell’Alta Irpinia, la coltivazione della vite è predominante. Il comune è inserito nella Docg Taurasi e si fregia anche della Doc Irpinia Falanghina, Greco e Fiano, oltre a quella dei Campi Taurasini. Qui opera l’azienda Colli di Castelfranci di proprietà delle famiglie Colucci e Gregorio, che produce una bella scorta di bottiglie, tutte di grande valore e connotate da prezzi davvero convenienti.
Ben undici le etichette in commercio, di cui sette (tre bianchi, tre rossi ed un rosato) sono state oggetto della mia recente degustazione.
Iris Irpinia Falanghina Doc 2019. Solo Falanghina lavorata per quattro mesi in acciaio e poi affinata in vetro. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale intorno ai 12,00 euro. Bottiglie prodotte n. 15.000.
Il colore che risalta nel bicchiere è quello classico di un vino bianco giovane: giallo paglierino lucente e screziato di verde, ma con la promessa di durare ancora molto nel tempo come tutti gli eccellenti vini bianchi campani. Contrasto olfattivo che non si discosta molto dal canonico registro varietale e territoriale di un bianco che è il più diffuso in Campania. Al naso profumi floreali prima ancora che quelli fruttati, com’è costumanza della Falanghina allevata nelle aree interne e collinari: ginestra e fiori di limone in modo particolare. E poi sentori balsamici, mentolati e leggermente agrumati. Sottofondo speziato. In bocca esordisce un sorso suadente, citrino e goloso. Palato fresco, sontuoso, carezzevole e dinamico. Migliorerà col tempo. Da abbinare ad un piatto di spaghetti ai frutti di mare e carne bianca.
Grotte Greco di Tufo Docg 2019. Greco in purezza coltivato a Montefusco e Santa Paolina, lavorato sempre in acciaio e vetro per alcuni mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale orientativo di 12,00 euro. Bottiglie prodotte circa 40.000.
Qui il colore vira decisamente verso un giallo paglierino più carico. Bouquet intensamente costellato da incipienti nuances di pesca gialla, albicocca, nocciola, ginestra e salvia e interessato anche da rigurgiti di sulfurea mineralità. Zenzero e cannella come markers speziati. Sulla lingua plana un sorso pulito, sapido, fresco, avvolgente e penetrante. La bocca ringrazia, mettendosi a completa disposizione prima di arrivare alla fine della corsa completamente soddisfatta. Vino che darà il meglio di sé tra qualche anno. Da provare su un piatto di vermicelli alle vongole e latticini.
Pendino Fiano di Avellino Docg 2019. Fiano al 100% lavorato per quattro mesi in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale intorno ai 12,00 euro. Bottiglie prodotte 40.000.
Bene il Fiano è sempre il Fiano, se poi, come in questo caso, la vigna è collocata in un territorio privilegiato come quello di Lapio in contrada Arianiello, allora si tratta certamente del meglio del meglio.
Colore giallo limpido e splendente. Il crogiolo di profumi esce fuori da uno scrigno raro e ricco di muliebre beltà. Al naso salgono sublimate essenze di pera, mela, pera, clementina, gelsomino, biancospino, tiglio, camomilla e zafferano. Sospiri speziati. Approccio tattile elegante, vibrante, seducente, acido e morbido. Palato denso, fibroso, succoso, reattivo, aggraziato e comunicativo. Fraseggio finale affascinante, solido e persistente. Vino maratoneta, che da qui a dieci anni si troverà nel suo pieno splendore. Da consumare su una bella mozzarella pestana.
Rosié Rosato Irpinia Doc 2019. Aglianico al 100%. Quattro mesi in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro. Bottiglie prodotte n. 3.000 circa.
Colore rosa ramato e lucente. L’esplicito bouquet sprigiona al naso voluminosi profumi di tanta buona frutta, soprattutto quella del sottobosco, insieme a rimembranze di amarena, agrumi, melagrana, chinotto, violetta e macchia mediterranea. L’incipit gustativo raffinato e fresco. Sorso scorrevole, gentile, sobrio, ssuccoso, gradevole, equilibrato ed intensamente fruttato. Da spendere su una parmigiana di melanzane e zuppa di pesce.
