di Enrico Malgi
Qualche giorno fa mi arriva una telefonata da un giovane amico cremasco con sangue cilentano nelle vene (il papà è di Vallo della Lucania) bene inserito nel mondo del vino, che mi chiede se è possibile accompagnare lui ed un suo amico a visitare alcune aziende campane più meritevoli durante il loro soggiorno nel Cilento.
A questa richiesta rispondo subito in modo affermativo e, quindi, mi attivo per prendere appuntamenti. E così al loro arrivo li ho portati a fare un lungo giro, soprattutto nel Cilento ed in Irpinia, per farli conoscere una parziale ma ben definita realtà vitivinicola della nostra Regione.
Una delle tappe obbligate è stata quella effettuata presso l’azienda Quindodecimo di Mirabella Eclano dell’illustre professore ed enologo Luigi Moio, laddove, dopo un’istruttiva visita in cantina scortati dalla brava figlia Chiara, si è provveduto alla degustazione di tre etichette aziendali guidata abilmente dalla stessa Chiara.
Giallo d’Arles Greco di Tufo Docg 2022. Soltanto Greco allevato a 450 metri di altezza nel comune di Tufo. Raccolta delle uve a metà ottobre. Fermentazione per il 70% in acciaio e l’altro 30% in barriques di rovere nuove, a cui segue un periodo di otto mesi di affinamento sulle fecce fini. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale in enoteca di 35,00 euro. Vino che vuole omaggiare il famoso pittore olandese Vincent Van Gogh, che visse proprio nella cittadina provenzale di Arles.
Alla vista si presenta un solare colore giallo intenso quasi dorato (proprio come la casa di Van Gogh ad Arles) nonostante la precoce gioventù del vino. Questo perché questo Greco è stato aiutato dalla parziale permanenza in legno piccolo e dalla completa assenza di interventi di chiarifica. Bouquet di straordinaria espansione olfattiva, in cui risaltano eccellenti profumi fruttati di pera, pesca gialla, albicocca, mela cotogna e pompelmo, a cui si associano gradevoli afflati di iris, gelsomino, fiori di camomilla, salvia, caprifoglio, citronella, agrumi canditi, curry, zenzero, chiodi di garofano, cannella e rigurgiti sulfurei. In bocca esordisce un sorso sostenuto da un’ottima carica di acidità, per cui è ampiamente assicurata un’abbondanza freschezza che si diffonde per tutto il cavo orale. Godurioso poi il contatto palatale, che riesce a comunicare in modo palese percezioni tattili complesse, potenti e strutturate quasi quanto un rosso, insieme ad ostentati ricordi di pienezza, raffinatezza, eleganza, armonia, morbidezza, sapidità e mineralità. Ottimo il bilanciamento tra frutto e legno. Un grande vino davvero che migliorerà sicuramente col tempo, acquisendo così una serbevolezza a lunga scadenza. Scatto finale persistente ed appagante. Perfetto su un risotto alla pescatora e carne bianca.
Exultet Fiano di Avellino Docg 2022. Ovviamente solo Fiano allevato a 570 metri di altezza a Lapio. Vendemmia effettuata tra fine settembre ed inizio di ottobre. Fermentazione e maturazione uguale al Giallo d’Arles. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 35,00 euro. Questo vino prende il nome dagli Exultet di Mirabella Eclano, rotoli liturgici del medioevo meridionale.
Ecco qui il Fiano di Avellino, l’inseparabile gemello del Greco di Tufo come i due dioscuri Castore e Polluce. Insieme fanno parte della storia della viticoltura campana pregnante di eccellente qualità, come nel caso specifico.
