di Enrico Malgi
Data di nascita: 1665. Segno distintivo: grande e storica azienda vitivinicola del Salento di origine spagnola, che produce una gamma di vini straordinari. Nome di questa azienda? Leone De Castris Viticoltori dal 1665, che ha la sede nel comune di Salice Salentino. Attuale proprietario: Piernicola Leone De Castris.
Con i trecento ettari vitati di proprietà si riesce a produrre più di due milioni e mezzo di bottiglie l’anno di varie tipologie. In passato ho avuto occasione di degustare molte etichette, mentre adesso ho assaggiato quattro bottiglie aziendali della linea Per Lui, quella più prestigiosa.
Per Lui Ottavianello Rosso Salento Igt 2015. Solo Ottavianello raccolto leggermente surmaturo e lavorato prima in barriques di rovere francese per un anno e poi elevato in bottiglia per altri sei mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 35,00 euro.
Ottavianello, dunque. Parafrasando Don Abbondio si potrebbe dire: “Chi è questo Carneade?”. Eh sì, perché in effetti si tratta di un raro vitigno poco conosciuto e non molto diffuso, che soltanto da pochi anni è stato rilanciato e valorizzato nel Salento dopo lunghi anni di oblio, soprattutto presente nell’area brindisina intorno ad Ostuni, e che conserva una stretta parentela con la varietà francese del Cinsault. Il nome sembra che sia stato mutuato dal comune partenopeo di Ottaviano, dove il marchese di Brugnano lo importò dalla Francia meridionale, per poi introdurlo anche nel Brindisino. Soltanto da poco tempo si è deciso di sperimentare coraggiosamente questa specie in purezza.
Scintillante e vivo il bel colore rosso rubino non troppo carico. Bouquet di ottima fattura, che racchiude in sé elegiaci e variegati profumi di ciliegie, di ribes, di agrumi, di pesca, di mandorla, di bacche nere, di rosa canina, di mirto, di spezie e di terra rossa. Elevati i toni balsamici. In bocca entra un sorso morbido e vellutato, leggiadro e fresco e supportato da tannini dolci ed uniformi, che deliziano le gengive. Vino immediato e generoso, che mette in mostra un’ottima carica espressiva e che manifesta equilibrio, sapidità ed armonia, uniti ad un pregevole ritorno delle sensazioni fruttate già percepite al naso. Slancio finale appagante e perfino elegante. Buona la conservazione. Da spendere su una bella zuppa di pesce alla gallipolina, minestra di legumi e formaggi freschi.
Per Lui Susumaniello Salento Igt 2015. Susumaniello al 100%. Anche qui leggero appassimento delle uve sulla pianta. Malolattica e maturazione in barriques di rovere francese per un anno. Elevazione in vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo in enoteca di 35,00 euro.
Ecco qui un’altra rara perla territoriale coltivata in provincia di Brindisi ed in parte in quella di Bari, fino a poco tempo fa poco sfruttata. Sembra quasi di assistere alla rivincita dei piccoli e sconosciuti vitigni pugliesi a bacca rossa nei confronti di quelli grandi più famosi come il Primitivo, il Negroamaro, il Nero di Troia, il Bombino Nero e la Malvasia Nera.
Nel bicchiere traspare un cromatismo rosso rubino brillante, con spruzzi purpurei. Intenso e confortante il sensitivo bouquet, dal quale si possono aspirare in primis gentili e perforanti respiri di frutti rossi e neri, piccoli e medi, come l’amarena, la prugna, la melagrana, il ribes e il mirtillo. In un secondo momento vanno poi ad aggiungersi frammenti odorosi di reminiscenze floreali e vegetali, creptii di liquirizia e sussurri di grafite. Sorso ampio, seducente, morbido, secco, strutturato ed equilibrato. Tannini polposi e leggermente ruvidi. Frutto croccante e ferroso. Spinta acida bene impostata. Allungo finale piacevole ed abbastanza persistente. Buona la serbevolezza. Da preferire su un piatto di pappardelle al ragù e carni alla griglia.
