Silvaplantarium a Torre Orsaia: aglianicone e Santa Sofia nel cuore del Cilento

Pubblicato in: Cantine e Produttori di Vino
Silvaplantarium,  Mario Donnabella e la figlia Luana

di Enrico Malgi

Mario Donnabella, titolare dell’Azienda Agricola Silvaplantarium (dal latino “bosco delle piante” e poi vedremo perché), è un personaggio fantastico e straordinario. Qualcuno, non conoscendolo bene, lo potrebbe definire un visionario o un pazzo, forse perché da tempo rincorre un suo ideale e singolare modello di viticoltura che deve essere assolutamente naturale, biologico, ecosostenibile e biodinamico, così da integrarsi in un territorio, come il basso Cilento, che finora ha espresso poco o niente come produzione vitivinicola di qualità. Ed inoltre la viticoltura praticata qui deve essere indirizzata unicamente alla valorizzazione ed al rilancio di vecchie cultivar cilentane che erano quasi scomparse: aglianicone, santa sofia e mangiaguerra.

Longilineo, magro, occhi azzurri profondi, pizzetto, faccia simpatica ed intelligente, copricapo in testa ed in manica di camicia, così mi accoglie Mario insieme con la giovane e bella figlia Luana laureata in Scienze Politiche e che è destinata a continuare la tradizione di famiglia, per condurmi a visitare la sua azienda agricola. Ci troviamo nel comune di Torre Orsaia e precisamente nella frazione Borgo Cerreto a circa trecento metri di altezza, da cui si può ammirare in tutto il suo splendore il suggestivo Golfo di Policastro.

Una corona di alte montagne, come il Gelbison ed il Centaurino e più in là ancora il Cervati ed il Bulgheria, circonda, protegge e sorveglia la proprietà agricola di circa cinque ettari.

 

Mario, che ha studiato da perito agrario, a metà degli anni ’80 decide di dedicarsi allo sviluppo dell’attività agricola e poi, una volta ereditata parte della tenuta di famiglia, fonda l’Azienda Agricola Silvaplantarium. In principio si dedica al vivaismo (ecco spiegato il perché del titolo aziendale), riproducendo specie autoctone cilentane di macchia mediterranea ad uso forestale, come il cerro, il leccio, il corbezzolo, il mirto, la ginestra ed altre ancora, che poi vengono commercializzate per il recupero di aree degradate.

Una serie di piccoli laghetti aritificiali, progettati e creati dallo stesso Mario, riducono il consumo d’acqua di servizio. Col tempo, poi, Mario decide anche di impiantare un piccolo vigneto e di occuparsi del recupero di antiche specie varietali territoriali.

Dopo anni di continue sperimentazioni, adesso Mario può contare su tre ettari piantati ad aglianicone e di poche migliaia di metri quadri di santa sofia e di mangiaguerra.

 

La conduzione dei vigneti di Silvaplantarum è di stampo rigorosamente biologico-biodinamico-naturale, secondo l’orientamento del famoso scienziato e filosofo austro-croato Rudolf Steiner, un’assoluta novità per tutto il Cilento e, per quanto ne so io, per tutta la provincia di Salerno.

 

Le montagne tutte intorno, il territorio collinare, l’ottima escursione termica tra il giorno e la notte, la brezza marina che sale dal mare vicino, il suolo ricco di arenaria e non solo di argilla e di calcare come insiste nel territorio agropolese e l’umidità naturale che si crea dai piccoli bacini d’acqua formano un perfetto microclima per la coltivazione della vite. Una piccola cantina, posta nei locali sotterranei del Casino del Cardinale, un antico e nobile casolare di campagna, accoglie le vinificazioni in giare di terracotta sigillate (secondo Mario il legno altera il sapore del vino). Le prime bottiglie del 2015 usciranno sul mercato a breve. In anteprima ho potuto degustare il rosso Aglianicone, che fortunatamente è già iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti, ed il bianco Santa Sofia, che purtroppo non è ancora riconosciuto ufficialmente e che in passato è stato sempre confuso col più famoso Fiano. Le bottiglie non sono state ancora etichettate.

 

Queste in sintesi le mie impressioni:

Santa Sofia 2015 – Colore giallo paglierino luccicante e leggermente velato. Sintomatico il profilo aromatico che riverbera il territorio di appartenenza: svolazzi di mirto, di corbezzolo e di ginestra. E poi ancora essenze di fiori di campo, di frutta matura a pasta bianca e composite espressioni citrine. L’ingresso del sorso in bocca è fresco, morbido e delicato. Il gusto è leggermente rustico, ma piacevole e godibile. Nel finale, non tanto lungo, emerge un cotè più che sapido direi salmastro ed ancora fruttato e floreale.

Aglianicone 2015 – Inchiostrato cromatismo porporato, venato di evidenti giovani screziature violacee. Bouquet espressivo che rimarca accattivanti profumi di frutta rossa e nera come la prugna, il ribes e le more e sentori floreali di violetta e di spezie orientali. Sul palato plana un sorso decisamente vinoso e lievemente speziato. Tannini latenti, bocca morbida, calda, fluida, rotonda, minerale ed omogenea. Finale acidulo, quasi amaricante, ma pervasivo ed appagante.

In conclusione Mario Donnabella è un uomo determinato, esperto e propositivo che vuole fare emergere ad ogni costo la faccia nascosta della viticoltura cilentana, che qui esprime una valenza in buona parte sconosciuta ai più. Ne sentiremo parlare sicuramente nel prossimo futuro. Ad Majora!

 

Azienda Agricola Silvaplantarium

Via Borgo Cerreto, 6 – Torre Orsaia (Sa)

Tel. e Fax 0974 985568 – Cell. 349 3363252

info@silva-plantarium.comwww.silva-plantarium.com


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version