Dal calice si fionda una tonalità di giallo paglierino luminoso con lievi e giovani riflessi verde clorofilla. Altamente espansivo il servizievole e generoso crogiolo, dal quale il naso riesce ad annusare pregevoli e pluralistici aromi di nocciola (essenza prettamente varietale), pesca bianca, pera spadona, melone bianco, mela golden, clementina, ananas, lime, biancospino, ginestra, tiglio, acacia, camomilla, muschio, menta, felce, citronella, eucalipto e miele. L’impatto del sorso sulla lingua trasmette subito una purezza gustativa così ampia, avvolgente, energica, rotonda, fresca, morbida, integra, aggraziata, balsamica e reattiva. Tensione palatale profonda, solida, sontuosa, sfaccettata, cangiante, ariosa e dinamica. Appeal elegante, raffinato, affascinante, sensuale, seducente, voluttuoso, leggiadro, intrigante, conturbante e corroborante. Siamo appena all’inizio di un lungo percorso che sarà segnato certamente da grande successo. Affondo finale epicureo e soddisfacente. Da abbinare ad un piatto di vermicelli a vongole e mozzarella di bufala campana. Anche questo vino risulta essere di altissimo livello. Si tratta di un bianco tra i migliori d’Italia e che può competere ad armi pari senza tema di smentite con i migliori Chardonnay della Borgogna.
Terra d’Eclano Aglianico Irpinia Doc 2020. Aglianico in purezza coltivato in azienda in varie parcelle. Raccolta delle uve tra la metà e la fine di ottobre. Fermentazione per 15-20 giorni. Affinamento in barriques di rovere per il 50% nuove. Alcolicità di quattordici gradi. Prezzo finale di 48,00 euro.
Calice tinto da un fulgido cromatismo rosso rubino violento e palpitante. Spettro aromatico intensamente affastellato da variegati sospiri puramente godibili e varietali, in cui la parte primaria spetta di diritto ad effusioni di ottima frutta fresca insieme a quelli di una gioiosa florealità: ciliegia, ribes, mirtilli, violetta e petali di rosa in modo particolare, specchio fedele della gioventù di questo vino che poi col passar del tempo si arricchirà di un accumulo di elegiaci e più articolati profumi che interesseranno maggiori sentori fruttati e captazioni olfattive speziate e terziarie più pronunciate. In bocca penetra un sorso etereo, avvolgente, profondo, voluminoso, verticale, materico, scalpitante, raffinato, balsamico, sapido e sostenuto poi da un’eccellente spalla acida e da una sferzante vivacità tutta aglianicata. Trama tannica gentile, che accarezza tutto il palato. Legno ottimamente dosato. Pregnanza gustativa strutturata, complessa, corposa, compatta, espansiva, avvincente, compiacente, armonica, intrigante, stimolante e perfino elegante. Cifra stilistica ottimamente modulata ed estremamente precisa, com’è nelle corde dei vini prodotti dal professore Moio. Longevità a lunga scadenza. Retroaroma lungo ed impagabile. Da preferire su un agnello al forno con patate e caprino laticauda.
Alla fine della degustazione si può soltanto plaudire al certosino e perfetto lavoro condotto dal professore Moio, che non lascia nulla al caso nel produrre questi vini meravigliosi attraverso un impegno costante, proficuo ed altamente professionale.
Prima di congedarci, ecco apparire sulla scena con perfetto tempismo proprio il professore Luigi Moio che, nonostante i suoi continui ed impellenti impegni professionali, ha voluto dedicarci una mezz’oretta del suo immenso sapere attraverso una pregevole lectio magistralis, oltre a presenziare ad una rituale foto di gruppo con grande soddisfazione mia personale e dei miei due amici lombardi, che avevano manifestato proprio il desiderio di conoscere il professore. Accontentati!
Quintodecimo Vignaioli in Mirabella Eclano (Av)
Via San Leonardo, 27 – Tel. 0825 449321 – Fax 0825 438978
info@quintodecimo.it – www.quintodecimo.it – Cell. 338 4328549
Enologo: Luigi Moio
Ettari di proprietà: 18 – Bottiglie prodotte: 70.000
Vitigni: Aglianico, Falanghina, Fiano e Greco
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