Salice Salentino Riserva Doc 2015. Uve di Negroamaro in purezza, raccolte dopo appassimento sulla pianta. Dodici mesi di affinamento in barriques di rovere francese prima dell’elevazione in boccia. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 42,00 euro di un vino pluripremiato in tutto il mondo e che è stato il prototipo della Doc arrivata negli anni ’70, con specifico riferimento allo stesso piccolo comune di Salice Salentino.
Fitto il bel colore rosso rubino. Spettro olfattivo di ottima costumanza, che sa accalappiare le narici con intensi, complessi ed eterogenei profumi di una variegata gamma sensoriale. Ecco qui che emergono respiri di frutta del sottobosco e della pianta, armonicamente unite insieme. E poi sussurri di macchia mediterranea e vezzi di fiori rossi. Preziosi gli aliti di ginepro, di carruba, di cioccolato, di balsamo e di mentolo. Caratteristica la suadenza speziata di vaniglia, di cannella e di chiodi di garofano. Sulla lingua atterra un sorso affilato, morbido e sensitivo, ma che poi si dimostra anche opulento, maestoso e strutturato. Finezza tannica che massaggia dolcemente le gengive. Palato polposo, rotondo, equilibrato, sapido e vibrante per dinamicità, che proietta questo vino verso un roseo e durevole futuro. Retroaroma lungo e persistente. Su un bel piatto di orecchiette al sugo o con cime di rapa e/o con carne rossa e bianca e l’immancabile zuppa di pesce.
Per Lui Primitivo Salento Igt 2015. Solo Primitivo raccolto surmaturo sulla pianta e poi lavorato per un anno in barriques di rovere francese ed elevato in vetro. Tasso alcolico di quindici gradi. Prezzo in enoteca di 35,00 euro.
Notte fonda e senza luna il rubineggiante colore nel bicchiere. Il bouquet comincia subito a raccontare una seducente ed affascinante storia al naso, che docilmente si mette in ascolto. Ecco qua spunti fruttati odorosi di prugna, di amarena, di ribes, di mora e di mirtilli. In appresso vengono poi evocate delicate folate sensoriali di viola, di rosa canina, di tè verde e di timo. Ed ancora nuances di pepe rosa, chiodi di garofano, muschio e tabacco. Bocca ampia e ricettiva che accoglie subito un sorso caldo, ma provvidenzialmente supportato da una fresca acidità, che spegne all’istante il fuoco. Palato austero, vigoroso e strutturato, ma anche elegante, morbido e rotondo. Tannini presenti, ma non tanto invadenti. Finale polposo, fine, persistente e godibile. Dategli carne a volontà.
In conclusione si tratta davvero di ottimi vini che, pur rappresentando un piccolo campione aziendale, confermano una volta di più la bontà e la maestrìa di questa grande azienda leader, che a giusta ragione si può definire un sicuro punto di riferimento di tutta la vitienologia pugliese e meridionale.
Sede a Salice Salentino (Le) – Via Senatore De Castris, 26
Tel. 0832 731112 v- Fax 0832 731114
marketing@leonedecastris.com – www.leonedecastris.cvom
Enologo: Matteo Esposito – Consulente esterno Riccardo Cotarella
Ettari vitati di proprietà: 300 – Bottiglie prodotte: 2.500.000
Vitigni: Negroamaro, Primitivo, Malvasia Nera e Bianca, Fiano, Verdeca, Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Dai un'occhiata anche a:
- “Roja” il sorprendente top level di Roberto Rondelli
- Custodes Laureti: alla scoperta del borgo Grand Cru del vino d’ Abruzzo
- Pizza della settimana: Maruzzella Croccante di Prisco – Pizza & Spirits abbinata al Piedirosso Vesuvio 7 Moggi Sorrentino
- Don Anselmo Aglianico del Vulture Doc 2005 Paternoster
- I vini del Wassererhof, prodotti nell’antico maso del 1366 nell’Alto Adige
- Caseificio Il Granato a Paestum: mozzarella, yogurt e amore per le bufale
- Cilento Fiano Vigna Castello di Rocca Cilento Dop 2020 – Verrone
- Eccellenza Tedeschi: vini Valpolicella in cima alle classifiche e nel nuovo archivio di famiglia