Vadantico Campi Taurasini Irpinia Doc 2015. Aglianico in purezza. Solo acciaio e vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro. Bottiglie prodotte circa 40.000.
Rosso rubino vivo e luccicante. Lo spettro olfattivo denota subito un’ottima composizione profumata di frutta fresca e golosa, come la ciliegia, la prugna, il ribes ed il mirtillo in grande spolvero. In appresso gradevoli essenze floreali, vegetali e speziate. In bocca fa il suo ingresso un sorso sostanzioso, materico e bello spinto di freschezza. Beva morbida, equilibrata, armonica e profonda, che alletta voluttuosamente le papille gustative. Tannini superbi e ancora giovani. Chiusura su toni evoluti e bene articolati. Ne avrà ancora per alcuni anni. Da preferire su carne arrosto e formaggio stagionato.
Alta Valle Taurasi Docg 2013. Aglianico al 100%. Uve allevate a settecento metri di altezza. Affinamento in botti di rovere per tre anni. Elevazione in boccia per un anno. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale intorno ai 20,00 euro. Bottiglie prodotte circa 10.000.
Colore rosso rubino luminoso. La componente fruttata prende subito il sopravvento, attraverso note di amarena, mora, ribes e mirtilli. Richiami di violetta, geranio, garofano, pepe nero, zenzero e noce moscata. Calibrati gli sbuffi di balsamo, carruba, eucalipto, incenso, china, tabacco e goudron. Sorso asciutto, carnoso, corposo, materico, opulento, esuberante ed austero. Generosità palatale ricca di un’evoluta tattilità che si manifesta in giochi profondi, tesi, sapidi, armoniosi e bene equilibrati. Tannini che stupiscono per la loro piena integralità. Legno ben modulato. Retroaroma rotondo, lungo e seducente. Diamoci appuntamento tra una decina d’anni. Da consumare su un cosciotto d’agnello e pecorino laticauda.
Alta Valle Taurasi Riserva Docg 2011. Solo Aglianico selezionato e con bassa resa. Lunga macerazione sulle bucce. Affinamento per tre anni in botti di rovere, un anno in acciaio e poi elevazione in bottiglia per un anno. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 40,00 euro. Bottiglie prodotte circa 3.000.
Rosso granato il vivido colore nel bicchiere. Bouquet molto espansivo, che accende il focus su ampie e variegate captazioni. E così dal crogiolo il naso aspira intense nuances di frutta del sottobosco e della pianta, intrecciata ad essenze di rosa appassita ed a sentori speziati. Sottofondo fumé. Pronunciati poi gli sbuffi balsamici, mentolati, liquiriziosi, cioccolatosi, minerali e terrosi. Attacco caldo e tonico. Ma non solo potenza e corposità, perché il vino esibisce morbidezza, freschezza e soprattutto un’inusitata placidità di un tannino remissivo, affievolito e perfino elegante che accarezza le gengive. Anche qui il legno si è bene integrato e non prevarica. Serbevolezza a lunga scadenza. Finale persistentemente edonistico. Su cacciagione e formaggi stagionati.
Bene, è giusto sottolineare che la batteria dei vini assaggiati di Colli di Castelfranci si è dimostrata di grande rilevanza, con i rossi che mi hanno impressionato maggiormente. Solitamente preferisco più i bianchi, che pur nell’occasione ho trovato eccellenti ed in piena sintonia con la produzione aziendale, ma i tre rossi mi hanno davvero conquistato. Evidentemente il motivo risiede nel fatto che i rossi hanno già raggiunto la loro maturità, mentre i bianchi sono ancora all’inizio del loro percorso.
Sede a Castelfranci (Av) – Contrada Braudiano
Tel e Fax 0827 72392
cantina@collidicastelfranci.com – www.collidicastelfranci.com
Enologo: Sabino Colucci
Ettari vitati di proprietà: 25, più conferitori
Bottiglie prodotte: 150.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.
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